COSTANZO (C. da Ferrara; C. Lombardo; C. de Moysis, Moises, Moisis)
Nato nel 1450 0 poco prima, questo pittore, attivo a Napoli alla fine del sec. XV e agli inizi del XVI, si definiva "da Ferrara" perché era vissuto a lungo in quella città dalla quale proveniva la moglie (lettera di B. Bendidio [Bendedei], ambasciatore estense, del 24 ag. 1485. da Napoli, ai duchi di Ferrara, in Venturi, 1891). Èaccettabile l'ipotesi di Serra (1906), Fabriczy (1907) e Nicolini (1925) di identificare con C. sia il Costanzo Lombardo sia il Costanzo de Moysis menzionati in fonti napoletane. Va detto infine che un documento napoletano del 1488 riferito a Costanzo de Moysis lo dice esplicitamente "pictore veniciano" (Lavori eseguiti in Castelcapuano... 1488, p. 146, c. 323v) ed è quindi verosimile l'ipotesi del Serra (1906) e del Rolfs (1910, p. 132) che egli sia stato compagno di bottega di Antonio Solario detto lo Zingaro, pittore veneziano attivo a Napoli alla fine del Quattrocento.
La lettera del Bendidio accompagnava il ritratto "Rafigurato et pincto sopra una tella" di Ferrante d'Este, figlio di Ercole I d'Este e di Eleonora d'Aragona, che risiedeva in quel momento a Napoli con sua nonna. Il ritratto (oggi non individuato) era stato ordinato a C. dallo stesso Bendidio. Il pittore in quel momento stava partendo per Ferrara per sistemare affari attinenti alla dote della moglie, ma intendeva ritornare a Napoli al più presto. Tempo prima era stato mandato da Ferrante I di Napoli a Costantinopoli, presso Maometto II che gli aveva chiesto un pittore napoletano. Il viaggio avvenne, forse in compagnia dell'ambasciatore di Ferrante, probabilmente nella primavera del 1478 (Babinger, 1967, p. 555). C. rimase a Costantinopoli molti anni" e il sultano fu così soddisfatto che lo nominò "cavaliere" (Bendidio, in Venturi, 1891, p. 374).Durante questo soggiorno C. fuse una medaglia del sultano. Ritornò a Napoli probabilmente subito dopo la morte improvvisa di Maometto II nel 1481.Non si conoscono altre medaglie di C. né, sfortunatamente, sono state identificate sue pitture, mentre dalla sua reputazione e dall'alta qualità della medaglia del sultano possiamo immaginare che fosse pittore di considerevole qualità.
Della medaglia esistono due versioni: una, firmata "Opus Constantii", è datata 1481; dell'altra, firmata "Constantius F." e non datata, esiste una versione unica nella coll. Kress presso la National Gallery di Washington (Hill-Pollard, 1967) ed è probabilmente la prima versione e di gran lunga la migliore di questa medaglia. Il ritratto sul recto è il più spontaneo e dinamico che ci resta dei sultano (esistono medaglie anche di Bertoldo di Giovanni e di Gentile Bellini oltre a ritratti in pittura) e uno dei più bei ritratti in medaglia dei secolo XV. Il verso, con Maometto a cavallo, ricorda le medaglie di Pisanello che, evidentemente, deve aver influenzato C. (Hill, 1930);difatti Paolo Giovio (Bottari-Ticozzi, 1822) e più tardi Vasari (1568)attribuirono questa medaglia a Pisanello, mentre Babinger (1967, p. 556) suppone che essa abbia influenzato quella di Bertoldo di Giovanni. Le iscrizioni sulle due versioni della medaglia di C. sono diverse: nella prima Maometto è definito imperatore dei Turchi, nella più tarda l'Impero è esteso a Bisanzio includendo Asia e Grecia. Secondo Karabacek (1918, p. 23) la prima versione sarebbe del 1478 quando Maometto si preparava alla spedizione contro l'Albania, fatto che confermerebbe l'arrivo di C. a Costantinopoli nel 1478 o poco prima.
