RURALI, COSTRUZIONI (ted. landwirtschaftliche Bauten; ingl. farm building)
Costruzioni rurali sono quelle che sorgono nell'ambito dell'azienda agraria o pastorale, per l'esercizio dell'impresa. Comprendono: le abitazioni dei lavoratori e dei dirigenti, nonché delle famiglie degli stessi quando dimorano in campagna; i ricoveri degli animali domestici e gli annessi; i fabbricati per la lavorazione e la conservazione dei prodotti; i ricoveri per le macchine e gli attrezzi; le cisterne, i pozzi.
I Romani davano il nome generico di villa all'insieme dei fabbricati in un'azienda agraria, ma distinguevano la villa urbana, o pseudourbana secondo Vitruvio, destinata all'abitazione del padrone; la villa rustica, che comprendeva le abitazioni dei lavoratori, i ricoveri degli animali e degli attrezzi; la villa fructuaria, cioè i locali per la lavorazione e la conservazione dei prodotti (la cantina, l'oleificio, il granaio, il fienile). La descrizione di queste ville ci è tramandata dagli scritti georgici latini (meglio da G. M. Columella, in De re rustica, I, cap. 6°) insieme con i precetti di architettura rurale seguiti dagli antichi romani all'epoca della repubblica e dell'impero.
Il valore di una costruzione rurale viene stimato in base all'incremento di beneficio fondiario dovuto alla sua presenza: quindi vi sarà la convenienza di eseguirla sempre che tale incremento capitalizzato risulti eguale o superiore al costo finale della costruzione stessa. Molte volte prevalgono considerazioni extra-economiche, non di ordine privato, ma sociale e politico, che portano a creare regimi fondiarî adatti a tipi di ordinamenti per i quali è indispensabile avere sul fondo le abitazioni dei lavoratori, le stalle per gli animali, i locali per la trasformazione e la conservazione di alcuni prodotti. In ogni caso si deve tendere ad accrescere il beneficio derivante dalle costruzioni, col renderle quanto più è possibile efficienti rispetto alla loro destinazione e, in pari tempo, a diminuirne il costo. A ciò provvede la tecnica che precisa norme di carattere generale e particolare da seguire caso per caso. Interessa l'economia lo studio dell'ubicazione più conveniente dei fabbricati, nonché del giusto proporzionamento degli stessi alla necessità dell'azienda alla quale appartengono. I fabbricati dovrebbero sorgere intorno al centro di attività dell'azienda, cioè intorno al punto per il quale risultano minimi i percorsi degli operai e degli animali per portarsi sul posto di lavoro, le spese di trasporto e di sorveglianza. Per la determinazione del centro di attività sono consigliati metodi grafici e analitici di facile applicazione, specialmente quando l'azienda si può dividere in pochi appezzamenti uniformemente attivi, per i quali il centro di attività coincide col centro di figura. In pratica non occorre procedere con eccessiva precisione in tale determinazione, sia perché il grado di attività di un dato appezzamento può variare nel tempo, sia perché nella scelta del posto ove far sorgere i fabbricati si tiene conto anche della natura del terreno, che renda sicure ed economiche le fondamenta, della salubrità del luogo, della facilità di accesso e di approvvigionamento di acqua e di energia elettrica, ecc.
