Costituzione
La costituzione è la combinazione di caratteri morfologici, fisiologici e psichici che caratterizza un individuo. Nel linguaggio comune questo termine è usato per esprimere un giudizio globale sulle qualità biologiche di una persona (costituzione sana, robusta, gracile, atletica ecc.). Lo studio scientifico della costituzione ha dato origine alla costituzionalistica, una disciplina che identifica e misura i caratteri ritenuti rilevanti per definire il tipo costituzionale. Questi studi sono stati poi utilizzati in medicina per diagnosticare la predisposizione ad ammalarsi che hanno gli individui portatori di una determinata costituzione.
Lo studio della composizione del corpo umano ha inizio con Empedocle (5° secolo a.C.), secondo il quale la terra, l'aria, l'acqua e il fuoco sono i quattro elementi che costituiscono sia il corpo umano (microcosmo) sia l'universo (macrocosmo). La loro combinazione in rapporti diversi sarebbe la causa della molteplicità delle costituzioni individuali. Filistione di Locri, allievo di Empedocle, attribuì a ciascuno dei quattro elementi una determinata qualità: alla terra il secco, all'aria il freddo, all'acqua l'umido, al fuoco il calore. I quattro elementi di Empedocle furono successivamente sostituiti dai quattro umori (bile nera, sangue, flegma e bile gialla), descritti per la prima volta nel trattato Sulla natura dell'uomo attribuito a Polibo e incluso nel Corpus hippocraticum. Era chiamato flegma il liquido biancastro che compare nelle malattie respiratorie e in quelle acute degli occhi; la nozione di bile nera era derivata dall'esame delle feci dei soggetti affetti da emorragie del sistema digerente; quella di bile gialla dall'esame di certi tipi di vomito; il sangue fu aggiunto per completare la tetrade strutturale del microcosmo. La teoria dei quattro umori costituì, per secoli, lo schema interpretativo del corpo umano. Ippocrate (5°- 4° secolo a.C.) integrò la dottrina degli umori con quella delle strutture anatomiche degli organi (σχήματα) e dei principi attivi o qualità (δυνάμεις) agenti nell'organismo. L'interazione degli umori con fattori anatomici, dietetici e geografici determina la configurazione di tipi psicosomatici (melanconici, flegmatici ecc.) necessari per orientarsi nella caratterizzazione dei singoli individui: ogni persona, anche all'interno di vasti gruppi di appartenenza, ha una sua specifica identità; lo stato fisiologico è dato dall'equilibrio armonico tra δυνάμεις, σχήματα e umori. Gli umori danno luogo a composti omogenei (κράσεις); l'attività non coordinata delle δυνάμεις, la lesione delle strutture anatomiche, la rottura della κρᾶσις, cioè lo sprigionarsi degli umori dai composti omogenei, determinano l'insorgenza della malattia (gli umori diventano intemperati, le δυνάμεις risultano anormali ecc.). L'organismo può recuperare la salute attraverso il cambiamento degli umori (cozione) ristabilendo la κρᾶσις. Galeno (2° secolo d.C.) recepì, in linea di massima, la teoria ippocratica, ma attribuì un particolare rilievo (come aveva fatto prima di lui Filistione di Locri) alle quattro qualità elementari: il caldo, il freddo, il secco e l'umido. La mescolanza di queste quattro qualità costituisce, secondo Galeno, la struttura fondamentale di tutti gli organismi. Se sono in equilibrio si ha il temperamento tipico o ideale. Se, però, una qualità prevale in modo variabile sulle altre, come generalmente avviene, si realizzano i diversi temperamenti individuali. Lo studio della costituzione, nell'ambito della medicina, venne ripreso su basi del tutto nuove molto più tardi. Fu G.B. Morgagni a fondare lo studio della costituzione su criteri anatomici nella sua opera De causis et sedibus morborum per anatomen indagatis, pubblicata nel 1761. Successivamente, anche la scuola medica di Parigi, principalmente per opera di F.