cotale
1. In 14 su 22 attestazioni complessive della Vita Nuova (ove c. non appare in poesia, e una sola volta [XV 3] ne è attestato il plurale, ‛ cotali '; d'altronde non vi si trovano neppure l'apocopato ‛ cotal ' né il plurale ‛ cotai ', esclusivo della Commedia), c. richiama e riprende una parola identica o sinonimica sia della stessa frase sia di quella immediatamente precedente: II 9 nulla volta sofferse che Amore mi reggesse sanza lo fedele consiglio de la ragione in quelle cose là ove cotale consiglio fosse utile a udire; XV 1-3 mi giunse uno pensamento forte, lo quale... continuamente mi riprendea... E a costui rispondea un altro, umile, pensero... Onde io, mosso da cotali pensamenti, propuosi di dire certe parole, ne le quali, escusandomi... da cotale riprensione, ponesse... di quello che mi diviene presso di lei; cfr. inoltre XIV 14, XVI 5, XVIII 3, XXII 2, XXIII 6, XXV 10, XXVIII 3 lo numero del nove ha preso luogo tra le parole dinanzi, onde pare che sia non sanza ragione, e ne la sua partita cotale numero pare che avesse molto luogo; XLI 7 avvegna che io non possa intendere là ove lo pensero mi trae, cioè a la sua mirabile qualitade, almeno intendo questo, cioè che tutto è lo cotale pensare de la mia donna, però ch'io sento lo suo nome spesso nel mio pensero. In questi passi, alla deissi anaforica si accompagna in c. un rilievo qualificatorio, quasi D. dicesse che la cosa poco prima allusa, della quale c. è attributo e che in tutte le attestazioni della Vita Nuova è indicata da un sostantivo astratto (tranne nell'unicum di fronte a donna, V 2), si distingue per sue caratteristiche peculiari di novità, d'importanza: c. è attributo, infatti, di veduta (XVI 5), fantasia (XXIII 6), tristizia (XXII 3), vesta (di figura o di colore rettorico, XXV 10), modo di parlare (XXV 6, detto di chi cominciò a dire sì come poeta volgare), desiderio malvagio (XXXIX 6; ma con maggior risalto deittico, al § 2 si legge questo cotale malvagio desiderio, per cui v. B. Giamboni Il libro de' vizi e delle virtudi XXII 7 " questa cotale cena ": la funzione anaforica ed elogiativa insieme del sintagma è chiara, tenendo presente l'inizio del capitolo, La terza cena sì è detta cena perfetta; v. oltre, 3.). All'interno del parametro espressivo di c., ha rilievo la funzione elogiativa in Vn V 2 Vedi come cotale donna distrugge la persona di costui, quella deittica in XXIV 10 - unico caso di uso predicativo di c. -, poi che questi [Amore] fue alquanto stato meco cotale [cioè, allegro], ove D. riprende e precisa i vv. 6-7 del sonetto Io mi senti' svegliar, in Vn XXIV 7 (e 'n ciascuna parola sua ridia. / E poco stando meco il mio signore...).
2. Nelle Rime ricorre 6 volte la forma tronca ‛ cotal ' (una volta in inizio di verso, in LX 14 cotal disio de l'ascoltar mi vene) e una volta, in rima, ‛ cotali ': CVI 140 esser amata da questi cotali: la funzione di c. è, in questo verso, pronominale-anaforica, e il valore semantico implica condanna (cfr. CVI 132 In ciascun è di ciascun vizio assembro), come negli usi aggettivali di CVI 144 (Oh cotal donna pera, per cui cfr. vv. 145-146 che sua biltà dischiera / da natural bontà) e - in tono diverso, tuttavia - di CI 22 per potere scampar da cotal donna (per cui cfr. vv. 7-8 questa nova donna / si sta gelata come neve a l'ombra). L'implicazione semantica di " inconsueto ", " strano " si trova anche in XCI 39 E io 'n cotal voler [di morire] fermato fui (cfr. vv. 36-38 amore... / che la morte face piacer), e si accentua nell'accezione di " così intenso ", " così vivo ", nel cotal disio del già citato LX 14 (cfr. XCI 40 il gran disio ch'io sento).