L'ampiezza dei fabbricati si stabilisce con la conoscenza esatta dell'ordinamento dell'azienda, dell'organizzazione e dei modi di esercizio, della sua estensione e della sua capacità produttiva. Questa conoscenza fa con sicurezza precisare: il fabbisogno di abitazioni per i residenti nell'azienda; le macchine motrici operatrici e trasformatrici, e gli animali che si devono ricoverare; i prodotti diretti del suolo da tenere nei magazzini; la quantità dei prodotti medesimi che vanno trasformati e conservati. Solo così, con un accurato studio preventivo, si riuscirà a non fare risultare i fabbricati insufficienti e, ciò che sarebbe peggio, esuberanti ai bisogni del fondo. Il modo come i fabbricati vengono disposti e raggruppati varia con il tipo di azienda, la giacitura del terreno sul quale sorgono, il clima. Nella pianura padana, nelle grosse e medie aziende, sia con prevalente coltura di cereali, sia con prevalente allevamento di bestiame, i fabbricati sono sempre disposti intorno ad ampie corti, quadrate o rettangolari, in maniera da costituire un insieme chiuso, oppure a forma di U o di L, meno frequente a due corpi staccati paralleli. Quasi sempre sul lato a nord si trovano i ricoveri degli animali; sui lati a est e a ovest le abitazioni dei fattori e dei salariati fissi, i dormitorî per gli avventizî, la tettoia per i carri, gli attrezzi, le macchine; sul lato a sud l'abitazione del conduttore e i magazzini. I locali per la manipolazione dei prodotti, come il trebbiatoio e l'essiccatoio, e quelli per le industrie agrarie, come la "casera" con annesso porcile, sono per lo più staccati dal gruppo principale. Nelle grosse aziende cerealicole e pastorali del Mezzogiorno e della Sicilia è comune il raggruppamento continuo di tutte le costruzioni intorno alla casa del conduttore. Si tratta di aziende a coltura estensiva dove la popolazione fissa si riduce a pochi uomini che hanno la famiglia in paese. Nelle aziende appoderate in unità proporzionate alla capacità di lavoro di una famiglia contadina si usa costruire il fabbricato in unico corpo e isolare a volte solo il porcile-forno-pollaio e qualche tettoia. Questo unico fabbricato viene denominato casa colonica. Tipiche sono in Italia le case coloniche delle colline piemontesi, del Basso Veneto, dell'Emilia, della Toscana, delle Marche e di molte zone a coltura promiscua del Mezzogiorno. La posizione relativa dei varî locali è regolata da norme d'igiene, oltre che da criterî di convenienza per il più facile disbrigo delle faccende agrarie.
Le case di abitazione. - Le case rurali di abitazione vengono costruite con direttive diverse a seconda delle persone alle quali sono destinate. Così in una grande azienda, la casa del conduttore, sia proprietario che affittuario, che dimora in campagna con la famiglia può avere tutte le caratteristiche di una palazzina di città, mentre le abitazioni del fattore e dei salariati fissi, per quanto provviste di tutto ciò che l'igiene e la comodità richiedono, sono semplici al massimo grado. A ogni famiglia è sufficiente un'ampia cucina, con forno e dispensa, e due o tre camere di altezza anche ridotta a metri 2,80-3, ma ciascuna di cubatura non inferiore a mc. 30. Ogni famiglia deve poi avere la possibilità di lavare la biancheria, allevare polli e un maiale, coltivare ortaggi per uso proprio; in considerazione di ciò ai salariati fissi si assegnano piccoli appezzamenti di terreno, adiacenti all'abitazione, con porcile, pollaio e lavatoio. Le case coloniche hanno di solito a piano terreno la cucina e i depositi, a primo piano le stanze da letto; ma non è raro il caso di trovare anche la cucina al primo piano, cosa che è comune nelle Marche; oppure abitazioni a solo piano terreno, come nelle zone litorali del Mezzogiorno, in Sicilia, in Sardegna. Quest'ultima pratica non è da considerare antigienica in clima caldo arido, dove con un semplice vespaio sul terreno si rende il pavimento asciutto. Le latrine in campagna sono in genere poco curate, eppure esse possono essere centro d'infezione, sia diretta che attraverso l'inquinamento dei pozzi e delle cisterne. Le latrine debbono essere bene aerate e non con l'ingresso dalle stanze da letto; inoltre la raccolta delle materie fecali deve essere fatta in pozzi neri di sufficiente capacità e ben cementati, oppure in fosse settiche con relativo drenaggio per il disperdimento del liquame. In zona malarica bisogna impedire l'ingresso delle zanzare malarigene nelle abitazioni, ricorrendo alla protezione meccanica e alla zooprofilassi, l'una a integrazione dell'altra. La protezione meccanica si ottiene applicando a tutte le aperture della casa telai con reti metalliche (di ferro zincato, di rame, di bronzo) aventi le maglie non superiori a mm. 2 di lato. I telai sono fissi per le finestre e apribili per la porta d'ingresso. La zooprofilassi consiste nel porre i ricoveri degli animali tra i focolai anofelici e l'abitazione dell'uomo, in maniera di attirare nei ricoveri le zanzare (v. malaria).