-X. Bichat, condivise la concezione anatomica di Morgagni dando particolare rilievo alla forma del corpo o habitus. In base al criterio anatomico, la scuola parigina descrisse tre temperamenti generali e tre temperamenti parziali. Al primo gruppo appartengono i temperamenti vascolare, muscolare e nervoso; al secondo i temperamenti cefalico, toracico e addominale. La fisiologia, il cui studio ebbe un notevole sviluppo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, divenne un importante criterio interpretativo della costituzione. Il francese C. Sigaud distinse quattro tipi costituzionali, ossia il digestivo, il respiratorio, il muscolare e il cerebrale, a seconda della preponderanza funzionale di uno dei quattro grandi sistemi anatomici: il sistema gastrointestinale, il sistema broncopolmonare, il sistema muscoloarticolare-cutaneo e il sistema cerebrospinale. Sigaud identificò i quattro tipi costituzionali in base ai rapporti tra segmenti della faccia e morfologia del tronco. A. De Giovanni è considerato l'ideatore della costituzionalistica morfologico-clinica, secondo la quale si può prevedere la predisposizione alle malattie dalle proporzioni corporee che sono correlate con la fisiologia degli organi interni. Le misure antropometriche prese in considerazione da De Giovanni sono: la statura; le circonferenze toracica, addominale e bisiliaca; la grande apertura delle braccia; le altezze sternale e addominale. Dai rapporti tra questi parametri De Giovanni ricava tre combinazioni costituzionali: la prima ha torace e addome poco sviluppati e arti lunghi (in base alle proporzioni medie); la seconda ha torace largo e sistema cardiovascolare e muscolatura ben sviluppati; la terza ha addome e sistema linfaticovenoso eccedenti i valori normali. P. Castellino approfondì la dottrina di De Giovanni, strutturando il suo pensiero costituzionalistico su tre principi fondamentali: l'importanza del sistema nervoso vegetativo, perché influisce su tutte le funzioni dell'organismo e particolarmente sulla sua crescita; l'incompleta evoluzione di alcuni organi come causa della loro tendenza ad ammalarsi; la strutturazione unitaria dell'organismo al compimento della sua evoluzione, quando diviene forte la correlazione fra i singoli apparati. L'organismo maturo reagisce in modo globale a fattori che altrimenti lo danneggerebbero in una sola delle sue componenti psicofisiche. Castellino osserva che il vago si sviluppa prima del simpatico e associa l'ipoevolutismo dei megalosplancnici alla prevalenza del vago. Se il simpatico prevale sul vago, diviene responsabile dell'iperevolutismo dei microsplancnici. Castellino ritiene inoltre che la costituzione di alcuni individui sia caratterizzata dalla differente sensibilità del vago o del simpatico ai differenti stimoli endogeni o esogeni, pur ammettendo che in alcuni individui s'intreccino simpaticotonia e vagotonia con preminenza generale dell'una e parziale dell'altra, in rapporti variabili.
