crampo
Brusca e dolorosa contrazione di un muscolo o di un gruppo muscolare, con fasi di accentuazione e di attenuazione, che si risolve dopo un periodo più o meno protratto, sia spontaneamente sia con lo stiramento brusco dei muscoli stessi o con la contrazione di gruppi muscolari antagonisti, o con massaggio. Qualsiasi movimento prolungato o di stiramento può provocare c., ma frequenti sono anche quelli a riposo, spec. notturni, dopo attività muscolare intensa. All’elettromiografia il c. corrisponde a una scarica ad alta frequenza e ampio voltaggio. L’accumulo di metaboliti nella contrazione protratta, insieme ad alterazioni ischemiche, sono la probabile causa del dolore da crampo. In alcuni casi di c. si è evidenziato un deficit di mioadenilatodeamminasi che agisce, in condizioni di aerobiosi, favorendo la rigenerazione di ATP dall’ADP; non è tuttavia del tutto chiara la specificità di questo enzima nella genesi dei crampi. Si possono sviluppare c. in quasi tutte le miopatie (➔), sia a riposo sia durante movimenti volontari (per es., nella distrofia muscolare di Becker e nelle miopatie congenite). Nelle malattie metaboliche e tossiche i c. sono molto frequenti (tetania e ipocalcemie, disidratazione, carenza di magnesio, uremia). Una forma familiare di c. con mialgie è dovuta alle delezione dello stesso gene della distrofina che causa la distrofia di Duchenne (➔). Una sindrome che associa c. a malassorbimento, alopecia e vari disturbi endocrini è di probabile genesi autoimmune e presenta sintomatologia crampiforme diffusa e grave. Malattie del motoneurone, compressione cronica delle corna anteriori del midollo spinale, scariche ectopiche che si originano nei gangli e nelle fibre afferenti sensoriali, iperattività da deafferentazione e rigenerazione neuronale, possono causare c. per vari meccanismi fisiopatologici, non chiari in tutti i casi: può trattarsi di potenziali prolungati dopo stimolazione di un nervo motorio o di polarizzazione instabile nella reinnervazione e nella rigenerazione neuronale.