3. Nel Convivio la forma apocopata ‛ cotal ' ricorre 5 volte (una delle quali è l'unica in poesia: IV Le dolci rime 36), quella non apocopata ‛ cotale ' 28 volte e il plurale ‛ cotali ' 16 volte.
3.1. ‛ Cotal ' non è mai preceduto da aggettivo dimostrativo, e unisce al significato di " così tanto " una certa indeterminatezza deittica, in Cv IV Le dolci rime 36 Io fui / nepote, o figlio, di cotal valente. Ha funzione prolettica in I VI 2 Dico che 'l latino non sarebbe stato servo conoscente al signore per cotal ragione (cfr. I VII 3 che a lo latino fosse stato impossibile, come detto è, si manifesta per cotale ragione), mentre in III VIII 1 e 3 è attributo di un sostantivo usato in precedenza, e a questo rinvia. Ha valore di " così arduo ", " così complesso ", in IV XXVIII 12 Se io non fosse per cotal cammino passato, questo tesoro non avre'io.
3.2. Come aggettivo, c. è attributo, preposto al sostantivo 9 tolte (I VII 3; III VIII 22 cotale effetto; IV XX 3 e 5 di cotale schiatta; XXI 6 cotale produzione; XXVIII 4 cotale morte; XXII 1 e 11; XXIX 10 per cotale modo [" in questa particolare accezione "] si può dicere nobile una schiatta), e due volte posposto: una in rima (IV Le dolci rime 92), una in XXIX 9 in questo tutto cotale (ove si allude a un altro tutto... che non ha essenza comune con le parti, di cui D. parla nel periodo precedente).
C. ha funzione di predicato in 5 casi, e significa " di tale specie ", " di tal fatta ", " così ", " analoga a quella ", in I VII 7-8 la mia obedienza... è... in parte spontanea. E cotale sarebbe stata quella del comento latino; e per conseguente non sarebbe stata obedienza comandata interamente. Che fosse stata cotale appare per questo...; cfr. II XIV 6, III VII 7 E questi cotali chiama Aristotile... divini; e cotale dico io che è questa donna. Si osservi il rapporto con qual in III IX 9 acciò che la visione sia verace, cioè cotale qual è la cosa visibile in sé.
In altri cinque casi, ove c. è attributo, ma preceduto da ‛ questo ', ‛ quello ' (III III 9 quello cotale cibo; X 6, X 3 questo cotale sensuale giudicio; IV XIII 2; XXI 9 in questa cotale anima), la funzione deittica è svolta dal dimostrativo precedente. Come pronome, c. è preceduto da ‛ quel ' in I IV 7, da ‛ questo ' in IV XXIX 5, XX 8, ed è seguito da altro aggettivo qualificativo in IV VII 10 questo cotale vilissimo (da intendersi " quest'uomo estremamente vile, che è tal, che è morto e va per terra "; cfr. il costrutto questa gentilissima, diffuso nella Vita Nuova), e in IV XXVII 7 Né questo cotale prudente non attende [chi] li domandi ‛ Consigliami ' (da intendersi " quest'uomo, fornito di una prudenza dalla quale, come si è detto, vegnono li buoni consigli ").
3.3. Al plurale, c. funge da pronome in I VI 4 (dico in genere che cotali sono quasi bestie). Altrove è preceduto da dimostrativo, sia nelle due occorrenze in cui è aggettivo (III VIII 17 questi cotali vizii; IV XXIII 6 tutti questi cotali effetti), sia nelle 13 in cui è pronome: questi cotali appare con accezione di disapprovazione e di biasimo in I IV 3 questi cotali non conoscono le cose se non semplicemente di fuori; IV 5 questi cotali tosto sono vaghi e tosto sono sazii; IV 7, XI 14; III XI 11 questi cotali meno partecipano del nome del filosofo che alcuna altra gente; IV XV 14 questi cotali mai per loro non cercano né ragionano; XV 16 di questi cotali sono molti idioti che non saprebbero l'a.b.c.; XX 8; I XI 21 tutti questi cotali sono li abominevoli cattivi d'Italia che hanno a vile questo prezioso volgare; appare, invece, con accezione positiva, in III VII 7 questi cotali chiama Aristotile... divini; IV XXX 5.