Il complesso metodo antropometrico elaborato da G. Viola si basa su 10 misure fondamentali: la statura; le lunghezze xifoepigastrica, epigastrico-pubica, dell'arto superiore e di quello inferiore; i diametri anteroposteriore e trasverso del torace; i diametri anteroposteriore e trasverso dell'ipocondrio; il diametro bicrestoiliaco. Queste misure fondamentali vengono utilizzate per calcolare 2 misure composte, 6 valori fondamentali, 5 rapporti fondamentali e infine 4 indici sintetici (valore somatico, tipo morfologico, errore specifico, errore generico). Misure, valori, rapporti e indici sono elaborati con metodologia statistica. Il rapporto tronco/arti definisce la relazione tra vita vegetativa e vita di relazione. Il rapporto tronco/iugulopubico (valore cubico del torace/lunghezza iugulopubica) indica la disposizione prevalentemente orizzontale o verticale della massa corporea. Questa disposizione definisce due tipi morfologici: il megalosplancnico e il microsplancnico. Il primo, caratterizzato dalla distribuzione della massa corporea più in senso orizzontale che in senso verticale, è il prodotto della prevalenza dei processi vegetativi su quelli di relazione. Il secondo, caratterizzato dallo sviluppo della massa corporea più in senso verticale che orizzontale e dal maggiore sviluppo degli arti rispetto al tronco, è invece dovuto alla prevalenza della vita di relazione su quella vegetativa. Questi due tipi morfologici rappresentano le varianti estreme del tipo normosplancnico, che è dotato di proporzioni e volumi medi. Tipi morfologici misti s'interpongono tra gli estremi e il normosplancnico. Il rapporto tra diametri anteroposteriori e diametri trasversi segnala l'orientamento trasversale o in profondità della massa del tronco. Il rapporto addome/torace analizza le proporzioni tra i due grandi apparati viscerali. Il rapporto peso/valore somatico segnala lo stato nutritivo dell'organismo. N. Pende, allievo di Viola, introdusse l'endocrinologia nello studio della costituzione. Secondo Pende la costituzione è paragonabile a una piramide quadrangolare le cui 4 facce sono l'habitus, il temperamento, il carattere e l'intelligenza, mentre la base è il patrimonio ereditario. L'habitus comprende due biotipi, 'longilineo' e 'brevilineo', corrispondenti ai microsplancnico e megalosplancnico di Viola, a cui viene associata una componente relativa alla robustezza o debolezza dell'organismo. Dall'associazione di questi due caratteri derivano 4 biotipi: longilineo stenico, longilineo astenico, brevilineo stenico e brevilineo astenico. Il longilineo stenico è equilibrato in tutte le sue funzioni endocrine, con una lieve tendenza ipertiroidea. Il longilineo astenico è iperipofisario (e quindi ipertiroideo e ipercatacolaminico) e ipocorticosurrenalico, ipogonadale, ipoparatiroideo. Il brevilineo stenico è moderatamente ipertiroideo, ipercorticosurrenalico, iperpituitarico e ipergenitale. Il brevilineo astenico è ipotiroideo, ipopituitarico, ipogenitale, e ipersurrenalico, iperpancreatico, ipertimico e vagolabile. Il temperamento è condizionato dai sistemi endocrino e neurovegetativo. Il carattere è distinto in due classi: quella dei tachipsichici che hanno reazioni ideative rapide e quella dei bradipsichici che hanno reazioni affettive, volitive e ideative lente. L'intelligenza può essere fantastica-intuitiva, concreta-realistica, astratta-teoretica. Va riconosciuto a Pende il merito di avere intuito per primo l'importanza della genetica nella determinazione della costituzione, ma le conoscenze scientifiche erano ancora troppo limitate per poter dimostrare la fondatezza di questa ipotesi e le sue notevoli implicazioni costituzionalistiche. Si è visto come a partire dagli studi di Morgagni siano stati utilizzati, dalle diverse scuole, criteri anatomici, anatomofunzionali, morfologico-clinici, antropometrici ed endocrini per cercare di evidenziare i caratteri fisici propri di tutti gli individui della specie e raggruppare poi in classi comuni i soggetti con caratteristiche simili. Il limite di queste classificazioni è però dato dal fatto che molto spesso i singoli individui sfuggono alla classificazione a causa dell'elevata variabilità dei caratteri. Un forte impulso alla conoscenza di tale variabilità dei caratteri è venuto dalla genetica, specialmente da quando, negli anni Cinquanta del 20° secolo, J.D. Watson e F.H.C. Crick