I ricoveri degli animali e gli annessi. - La costruzione dei ricoveri per gli animali domestici, che in origine vivevano allo stato brado, è consigliata dalla convenienza di proteggerli dalle intemperie, che riducono la loro produttività e inoltre per meglio regolare e controllare la loro alimentazione, che dev'essere adeguata alla speciale produzione che si vuole ottenere, latte o carne o lavoro. Importante è aerare i ricoveri perché, altrimenti, risulterebbe eccessiva l'umidità e basso il grado di purezza dell'aria, con danno degli animali. L'aerazione ideale, difficile a realizzare, sarebbe quella che permettesse mantenere gli animali in un ambiente a temperatura di neutralità o d'indifferenza termica, cioè alla temperatura che rende minima la parte di metabolismo energetico impiegata dall'organismo per la sua termoregolazione. In pratica è possibile solo avvicinarsi a questa temperatura che si ritiene variabile: da 12° a 22° per i suini, da 10° a 15° per i bovini e gli equini, da 7° a 9° per gli ovini adulti, da 12° a 16° per gli ovini dopo la tosatura e nel periodo di lattazione. A creare le migliori condizioni di ambiente nei ricoveri concorrono l'orientamento del fabbricato, l'ubicazione delle aperture, il modo come sono costruiti le pareti, i serramenti, il pavimento, la copertura e il tipo dell'arredamento interno.
Valgono le seguenti direttive di carattere generale:
Una stalla per capi grossi, se su una fila, ha la facciata principale di preferenza rivolta a sud; se su due file, ha l'asse longitudinale in direzione sud-nord o est-ovest: direzione che fa realizzare d'estate una più attiva ventilazione tra le finestre aperte su pareti opposte. Nei porcili le finestre si dispongono in maniera che, durante l'inverno, risulti massima la durata dell'insolazione sul pavimento degli stalli. Le aperture degli ovili e dei pollai sono rivolte a sud.
Non conviene diminuire oltre un certo limite la conduttività delle pareti con l'aumentarne lo spessore, perché il vantaggio non compenserebbe il maggiore costo della costruzione. Ciò è giustificato dal fatto che il calore disperso dalle pareti durante i mesi freddi è una piccola parte di quello prodotto dagli animali adulti e che termoregolatore dell'ambiente è l'aria che si rinnova. Lo spessore delle pareti può ridursi a due teste quando si tratta di mattoni, a 30-40 cm. quando si adoperano pietre conce, avendo cura di costruire a distanza variabile, da 4 a 5 m., pilastri capaci di sopportare tutto il carico delle strutture superiori. Il pavimento deve risultare non assorbente, privo di fenditure, facilmente lavabile, resistente all'usura, a superficie rugosa o almeno rigata nella corsia di servizio e nelle poste, liscia dov'è escluso il passaggio degli animali. Non conviene che la pendenza del pavimento ecceda il valore di 0,005.
Nelle zone litorali del Mediterraneo, per le bufale e gli ovini è sufficiente una copertura a semplice manto di tegole, per i bovini e gli equini invece è bene collocare le tegole su pianellato.
Nella pianura padana e nelle zone elevate, sulle stalle si trova quasi sempre un primo piano adibito a fienile e, per la copertura delle stesse, sono preferite le vòlte o i solai in ferro con voltine di tavelloni curvi, oppure solai misti di laterizî forati e cemento armato. I solai di solo cemento armato presentano l'inconveniente di facilitare la condensazione del vapore d'acqua.