3.4. Quelli cotali s'incontra due sole volte, una con accezione di chiara riprovazione (III II 18 quelli cotali sono chiamati ne la gramatica ‛ amenti ' e ‛ dementi ', cioè sanza mente), una senza altra funzione se non di richiamo (IV XXIV 7).
4. Nella Commedia, con 27 occorrenze ‛ cotal ' prevale, al singolare, su c., delle cui quattro occorrenze tre sono in rima (If XI 23, XII 25, Pg X 27) e una in inizio di verso, di fronte a sostantivo cominciante per vocale (Pd XXVI 27 cotale amor convien che in me si 'mprenti). Al plurale, 7 sono le occorrenze di ‛ cotai ', mai in rima, e 9 quelle di ‛ cotali ', che ritorna 6 volte in rima, due di fronte a vocale in inizio di verso (If V 85 cotali uscir, Pg XXX 16 cotali in su la divina basterna, sebbene Co rechi Chotal) e una in If XXXIV 82, di fronte a scale (ma Urb reca iscale).
4.1. Per quanto riguarda la funzione, al singolare ‛ cotal ' è attributo in 14 occorrenze: in inizio di verso appare in If XXIV 50, XXXIII 124, Pd XV 90; in penultima posizione in If XIII 92, XXIII 127, XV 22, XXVII 60, XXXI 93, Pd XIV 39, XXVII 118; in altra sede, in If XXII 106, Pg XI 125 (in terzultima sede, come in Pg XIV 85), XXXIII 118, Pd XXXII 71. È predicato in If XII 10 (inizio di verso), Pg I 135 (in correlazione con qual, come in Pg II 16 e XVIII 94, Pd XIX 94, XXXIII 61, in inizio di verso), Pg XVII 27, Pd IV 115 (inizio di verso), VII 16 (penultima sede), XXX 34 (in inizio di verso, seguito da qual) e XXXIII 100.
C. è attributo in If XI 23 (ove è posposto al sostantivo: ingiuria è 'l fine, ed ogne fin cotale / ... altrui contrista), Pd XXVI 27; è predicato in Pg X 27. Colal è stato ritenuto avverbio - come notò il Parodi (Lingua 263) - in Pg XXXII 128 tal voce uscì del cielo e cotal disse (evidente emendamento, per evitare il seguito tal... cotal, è et questo disse di Ham); analogamente è stato considerato avverbio c. in If XII 25 (qual è quel toro che si slaccia... / vid'io lo Minotauro far cotale). Ma la struttura dei passi del Giamboni (Il libro de' vizi cit. XV 6 " La fede era vestita d'un umile vestimento e stava tutta cotale accercinata "; XIX 2 " e sta tutta cotale aviluppata "; XX 1 " La Fede era mal vestita e stava cotale [" così ", " in tal modo "] aviluppata "), in cui c. ha funzione avverbiale è, indubbiamente, diversa - e insieme meno equivoca - da quella delle attestazioni dantesche, ove c., in quanto dipende da verbo transitivo, può intendersi come neutro, " una cosa di questo genere " (per un uso analogo di ‛ cotanto ', cfr. sub v., 1.), con le connotazioni semantiche che vedremo oltre (cfr. 4.3.).
4.2. Al plurale, ‛ cotai ' è attribuito in If II 111 dopo cotai parole fatte, XIX 118 E mentr'io li cantava cotai note, XXIV 120, Pd IX 59, XXIV 26. È pronome in If IV 39 e di questi cotai son io medesmo, e predicato, in inizio di verso, in VI 31 Qual è quel cane... / cotai si fecer quelle facce lorde; per If XII 25 cfr. 4.1.
‛ Cotali ' è attributo soltanto in I f XXXIV 82 (cfr. sopra, 4.) e Pg XXVII 118 Virgilio inverso me queste cotali / parole usò, ove sononotevoli il nesso con altro dimostrativo (cfr. 3.3.) e l'enjambement, come in If XXVI 4-5 cinque cotali / tuoi cittadini. Altrove c. è predicato: If V 85 (ove riprende il Quali colombe dal disio chiamate, del v. 82), XXXIV 48, Pg XXIX 96, XXX 16 (riprende il v. 13 Quali i beati al novissimo bando; cfr. 4.), o pronome (If VII 49 tra questi cotali / dovre'io ben riconoscere alcuni; Pd VI 97 Omai puoi giudicar di quei cotali), con la stessa accezione di biasimo che si è osservata nelle analoghe strutture del Convivio (cfr. 3.3.).