Non esistono opere documentate dipinte da C. durante il suo soggiorno a Costantinopoli. Alcuni quadri gli sono stati attribuiti o per somiglianze con la sua medaglia di Maometto o perché, pur risultando stilisticamente italiani, non possono essere avvicinati alle opere di, Gentile Bellini, unico pittore italiano che risulta essere stato alla corte di Maometto. Generalmente attribuito a C. (Gray, 1932; Sakisian, 1939;Atil, 1973;Andaloro, 1980) è il ritratto in miniatura di Maometto II di Istanbul (Museo Topkapi).
Questo ritratto, oltre a somigliare alla medaglia firmata da C. per la posa e per la resa fisionomica, presenta impressionanti corrispondenze di dettaglio come le pieghe nel turbante e l'orecchio piegato. D'altra parte, se C. eseguì anche questa opera, il suo stile pittorico è molto diverso da quello di medaglista: mentre la medaglia è modellata vigorosamente e presenta Maometto in tutta la sua potenza e intensità, il disegno della miniatura è delicato e lineare e il soggetto appare elegante e pacato.
Sulla base di questa miniatura l'Andaloro (1980) ha attribuito altre opere a C.; di esse una tavola in coll. priv. svizzera e una miniatura nell'I. Stewart Gardner Museum di Boston sono tradizionalmente attribuite a Gentile Bellini (v. Schinitt, 1965) e la loro paternità è tuttora in discussione.
Come C. de Moysis l'artista è documentato a Napoli il 5 febbr. 1483 (Filangieri, 1891, p. 199) e nel 1488 quando partecipa in proprio, e come guida di vari ornatisti, ai lavori di pittura in Castel Capuano per conto di Alfonso duca di Calabria (Lavori eseguiti... 1488). Il 4 sett. 1488 ricevette 11 ducati (Ceci, 1904, p. 787) per affreschi nella villa Duchesca con una Storia del principe di Rossano (l'agguato a Ferrante del 1460). Lo stesso soggetto era stato affrescato da Pietro Donzelli a Poggioreale, e il Summonte, che nella sua famosa lettera del 1524 a Marcantonio Michiel (Fabriczy, 1907, p. 149) nomina un C. Lombardo "pictor di bon disegno", lo dice autore degli affreschi di Poggio Reale, evidentemente confondendo i due cicli (Nicolini, 1925, p. 247), e nel contempo fornendo un elemento a sostegno dell'identificazione di C. Lombardo con C. de Moysis.
Il 5 ott. 1491 C. de Moysis si accordava con Riccardo Quartararo (pittore siciliano con il quale già aveva lavorato per il duca di Calabria ad opere oggi sconosciute) accettando di dipingere una pala per la chiesa della Trinità a Sessa (Serra 1906, p. 210), oltre a pitture per il monastero di S. Marcellino, per Francesco Pastore, e per il priore di S. Giovanni a Mare (Filangieri, 1891, p. 199). Ma non è stato possibile riconoscere la mano di C. in nessuna delle opere che sopravvivono, mentre la Andaloro (1980, p. 194) attribuisce al Quartararo da solo i dipinti di S. Giovanni a Mare. C. de Moysis insieme con Carluccio da Padova è menzionato in un documento del 28 marzo 1492 (Barone, 1885) come creatore delle scene che secondo Nicolini (1925, p. 247) furono usate per la rappresentazione della Presa di Granata del Sannazzaro allestita per celebrare la vittoria di Consalvo di Cordova (ibid.).
Gli viene attribuita una Madonna con i ss. Pietro e Paolo nel Museo di Capodimonte a Napoli (Thieme-Becker, XXV) e, insieme con Quartararo, una Madonna con donatori e santi nel Museo diocesano di Gaeta (Andaloro, 1980, p. 194).
La lettera del Summonte del 1524 dà C. Lombardo come vivente e si può quindi ritenere che l'artista sia morto dopo questa data.