Per le finestre si consigliano i telai a cerniera orizzontale, semplici e multipli, con apertura regolabile. Le porte meno costose sono quelle a unico piano di tavole, spesse da 2 a 4 cm. e unite a mezzo legno, con traverse e contrafforti.
Il movimento delle porte è d'ordinario a rotazione; rispondono bene i tipi avvolgibili e quelli a scorrimento laterale. L'arredamento varia con la specie degli animali da ricoverare.
Le stalle per bovini. - Vengono costruite su pianta rettangolare e gli animali vi si dispongono su una o due file parallele al lato lungo, tipo longitudinale, ovvero su più di due file parallele al lato corto, tipo trasversale. Nelle stalle a due file gli animali possono essere disposti testa a testa oppure groppa a groppa. Non vi sono ragioni rimarchevoli per preferire una disposizione all'altra; ma più adottata è quella groppa a groppa. Nelle stalle trasversali, si ha quasi sempre una serie di disposizioni testa a testa, con corridoi longitudinali di collegamento tra le corsie. Tipi costruttivi sono: a semplice tettoia; con fienile sovrapposto senza porticato, con un porticato, con due porticati. Le mangiatoie possono essere alte o basse, continue o con divisioni. La mangiatoia bassa si è molto diffusa negli ultimi anni insieme con l'arredamento con attacco a collare, detto americano.
Questo tipo di arredamento non permette la distribuzione dei mangimi dalle poste, perciò tra la mangiatoia bassa e le pareti s'interpone sempre una corsia di alimentazione. Le mangiatoie alte possono essere indifferentemente addossate alle pareti o isolate da corsie di servizio; esse costituiscono il tipo più generalizzato. Dietro ogni fila di poste si dispone una cunetta di scolo, che può essere: poco profonda, con sezione a segmento circolare contigua a uno spazio di defecazione; profonda, con sezione rettangolare, capace di ricevere sia le deiezioni solide che le liquide. Le dimensioni delle varie parti di una stalla per bovini sono:
Nelle stalle si possono avere scompartimenti separati per il toro, le vacche partorienti, i vitelli. Negli allevamenti di una certa importanza si ha pure un locale d'isolamento per gli animali infetti, un locale per la lavorazione dei mangimi (trinciatura, molitura), una sala di mungitura. I bovini si fanno bere in vasche all'esterno, meglio se sotto tettoia. Nelle stalle con mangiatoie basse l'abbeveraggio si può fare in tazze disposte lungo la mangiatoia, in corrispondenza delle divisioni di posta.
Le scuderie. - Gli equini da lavoro si dispongono su una o due file di poste, quasi sempre con le mangiatoie addossate alle pareti. Per le scuderie doppie è preferita, quindi, la disposizione groppa a groppa. Le dimensioni che si adottano sono:
Al disopra della mangiatoia, a circa m. 0,50 dell'orlo, si suole disporre la rastrelliera. Le poste possono avere separazioni fisse o semplici battifianco; questi ultimi presentano molti inconvenienti. I cavalli di pregio e le giumente figliate sono con vantaggio mantenuti in scomparti, di pianta rettangolare o quadrata, dove l'animale rimane sciolto (boxes). Uno scomparto normale è di m. 3 × 3,50.
Annessi alla scuderia si trovano un ripostiglio per i finimenti, i quali vanno tenuti in un locale diverso da quello dove sono gli animali, e un locale per il deposito dei mangimi.
I porcili. - I suini temono soprattutto l'umidità e traggono beneficio dalle radiazioni solari, in special modo nei primi mesi di vita; per il loro ricovero si provvede con costruzioni fisse o con costruzioni mobili. I porcili fissi, su pianta rettangolare, possono avere una o due file di stalli, in comunicazione con cortiletti esterni (paddocks) e serviti da un corsia larga m. 2 circa. Uno stallo di m. 2,50 × 1,80 risulta adatto sia per un verro, sia per una scrofa nella seconda fase di gestazione o che ha figliato, sia per due scrofe nella prima fase di gestazione. I lattonzoli, i magroni e i suini da ingrasso si possono tenere in gruppi, assegnando a ciascun soggetto: 0,60 ÷ 0,80 mq. per i lattonzoli; 1 ÷ 1,20 mq. per i magroni; 1,60 ÷ 2 mq. per i suini da ingrasso.
