costrutto (sost.)
Il termine ricorre sempre in rima, tre volte nella Commedia e una nelle Rime. È voce di senso scolastico e indica una costruzione sintattica, un periodo, una frase che comunichi un'idea: Rime CVI 55 Ma perché lo meo dire util vi sia, / discenderò del tutto / in parte ed in costrutto / più lieve, sì che men grave s'intenda; Pg XXVIII 147 vidi che con riso / udito avean l'ultimo costrutto, cioè il " corollario " (Buti), l'ultima " conclusione " (Vellutello), l'ultima parte del ragionamento di Matelda; in Pd XXIII 24 Pariemi che 'l suo viso ardesse tutto, / e li occhi avea di letizia sì pieni, / che passar men convien sanza costrutto, " senza ordinarla nel mio poema, imperò che io non saprei, né potrei esprimere " (Buti).
Nel significato di " vocabolo ", in Pd XII 67 e perché [Domenico] fosse qual era in costrutto, / quinci si mosse spirito a nomarlo: Benvenuto chiosa " in loquela vel nomine talis, suppleo, qual era, scilicet in re et facto "; il Lombardi pensa che l'espressione ‛ in c. ' sia locuzione avverbiale con il valore di " in chiaro ", " in palese ".