costellato
Compare unicamente in Pd XIV 100 sì costellati facean nel profondo / Marte quei raggi il venerabil segno / che fan giunture di quadranti in tondo. Il senso generale della frase è abbastanza chiaro: " le raggianti anime nel cielo di Marte formavano una croce ". Ma l'aggettivo costellati è sempre stato di difficile interpretazione, fin dai commenti più antichi, e ciò dipende, essenzialmente, dall'aver frainteso il paragone con la Galassia, ai vv. 97-99. D., infatti, non afferma semplicemente che " essi spiriti faceano nel profondo della stella una costellazione di croce " (Ottimo), come la Galassia, che è una costellazione, ma a forma di striscia. Al contrario, D. vuol rendere l'immagine non solo della forma generale della costellazione, bensì anche di come essa era costituita e appariva agli occhi del pellegrino; dunque, le anime formavano un'immensa croce luminosa, ‛ costellata ' come la Galassia, formata di stelle come la Galassia; ma D. non riferisce c. alla croce, bensì alle anime che formano i raggi della croce stessa. I commentatori spiegano l'aggettivo in vario modo: " aggregati ex multis animabus beatis in modum stellarum " (Benvenuto); meglio il Buti: " pieni di splendore a modo di stelle ", e ancora più preciso in Casini-Barbi: sparsi " di lumi minori e maggi come la Galassia " (e cfr. anche Tommaseo e Andreoli); più lontani dal vero coloro che interpretano l'aggettivo come " uniti insieme " (Daniello e Cesari) oppure " colla stella [Marte] compenetrati " (Lombardi).