COTILEDONE (dal gr. κοτυληδών "cavità"; fr. cotyledon; sp. cotiledon; ted. Keimblatt; ingl. cotyledon, seed-lobe)
Con questo termine, tolto a prestito dall'anatomia umana, improprio ma ormai consacrato dall'uso, si designa la prima o le prime foglie che si trovano già formate nell'embrione vegetale dentro il seme e che più giustamente si chiamano embriofilli o foglie embrionali.
La mancanza o la presenza, e, in tal caso, il numero dei cotiledoni ha fornito un carattere per distinguere tre grandi divisioni del regno vegetale: Acotiledoni, Monocotiledoni, Dicotiledoni (Lorenzo de Jussieu, Genera plantarum). Mancano di cotiledoni tutte le Crittogame o Sporofite, ne sono invece fornite le Fanerogame o Spermatofite, di cui le une ne presentano uno solo, le altre invece due, che in certe Gimnosperme (Abietinee) sembrano molteplici, perché divisi in lacinie sino alla base.
La presenza dei cotiledoni sul fusticino dell'embrione lo divide in due regioni distinte: l'inferiore, detta ipocotile e in diretta continuazione con la radice; e la superiore, chiamata epicotile.
Oltre che per il numero, i cotiledoni variano per forma, dimensione, comportamento nella germinazione, ecc. Tranne i casi di embrioni poco differenziati (Orchidee, Cuscuta), in generale i cotiledoni sono più o meno sviluppati e visibili già ad occhio nudo e quando sono molto grandi possono essere piegati dentro al seme in modi caratteristici (Crocifere). Fogliacei, laminari, poco diversi talora dalle foglie ordinarie (Ricinus, Cucurbita), assumono tal'altra forma massiccia diventando carnosi (Fasolacee, Quercus) e ciò a seconda che le riserve di materiali nutritivi nel seme siano contenute attorno ovvero direttamente dentro di essi.
Il cotiledone unico nelle piante Monocotiledoni in generale non si rende visibile all'esterno, neanche nei semi germogliati, perché rimane dentro al seme per assorbire i materiali nutritivi che lo circondano (cotiledone a scudetto delle Graminacee). Nelle Dicotiledoni le due foglie cotiledonari sono generalmente visibili, perché nella germinazione fuoriescono dal seme e anche dal terreno diventando epigee e verdi, mentre in altri casi, per l'insufficiente allungarsi dell'ipocotile, rimangono sotterra e si dicono ipogee.
Di regola i due cotiledoni sono eguali e simmetrici, talora tuttavia uno è più grande dell'altro (Trapa, Streptocarpus) e di regola pure cadono assai presto appena esaurita la loro funzione; per eccezione nello Streptocarpus il cotiledone piccolo muore insieme col fusto epicotile, mentre quello grande sopravvive e cresce ancora diventando molto più lungo e più largo; sul suo picciuolo si sviluppa una gemma avventizia che provvede all'ulteriore vegetazione della pianta.