La divisione degli stalli va fatta in maniera semplice, non ingombrante, tale da permettere una sufficiente circolazione dell'aria. Le mangiatoie, o truogoli, sono per lo più di cemento o di legno, alte all'orlo m. 0,22 ÷ 0,30 per gli adulti, 0,12 ÷ 0,15 m. per i lattonzoli. I porcili mobili sono piccole baracche di legno con pavimento sollevato dal terreno, facili a trasportare; ne esistono svariati tipi costruttivi.
Gli ovili. - Gli allevamenti di pochi capi, a carattere familiare, non impegnano, in genere, locali appositamente costruiti, bastando tettoie chiuse, oppure un angolo della stalla. I greggi per i quali si pratica la transumanza, tenuti d'inverno nelle zone litorali e d'estate in montagna, sono spesso sprovvisti di ovile, in particolar modo nelle regioni meridionali. Vantaggi non trascurabili, però, s'ottengono dall'uso del ricovero durante le intemperie e gli eccessi di temperatura. Tali vantaggi e la spesa limitata occorrente induce gli allevatori alla costruzione degli ovili. Si distinguono gli ovili chiusi, adatti alle zone elevate e gli ovili aperti, semplici tettoie o bassi porticati. La pecora, più che il freddo, male sopporta l'umido e il vento; d'estate preferisce stare all'ombra. Essenziale è, quindi, che i locali a essa destinati risultino asciutti, riparati dai venti, non eccessivamente alti (m. 2,50 sono sufficienti) e neppure ampî, perché negli ambienti grandi è facile il formarsi di correnti d'aria.
Gli ovili chiusi hanno ampie porte, finestre piccole, della superficie totale 1/15 ÷ 1/20 di quella del pavimento, mangiatoie mobili per potere suddividere gli ambienti in reparti di grandezza variabile e proporzionata ai gruppi. Il migliore pavimento per gli ovili è il terreno permeabile sul quale si sparge la lettiera. La superficie assegnata a ciascun capo varia con la razza che si alleva, con l'età dei soggetti e a seconda che si provveda o non si provveda all'alimentazione nel ricovero. Nel primo caso sono sufficienti mq. 0,50 × 0,70 per capo, nel secondo caso occorre invece:
I grandi ovili sono provvisti di un locale per la mungitura, di uno per la lavorazione del latte, di un terzo per la conservazione del formaggio, e di un dormitorio per i pastori.
I pollai. - I pollai vanno sistemati, di preferenza, su terreno permeabile, in località non umida, non battuta dai venti, esposta a sud. Essi si costruiscono in unità capaci di ricoverare gruppi da 15 a 50 individui, raramente gruppi più numerosi, anche quando si tratta di grandi allevamenti. La forma dei pollai moderni è quella di una grossa gabbia con copertura a unica falda; le finestre e il foro per l'ingresso e l'uscita dei polli sono aperti sulla parete più alta, la quale è sempre esposta a sud; la porta per la pulizia sulla parete laterale. Le finestre sono in parte con vetri, in parte con tela, che mantiene una leggiera ventilazione all'interno. Nelle regioni calde, ai vetri e alla tela, è sostituita la rete metallica.
I pollai si dispongono in parchetti non intensamente arborati, dove gli animali possono razzolare e prendere gli alimenti, e hanno un arredamento molto semplice che si riduce a un posatoio, a pochi nidi per la deposizione delle uova, a un abbeveratoio, a tramogge per l'alimentazione. Il proporzionamento dei pollai si fa tenendo presente che per ogni pollo è sufficiente una superficie di mq. 0,50, un volume di mc. 0,35, una larghezza da 0, 25 a 0,30 m. di posatoio, il quale deve distare dal prossimo di circa m. 0,35.
