COTTA, Paolo Michele, detto Catellano
Nacque a Milano nel 1484 da Catellano ed Elisabetta Pagnani che accrebbe le sostanze del ramo milanese della famiglia Cotta.
Preferì - come afferma nei suoi Memoralia - farsi chiamare Catellano in ricordo del padre, distinto legista entrato a far parte del Collegio dei giurisperiti di Milano nel 1480 e morto l'anno stesso della sua nascita. Si formò nelle discipline giuridiche alla scuola di Filippo Decio e Giasone del Maino, oltre che del più illustre Andrea Alciato, fondatore della "scuola culta", dal C. stesso definito nei Memoralia "omni parte consumatissimus, qui iureconsultos etiam aetate nostra latine loqui posse demonstravit et qui iuris civilis scientiam cum studiis humanitatis optime coniunxit". Ascritto nel 1512 - sotto Massimiliano Sforza - al Collegio dei giureconsulti di Milano, entrò l'anno seguente nel Consiglio generale succedendo ad Anchise Visconti nella carica di questore del Magistrato straordinario. Venne in seguito eletto vicario generale dello Stato con diploma del 14 aprile 1518; mantenne la carica di vicario di Provvisione negli anni 1529, 1548 e 1549. Mentre copriva tale incarico fece erigere in S. Babila, non lontano da porta Orientale, una colonna marmorea sovrastata da un leone a ricordo delle guerre contro Venezia. Entrato a far parte, il 7 dic. 1535, del Collegio dei sessanta decurioni, il 27 sett. 1543 venne come tale designato a propugnare i diritti della città nella compilazione dell'estimo.
Sposatosi con Paola di Pietro Landriani, ebbe ben otto figli; risiedé dapprima nella parrocchia di S. Protaso ad Monachos, quindi in quella di S. Babila. Assai facoltoso e prodigo, fondò una cappellania nella cappella patronale di S. Lucio papa nella chiesa di S. Babila come risulta dal suo ultimo testamento con rogito del 14 febbr. 1551 di Stefano Villa e codicillo del 12 luglio 1553, istituendo inoltre un fedecommesso vicendevole nei figli maschi e loro discendenti maschi e legittimi e sostituendo per l'usufrutto la figlia Sestilia e per l'eredità il nipote Cesare, con obbligo agli eredi estranei di assumere il cognome e l'arme della sua famiglia.
La famiglia senatoria dei Cotta, secondo quanto afferma il Muoni, primeggiava infatti in Milano sino dai primissimi anni del sec. X. Dopo essere stata a lungo investita del privilegio di assistere nella basilica ambrosiana alla coronazione dei Cesari, venne dispensata dall'intervenire a quella dell'imperatore Sigismondo per ordine di Filippo Maria Visconti. Alla morte di quest'ultimo nel 1447 Innocenzo Cotta osteggiò l'ascesa di Francesco Sforza, e, rendendosi partecipe del generale malcontento, si unì ad Antonio Trivulzio, Teodoro Bossi e Giorgio di Lampugnano instaurando l'"aurea repubblica ambrosiana".
Il C. morì nel 1553, e venne sepolto nella tomba da lui medesimo predisposta undici anni prima nella chiesa di S. Maria delle Grazie.
Vissuto a Milano in un periodo particolarmente difficile per il ducato, terra di conquista per Francesco I e Carlo V, tormentato da continui passaggi di truppe nemiche e dissanguato dall'imposizione di gravi tributi, il C. contribuì a consolidare la scuola giuridica milanese, valida anche se non famosa come quella della vicina Pavia, di più illustre e antica tradizione. "D'altra parte - afferma il Barni - anche forse involontariamente furono proprio questi giuristi a salvare il salvabile in un paese che di certo non poteva lottare contro le grandi potenze europee, rappresentate dal re cattolico e da quello cristianissimo".
Di carattere esclusivamente giuridico e per nulla originale la produzione del C., i cui scritti vennero spesso ripresi e inseriti in opere generali pubblicate anche in secoli posteriori.
Opere: Legum scholastici memoralia ex iurè divino, et humano excerpta, per ordinem literarum, Ticini 1551, dedicata al cardinale Trivulzio allora vescovo di Como; Legum scholastici memoralia ex variis doctorum lectionibus, per ordinem literarum, ibid. 1551, opera assai diversa dalla precedente come il C. afferma nella lettera dedicatoria allo stesso vescovo Trivulzio, nella quale inoltre asserisce di aver scritto il libro mentre era afflitto da una febbre autunnale per non interrompere gli studi legali; Memoralia ex variis utriusque iuris doctoribus collecta, Basileae 1545, Venetiis 1572, Lugduni 1556 e 1573, in cui si trova il carme di Andrea Alciato in lode del C. ("Echo mihi loquere, si placet. Placet..."); Statuta Mediolani cum appostillis clarissimi viri iureconsulti Mediolanensis Domini C. C. in meliorem formam quam antehac typis excusa, Mediolani 1552, Bergomi 1594; De laudibus patriae Mediolanensis e Orationes aliquot, citate da F. Picinelli (Ateneo dei letterati milanesi, p. 133), di incerta pubblicazione; Tractatio de iurisperitis, in G. Panciroli, De claris legum interpretibus, Lipsiae 1721, pp. 511-530, testo di carattere enciclopedico già in parte inserito nel Tractatus universi iuris, I, Venetiis 1584, ff. 137-139.
Bibl.: Il nome del C. ricorre spesso nelle opere a carattere enciclopedico in cui egli viene brevemente citato con bibliografia assai frammentaria e scorretta. Si veda, ad esempio, G. G. Frisi, Bibliotheca instituta et collecta, Tiguri 1583, p. 139; P. Moriggia, La nobiltà di Milano, III, Milano 1595, p. 125; S. Vitale, Theatrum triumphale Mediolanensis urbis magnalium, Mediolani 1644, p. 27; F. Picinelli, Ateneo dei letter. milanesi, Milano 1670, p. 133; A. Teisser, Catalogus auctorum, Tournes 1686, p. 52; P. Bayle, Dict. histor. et critique, Bâle 1738, p. 214 (che citando come Memorabilia i Memoralia editi a Venezia nel 1572, così commenta: "N'est qu'un pillage des autres aucteurs. Il le reconoit au frontespice de son ouvrage et cela le purge du crime de plagiaire"); L. Moreri, Le Grand Dictionnaire histor., IV, Paris 1759, p. 188; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese... di Milano…, III, Milano 1890, p. 374; G. L. Barni, La vita culturale a Milano dal 1500 alla scomparsa dell'ultimo duca Sforza, in Storia di Milano, VIII, Milano 1957, p. 439. Più diffusamente ne trattano F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolan., Mediolani 1745, II, coll. 48-3485; IV, coll. 1980-1991. Alla famiglia Cotta dedica particolare attenzione D. Muoni, Appunti geneal. sulla famiglia Cotta, Milano 1880, mentre specifiche tavole genealogiche sono state inserite dallo stesso in Famiglie notabili milanesi, a cura di F. Calvi, Milano 1881, II, pp. 1-8.