Fonti e Bibl.: Lavori eseguiti in Castelcapuano nell'anno 1488…, in Napoli nobilissima, XIV (1975), a cura di F. Strazzullo, pp. 143-49; G. Vasari, Le vite... [1568], a cura di G. Milanesi, III, Firenze 1878, p. 11; G. Bottari-S. Ticozzi, Raccolta di lettere pittoriche…, Firenze 1822, V, p. 83; P. H. Bolzenthal, Skizzen zur Kunstgesch. der modernen Medaillen-Arbeit (1429-1840), Berlin 1840, pp. 61 s.; J. Friedlaender, Die italien. Schaumünzen des fünfzehnten Jahrhunderts, Berlin 1882, p. 194; A. Armand, Les médailleurs italiens, I, Paris 1883, pp. 78 S. (recens. di A. V. Sallet, alla I ediz., in Zeitschrift für Numismatik, VII [1880], p. 202); A. Heiss, Les medailleurs de la Renaissance..., Paris 1883, pp. 81 s.; N. Barone, Le cedole di tesoreria d. Archivio di Stato di Napoli dall'anno 1460 al 1504, in Arch. stor. per le province napoletane, X (1885), p. 15; G. Filangieri, Documenti per la storia, le arti e le industrie nelle provincie napol., VI, Indice degli artefici delle arti maggiori e minori, Napoli 1891, pp. 198 s., 230, 326; A. Venturi, C. medaglista e pittore, in Arch. stor. d. arte, IV (1891), pp. 374 s.; G. Ceci, Nuovi doc. su Giuliano da Maiano ed altri artisti, in Arch. stor. per le prov. napol., XXIX(1904), pp. 787 s.; L. Serra, Nota sugli affreschi dell'ex-convento dei SS. Severino e Sossio a Napoli, in L'Arte, IX (1906), pp. 210 s.; C. v. Fabriczy, Summontes Brief an M. A. Michiel, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XXX (1907), pp. 149, 159; W. Rolfs, Gesch. der Malerei Neapels, Leipzig 1910, pp. 132, 141, 144; A. Venturi, St. d. arte ital., VII, 4, Milano 1915, pp. 198 ss., 152 ss.; J. v.Karabacek, Abendländische Künstler zu Konstantinopel im XV. und XVI. Jahrh., I, Italienische Künstler am Hofe Muhammeds II. des Eroberers 1451-1481, Wien 1918, pp. 21 ss.; F. Nicolini, L'arte napol. d. Rinascimento e la lettera di Pietro Summonte a Marcantonio Michiel, Napoli 1925, pp. 246-49; G. Habich, Die Medaillen der italienischen Renaissance, Stuttgart-Berlin 1924, p. 52; G. F. Hill, Medals of Turkish Sultans, in Numismatic Chronicle, s. 5, VI (1926), pp. 28798; Id., A Corpus of Ital. Medals of the Renaissance before Cellini, London 1930, p. 80, nn. 321 s.; B. Gray, Two portraits of Mehmed II, in The Burlington Magaz., LXI (1932), pp. 4 ss.; A. Sakisian, The portraits of Mehmed II, ibid., LXXIV (1939), pp. 172-81; F. Babinger, Un ritratto ignorato di Maometto Il opera di Gentile Bellini, in Arte veneta, XV (1961), pp. 25-32; U. Schmitt, Bellini, Gentile, in Diz. biogr. d. Ital., VII, Roma 1965, p. 697; F. Babinger, Maometto il Conauistatore e il suo tempo, Torino 1967, pp. 413, 422 s., 555 s.; G. F. Hill-G. Pollard, Renaissance medals from the Samuel H. Kress Collection at the National Gallery of Art [Washington], London 1967, n. 102; E. Atil, Ottoman miniature painting under sultan Mehmed II, in Ars Orientalis, XX (1973), pp. 103-20; F. Bologna, Napoli e le rotte mediterr. della pittura da Alfonso il Magnanimo a Ferdinando il Catt., Napoli 1977, pp. 151 ss.; M. Andaloro, C. da Ferrara. Gli anni a Costantinopoli alla corte di Maometto II, in Storia dell'arte, XII(1980), 38-40, pp. 185-212; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, pp. 538 s. (s. v. Costanzo); XXV, p. 107 (s. v. Moysis, Costanzo de); L. Forrer, A Biogr. Dict. of medallists, I, p. 462; Suppl., p. 193.