I locali per la lavorazione e la conservazione dei prodotti. I caseifici. - Nelle aziende con limitata produzione di latte, il caseificio si riduce a un solo locale, nel quale avviene la scrematura e la lavorazione del burro e del formaggio; e a un magazzino. Dove la produzione è notevole, il caseificio si compone invece di parecchi locali, che variano in numero e ampiezza non solo con la quantità di latte da lavorare, ma con il tipo di formaggio che si produce e col metodo di lavorazione. Nella bassa Lombardia si trova di norma: la stanza del latte, nella quale, in larghe e basse bacinelle capaci di circa 50 litri, avviene per affioramento la separazione della crema: il laboratorio o casone dove dalla crema si ottiene il burro e dal latte scremato il formaggio; il salatoio, dove il formaggio permane circa 40 giorni per la salatura; il magazzino o casera, che serve per la stagionatura del formaggio. A questi locali essenziali si aggiunge a volte una sala per il ricevimento del latte, la ghiacciaia per la conservazione del burro, l'abitazione del casaro. La stanza per il latte e la casera vanno costruite al centro del fabbricato, protette da corridoi e camere d'aria, perché in esse la temperatura abbia piccole escursioni intorno a 10°-15°.
I locali per il trattamento igienico del latte. - Il latte destinato al consumo diretto, per disposizione di legge, va sottoposto a filtrazione, pastorizzazione e refrigerazione, per poi venire imbottigliato e conservato in frigorifero in attesa della distribuzione. Il latte da consumarsi crudo riceve il trattamento suindicato escluso la pastorizzazione, ma deve essere munto con speciali accorgimenti, con mungitrici meccaniche o in apposita sala di mungitura. Il locale destinato al trattamento igienico del latte ha pavimento e pareti, fino all'altezza di m. 1,50, in materiale lavabile, finestre con reti di protezione contro gl'insetti aerei, aerazione studiata in modo da evitare che si formino correnti d'aria provenienti dalla stalla o dal locale per la lavorazione dei mangimi.
Gli oleifici. - I moderni oleifici si compongono essenzialmente di tre locali: l'olivaio, la bottega o laboratorio, l'oliaio o coppaia. L'olivaio è destinato alla conservazione delle olive disposte in unico strato di cm. 10-12 sul pavimento, oppure in castelli di graticci o di cassette a fondo permeabile. Nel primo caso un quintale di olive impegna circa mq. 1,5 di pavimento, nel secondo caso circa mq. 0,20. Occorre che l'olivaio sia ben ventilato. Nella bottega o laboratorio si esegue l'estrazione dell'olio dalle olive, praticando le operazioni di frangitura, prima pressione, rifrangitura, seconda pressione, separazione dell'olio dall'acqua di vegetazione. Tutte queste operazioni si eseguono a macchina, compresa l'ultima, per la quale s'impiegano con successo da qualche anno speciali centrifughe. L'oliaio o coppaia è destinato alla conservazione del prodotto in botti o in cisterne. A questi locali essenziali s'aggiunge una sala per il ricevimento, la scelta e lavatura delle olive; una tettoia per la sansa di risulta dalla lavorazione; una sala per il motore se non è elettrico; una stanza per la direzione e le analisi.
Le costruzioni enotecniche. - Quando non si tratta di enopolî a carattere industriale le costruzioni enotecniche si riducono alla tinaia e alle cantine. La prima occorre per le operazioni di ricevimento e controllo delle uve, di pigiatura (a volte anche di sgranatura e diraspatura) delle stesse, di fermentazione tumultuosa dei mosti, di torchiatura delle vinacce; le seconde per le successive operazioni di fermentazione lenta e depurazione dei mosti, di conservazione e affinamento del vino. La tinaia si costruisce fuori terra, con finestre adatte a regolare la ventilazione, esposte a sud nelle regioni settentrionali e a nord nelle regioni meridionali, perché, sia le temperature basse che quelle alte, ostacolano la fermentazione tumultuosa dei mosti. Le migliori condizioni si hanno intorno ai 13° o poco più. Le cantine si distinguono in due tipi: cantine di elaborazione e cantine di conservazione. Le prime servono quando si hanno vini nuovi abbisognevoli di elaborazione in botte, vini carichi di alcoolicità e acidità e quando si vuole in breve tempo rendere il prodotto atto al consumo; le seconde occorrono quando si vuole procedere a un invecchiamento lento di certi vini, alla conservazione prolungata di quelli che, per la loro scarsa alcoolicità, dovrebbero consumarsi in breve tempo dopo la loro confezione.