individuarono la struttura a doppia elica del DNA. La conoscenza della struttura del DNA è stata il punto di partenza per l'identificazione dei geni che sono le unità elementari dell'eredità. I geni sono segmenti di DNA differenziati dall'ordine in cui si collocano i quattro nucleotidi che li compongono (adenina, timina, guanina, citosina). L'ordinata successione dei quattro nucleotidi è estremamente variabile nei singoli geni e serve a codificare le differenti proteine dell'organismo (ogni gene codifica una proteina). La codificazione è regolata dalla corrispondenza tra una tripletta di nucleotidi e un aminoacido (codice genetico). Gli aminoacidi compongono le proteine, la cui funzione dipende dalla loro specifica ordinata sequenza che è collineare a quella dei nucleotidi del gene. Ogni gene è stato sottoposto durante l'evoluzione a fenomeni di mutazione, con la conseguenza che nella popolazione esistono diverse forme dello stesso gene o alleli. Alcuni, la stragrande maggioranza, sono normali; altri sono invece la causa delle malattie ereditarie. I geni sono probabilmente circa 30.000, ma secondo alcuni sarebbero 100.000. Il numero così elevato dei geni consente un numero infinito di combinazioni o genotipi. Il genotipo è l'insieme dei geni contenuti nella doppia elica di DNA che è incorporata in ciascuno dei 46 cromosomi umani. L'estrema variabilità degli individui dipende dal numero pressoché infinito di combinazioni possibili. Si consideri, per es., quanto sia elevato il numero di combinazioni cromosomiche quando due gameti si uniscono per formare uno zigote umano nel quale sono presenti 23 coppie di cromosomi. Le combinazioni cromosomiche possibili in ciascun gamete sono 223. Poiché ogni individuo è il prodotto dell'unione di due gameti le combinazioni cromosomiche possibili saranno di 223 ∃ 223 cioè 70 trilioni di combinazioni. A queste varianti bisogna aggiungere quelle derivanti dai processi di ricombinazione, circa 50 per ogni meiosi, che porta le combinazioni cromosomiche a un numero ancora maggiore. Se dunque così elevata è la variabilità cromosomica di un individuo, è facile rendersi conto di quanto grande essa sia quando ci si riferisca non più ai 46 cromosomi ma ai circa 30.000 (o 100.000) geni. Anche l'identificazione di associazioni tra differenti costituzioni e specifiche predisposizioni ad ammalarsi, che era l'altro obiettivo della costituzionalistica, trova nella genetica una soluzione diversa ma ben più fondata. L'analisi del DNA, infatti, consente di conoscere predittivamente, e addirittura prima della nascita, il rischio di ammalarsi, specifico di ciascun genotipo (la base della piramide di Pende). In alcune circostanze è persino possibile prevedere le caratteristiche cliniche, l'età d'insorgenza, la terapia più adatta per la malattia identificata dai test genetici. In conclusione, l'estrema variabilità dei caratteri individuali dimostrata dalla genetica non annulla il concetto di costituzione intesa come conoscenza unitaria della propria identità a partire dal corpo. La conoscenza di sé stessi, alla quale la costituzionalistica può dare un importante contributo limitatamente alla componente biologica, resta un'esigenza morale e un segno distintivo della dignità umana, della sua libertà e dei suoi diritti. Tale conoscenza si è arricchita di nuovi elementi prodotti dalla ricerca psicologica, particolarmente da quella relativa ai dinamismi e alle pulsioni dell'Io inconscio. L'accresciuta consapevolezza della propria identità ha prodotto due importanti conseguenze nella cultura contemporanea: la più diffusa accettazione della propria diversità, anche nei casi estremi di malattie invalidanti e di comportamenti devianti, e l'esigenza di proteggere legalmente la riservatezza di dati biologici e psicologici rivelatori dell'identità psicosomatica individuale.
bibl.: p. castellino, La costituzione individuale, Napoli, Idelson, 1926; b. dallapiccola, r. mingarelli, g. novelli, Dal genoma al feto, "Rivista Italiana di Pediatria", 1995, 21, pp. 576-78; a. de giovanni, Morfologia del corpo umano, Milano, Hoepli, 19092; m. martiny, Essai de biotypologie humaine, Paris, Peyronnet, 1948; n. pende, Trattato di biotipologia umana individuale e sociale, Milano, Vallardi, 1939; c. sigaud, La forme humaine et sa signification, Paris, Maloine, 1914; g. viola, La costituzione individuale, Bologna, Cappelli, 1933.