COTTA (lat. med. cotta, dal germanico)
Sorta di tunica ampia, con maniche lunghe, usata nel Medioevo da uomini e donne. Come termine militare cotta servì a designare varie specie di giubbe di maglie o scaglie di ferro (vedi sotto). Cotta d'arme è una specie di sopravveste che araldi e cavalieri portavano sull'armatura; poteva essere di tela, di panno, o di velluto, a volte assai ricca. Se ne conservò l'uso fino alla rivoluzione francese.
Liturgia. - La cotta è un indumento liturgico (superpelliceum) a forma di comoda tunica scendente sin presso i ginocchi, con maniche ampie (in questo differisce dal rocchetto), fatta di lino o cotone, bianca, orlata di merletto nel giro inferiore e ai polsi. Viene imposta dal vescovo ai chierici, come abito particolare che li distingue dal laicato, durante il rito con cui li ascrive al clero; è adoperata dal sacerdote, fuorché nella messa, in quasi tutte le altre funzioni. L'uso della cotta nella liturgia appare poco dopo il sec. X nell'Europa settentrionale, in sostituzione del camice che era troppo disagevole a tenere indosso su vesti che per il rigore del freddo erano foderate di pellicce; di qui pare che derivi il nome di superpelliceum. Adoperata in principio unicamente dai chierici inferiori, nel secolo XV era già d'uso comune nel rito romano. Varia di lunghezza, di taglio, di ornamenti; in Italia, è molto comune quella tutta pieghettata e con preziosi pizzi. Raramente si rinviene negli antichi tesori delle chiese storiche, perché, come la veste talare, è cosa individuale più che del luogo sacro.
Bibl.: V. Thalhofer, Handbuch der kathol. Liturgik, 2ª ed., I, Friburgo in B. 1912, pp. 518-21; G. Braun, I param. sacri, loro uso, storia e simbolismo (vers. di G. Alliodi), Torino 1915, pp. 81-84.
Cotta di maglia (francese colle de maille, haubert, haubergeon, jaque de maille, jaseran; sp. cota de malla; ted. Panzerhemd, Hulte; ingl. coat of mail). - Vestito di guerra, costituito da un abito succinto che abbracciava il corpo, le braccia e le gambe, e più tardi copriva anche le mani ed i piedi, ed era fatto o di maglie di ferro intrecciate fra loro senza sostegno di stoffe o di pelli, oppure di maglie e scaglie di ferro fermate a indumenti di stoffa o di pelle.
L'uso della cotta di maglia è antichissimo (v. armatura). Fu diffusa fra noi dopo le prime crociate, verso la metà del secolo XII e allora la cotta, il grand haubert dei Francesi, ricoprì il torso, le braccia e la parte superiore delle gambe dell'uomo d'arme; un cappuccio, pure di maglia di ferro, cioè il camaglio, completò la difesa della testa, e i guanti quella delle mani. Si ricorda come esempio interessante la statua (pietra tombale) nella cattedrale di Gloucester che si crede del duca Roberto di Normandia, morto nel 1134.
L'uso delle cotte di maglia quasi sole a difesa del guerriero "di qualità" durò per tutto il secolo XIII. Vennero poi in Italia, prima che altrove, i pezzi di piastra al petto, le alette sulle spalle, le cubitiere, i ginocchietti, le schiniere; e infine, verso il 1400, apparve l'intera armatura congegnata di piastra, cioè l'armatura bianca che sostituì le cotte di maglia, abbandonate agli arcieri e ai balestrieri cioè alla gente a piedi, la quale già da qualche tempo incominciava ad essere parte importante degli eserciti.
Ma gli uomini d'arme e i cavalieri non lasciarono del tutto la cotta di maglia, che fu portata di filo più sottile, sotto all'armatura, per difendere le parti che venivano scoperte nei movimenti di lotta: si dà come esempio la statua sepolcrale di Guidarello Guidarelli, di Tullio Lombardo, architetto e scultore della fine del sec. XV, e conservata nell'Accademia di belle arti a Ravenna.
Cessato l'uso della corazza non cessò quello delle cotte di maglia che talvolta venivano indossate sotto gli abiti (civili o militari) di stoffa, per protezione e sicurezza.
Come si può rilevare da quanto si è scritto le cotte non erano fabbricate o fatte tutte alla stessa maniera, ma erano ad anelli, a lame, a squame, fissate, o non, a stoffe o pelli.
La cotta ad anelli o anelletti (fr. cotte annelée) era composta d'anelli piatti, cuciti l'uno accanto all'altro, sopra tela imbottita, o pelle.
La cotta ad anelli sovrapposti (fr. cotte rustrée) era quella i cui anelli non erano collocati l'uno accanto all'altro, ma sovrapposti per metà gli uni sugli altri, in maniera da formare specie di catene piatte.
La cotta di maglia ad anelli ribaditi, detti a grano d'orzo (fr. grains d'orge), era formata completamente di maglie di metallo, senza rovescio e non aveva bisogno d'imbottitura. Le illustrazioni ne dànno due esempî, l'uno con anelli semplici, l'altro con anelli fatti di più fili e di metalli diversi, saldati insieme. A grano di orzo si chiama il modo di ribattitura degli anellini, i quali si uniscono a caldo, sovrapponendo le estremità e schiacciandole con un colpo di martello; vi si fa un forellino nel quale si fa passare un pernietto, e ad esso, con un successivo colpo di martello, si fa la testa, che presenta così un piccolo rilievo abbastanza somigliante a un granellino di orzo, onde il nome.
La cotta a squame o squamata (fr. écaillée o imbriquée), che si chiama pure ghiazzarino (fr. jaseran), consiste in squame o lamelle di metallo, cucite a filari e disposte come tanti embrici, sulla tela imbottita o sul cuoio. Ciò secondo il Demmin e secondo autori francesi, mentre l'Angelucci crede che il ghiazzerino sia la maglia piatta d'anelli.
La cotta a graticcio (fr. treillissée) era fatta di tela imbottita o di pelle, armata di strisce o di correggie di cuoio grosse, disposte a grata o a graticcio, in modo da formare tante losanghe o quadrati. Ciascuna losanga (o quadrato) era ornata da un chiodetto a testa ribadita, oppure i chiodetti erano fissati all'incrocio delle strisce.
Talvolta gli anelli della maglia o le scaglie del ghiazzerino erano fissati nell'interno delle vesti, le quali erano di stoffe ricche e a svariati colori (rascia di seta, velluto, ecc.); e all'esterno sporgevano le teste dei chiodi dorati, che costituivano ornamento. Quando a un'armatura non si sottoponeva la cotta di maglia completa, l'armatura stessa aveva frequentemente bordi di maglia alle parti deboli, così sotto le ascelle, alla piegatura delle braccia, intorno al collo del piede.