Le cantine di elaborazione si costruiscono fuori terra o interrate per 1/3, con finestre normali, poiché in esse la temperatura deve poter essere regolata con la ventilazione. Le cantine di conservazione sono interrate, dovendosi in esse realizzare la temperatura più bassa e costante possibile, con ventilazione assai limitata, appena sufficiente a impedire la formazione di muffe.
I locali di cura e custodia per i tabacchi. - I locali di cura e custodia servono per le operazioni di essiccamento, di cernita, di ammannocchiamento, alle quali sono sottoposte le foglie di tabacco. Si distinguono: locali per la cura a fuoco diretto, locali per la cura all'ombra, locali per la cura al sole. In Italia interessano principalmente i locali per la cura a fuoco diretto e quelli per la cura al sole. I primi occorrono quando si coltivano tabacchi pesanti, Kentucky e similari; gli altri quando si coltivano tabacchi leggieri, brasile beneventano e leccese. La cura a fuoco diretto si pratica con l'azione combinata del calore e dell'umidità e per essa sono sufficienti locali rustici in muratura, ben chiusi dai quattro lati, con copertura semidisperdente, cioè costituita da sole tegole, senza sottotetto, in maniera che attraverso le connessure venga assicurato un lento e graduale disperdimento dell'umidità che si sprigiona dalle foglie. La superficie coperta necessaria per un ettaro coltivato a tabacco pesante è, per locali a 4 piani di foglie, di 50-60 mq. Per la cura al sole può servire qualunque locale, purché sia asciutto e si possa ben ventilare, dato che il tabacco, eminentemente igroscopico, deve essere arieggiato quando si carica di umidità, altrimenti ammuffisce. Sono ritenuti sufficienti mq. 80 di superficie e mc. 400 di capacità per ogni ettaro coltivato.
I magazzini per la conservazione dei cereali. - Questi magazzini, detti specificamente granai quando servono per le cariossidi del grano, possono essere di tre tipi: a piano orizzontale, a cella verticale (silos), a fossa. Al primo tipo appartengono tutte le stanze adibite a magazzino, dove il cereale è tenuto in sacchi, in cassoni, a mucchi o a strati dello spessore massimo di m. 2. I magazzini a piano devono essere ventilati non intensamente, ma con uniformità; perciò sono provvisti di numerose e non ampie finestre, munite di chiusure e protette da rete metallica con maglie di circa 1 mm. di lato, per impedire l'ingresso degli insetti dannosi. I silos sono serbatoi cilindrici costruiti fuori terra, ad asse verticale e sezione circolare o quadrata o rettangolare. Hanno al disopra un locale per il caricamento e in basso sono foggiate a tramoggia per lo scarico. Le fosse sono scavate sotto il piano di campagna in terreno ben drenato, vengono rivestite di muratura e intonacate. La loro forma è cilindrica o troncoconica, con la base minore in alto e la maggiore raccordata con una calotta sferica. Le fosse sono comuni in provincia di Foggia e in Sicilia. I magazzini per cereali devono essere innanzi tutto asciutti, con pareti a superficie liscia e prive di fessure, costruiti in maniera che all'interno le escursioni di temperatura siano minime. Questa non dovrebbe superare i 15°. Alla buona conservazione dei cereali concorrono le condizioni nelle quali essi entrano in magazzino; occorre per questo che le cariossidi provengano da piante raccolte agronomicamente mature, che siano secche e sane. In ogni modo il prodotto va sorvegliato; al primo inizio di riscaldo la massa dev'essere arieggiata, al primo attacco di insetti si deve procedere a disinfezione col solfuro o col tetracloruro di carbonio.