4.3. I passi riportati rivelano la frequenza, nella Commedia, dell'uso di c. in similitudini; in questa funzione D. colloca c. per lo più in inizio di verso, spesso di terzina, ovviamente sostituendolo a ‛ tale ', metricamente meno adatto. Le oscillazioni semantiche, tra l'accezione di biasimo (If XXVI 4-5: cfr. 4.2.) e di lode (Pg XXVII 118, Pd XXXII 71 di cotal grazia, XXIV 26 l'imagine nostra a cotai pieghe / non che 'l parlare, è troppo color vivo), s'incrociano spesso con la funzione prolettica (If XIII 92 si convertì quel vento in cotal voce, XXIII 127 Poscia drizzò al frate cotal voce) o evocativa, con valore di " simile a quel che si è detto " (If XV 22 Così adocchiato da cotal famiglia, per cui cfr. vv. 20-21 sì ver'noi aguzzavan le ciglia, / come 'l vecchio sartor fa ne la cruna), o genericamente intensiva (Pg XI 125 cotal moneta rende / a sodisfar chi è di là troppo oso), in una serie di collegamenti espressivi analoghi a quelli osservati nelle altre opere di Dante. Anche l'apparente funzione avverbiale (cfr. 4.1.) di cotal disse (Pg XXXII 128), che anticipa l'esclamazione O navicella mia, com' mal se' carca!, e ne prelude il doloroso monito, esplicita il paragone, anticipato da qual [voce] esce di cuor che si rammarca (v. 127).
5. Nel Fiore l'aggettivo c. è attestato cinque volte al singolare nella forma ‛ cotal ', e cinque al plurale, nella forma ‛ cota ', ha sempre un'implicita connotazione ironica, se non peggiorativo-spregiativa - come si desume dal contesto e dai sostantivi cui c. è attribuito - sia nella funzione prolettica (cfr. LXXXVII 1 Per cotal convento / ... in mia corte enterrai, / che tutti i nostri amici avanzerai; XCVIII 1 cota' lupelli; CXI 1 Chi di cota' limosine è 'ngrassato / in paradiso non de 'attender pregio), sia in quella di riferimento a cosa già detta, come in CLVII 6 ben ti consento quel cotal donare (cfr. v. 1 Donar di femina sì è gran follia), CXIII 12 A cota' genti de' ciascun donare, CLXIX 7 non t'intrametter di cotal merdaglia, LXV 14 queste giovanette damigelle / ... ti crederanno ben cota' novelle. In CLVII 6 (v. sopra) e in CLXIV 11 (in queste cota' luogora si' usa, cioè a chiesa o vero a ballo o vero a piazza, v. 10) c. è preceduto da altro aggettivo dimostrativo. Invece, nell'unica attestazione del Detto (v. 66), c. ha valore allusivo-enfatico, ma non spregiativo: Per me cotal dì sia!
Come pronome, sono cinque le attestazioni del Fiore nella forma ‛ cotal ', una in quella c. (in rima, CXXII 3) e due al plurale, ‛ cotali ' (CXIII 4, in rima, e CLIX 7). È sempre preceduto da ‛ quel ' al singolare, da ‛ que ' ' al plurale, e allude prevalentemente a persone balorde o ingannatrici, come in CLXX 3 Né non amar già uom che 'n sua bellezza / si fidi... / in quel cotal non vo' che tu t'intenda; CLXXIV 5 Chi 'l su' amico pensa di pelare / ... quella cotal dovria l'uon maneggiare; CXXII 3 manovaldo mi fo, ma quel cotale / che mi vi mette l'abbiate per pazzo. In un elenco nel quale corrisponde all'odierno " la tale ", " la tal altra ", " questa ", " quella ", c., preceduto dall'articolo, riecheggia l'andamento popolaresco del discorso parlato, in XXXII 13 Tal è putta e tal si farda, / e la cotal ha troppo caldo il forno, / e l'altra follemente altru' riguarda.