I fienili e i pagliai. - Nelle località dove la neve cade raramente o fonde presto, si usa tenere il fieno e la paglia all'esterno, in mucchi di varia forma, costruiti in maniera da impedire le infiltrazioni di acqua nei cumuli. Quando si vuole ottenere una migliore protezione si ricorre alle tettoie isolate, con le pareti in parte chiuse, o a locali ampî situati sulle stalle. L'umidità è la causa principale del deterioramento del fieno e della paglia, poiché essa con la temperatura alquanto elevata crea condizioni favorevoli allo sviluppo dei germi, i quali dànno luogo ad ammuffimento e putrefazione. Quando l'attività dei germi porta a temperature oltre i 65° può iniziarsi un lento processo di combustione con sviluppo di idrocarburi e anche determinarsi il fenomeno dell'autoaccensione della massa, se gli idrocarburi venissero ad ampio contatto con l'ossigeno dell'aria.
I silos per foraggio. - Per la conservazione del foraggio verde o semiessiccato si ricorre a serbatoi cilindrici, di altezza fino a 15 m. e diametro massimo di m. 6, con aperture laterali per il carico e lo scarico. Si distinguono due tipi: i silos senza compressione (detti americani) e i silos con coperchio a compressione (detti italiani). Nei primi, il foraggio, in genere mais trinciato, si comprime per il proprio peso; nei secondi, la compressione avviene sotto l'azione di un coperchio, spinto da pesi, in ragione di 3-4 q. per mq., o da mezzi meccanici.
I silos si costruiscono di cemento armato, in strutture miste di laterizî forati e cemento armato, in ferro e lastre di cemento-amianto, o anche interamente di ferro.
Le concimaie. - La tecnica della razionale conservazione del letame di stalla è tutta rivolta al fine di regolare il processo di maturazione, che le deiezioni solide e liquide degli animali, mescolate alla lettiera, subiscono prima di essere incorporate nel terreno, in maniera che minime siano le perdite, d'altra parte sempre notevoli, della materia organica e dei principî fertilizzanti, azoto, anidride fosforica e potassa.
All'uopo servono le concimaie, le quali possono essere a piattaforma con pozzetto per colaticcio, a piattaforma con maceratoio, a fossa. Il tipo più semplice è quello a fossa; serve bene ai piccoli allevamenti e nei climi caldo-aridi; gli altri due sono simili perché entrambi formati da piattaforme impermeabili e da un pozzetto, ma si distinguono per quest'ultimo che è coperto nel primo tipo, e aperto e poco profondo (maceratoio) nel secondo. La superficie delle piattaforme, o la capacità della fossa, si proporziona al numero degli animali che si allevano, con criterî diversi secondo la specie, il metodo di allevamento e i modi di utilizzazione del letame.
Le cisterne e i pozzi. - L'approvvigionamento di acqua potabile si fa in campagna per lo più con pozzi o con cisterne. I pozzi, se trivellati profondi, offrono le maggiori garanzie dal punto di vista igienico, ma non sempre è possibile adottarli. I pozzi scavati sono i più comuni, ma si possono facilmente inquinare e, perciò, devono essere ubicati possibilmente a monte delle abitazioni, a sufficiente distanza dalle stalle, dalle concimaie, dai lavatoi, dagli abbeveratoi, tenuto presente il movimento della falda d'acqua sotterranea. I pozzi si devono costruire in buona muratura, con pareti intonacate a cemento fino a livello della falda d'acqua, e devono essere coperti e protetti intorno a mezzo di pavimento impermeabile con pendenza verso l'esterno.
Le cisterne, in mancanza di meglio, possono rendere utili servigi, ma è necessario che siano ben costruite e riparate da cause di inquinamento, che abbiano un filtro a sabbia, che la superficie di raccolta sia tenuta pulita e vi sia inoltre un dispositivo il quale devii le acque delle prime piogge.