CRATERE DI IPPOLITO, Pittore del (Hippolytos Painter; Maler des Hippolytoskraters)
Ceramografo corinzio del 575-56o a. C. (Corinzio Tardo). Il nome deriva dal cratere del Louvre E 636, con raffigurata la lotta di guerrieri sul corpo di Ippolito. L'Amyx lo ha chiamato Pittore di Ippolito; il Benson ha proposto Pittore del C. di I. per non creare confusione con un pittore di vasi di Kerč al quale è stato dato questo nome. Somiglianze nei motivi e nel disegno hanno fatto attribuire al Pittore del C. di I. varî crateri, anfore, oinochòai, òlpai. Il Benson suppone che un cratere del Vaticano (Albizzati 88) sia opera giovanile del pittore e che un gruppo di vasi, che chiama "Gruppo dei Cavalli Bianchi", rappresenti la sua tarda produzione. Come molti ceramografi corinzî intorno alla metà del VI sec. a. C., il pittore dipinge su ingubbiatura rosso-arancio, usa talvolta il giallo e, più estesamente, il bianco anche per animali e motivi floreali e lo stende direttamente sull'argilla. Forse il suo migliore lavoro è un cratere con la partenza di Antimachidas ed un fanciullo che saluta un guerriero, apparso nel mercato antiquario. La sua complessa scena ha movimento e vita; la policromia è piacevole e non eccessiva. Altri vasi riescono freddi e monotoni; sono anche di esecuzione più trascurata.
Bibl.: H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, pp. 109; 301, n. 779; 328 s., nn. 1455-1458; D. A. Amyx, Corinthian Vases in the Hearst Collection, in University of California Publ. in Class. Archaeology, I, 9, Berkeley 1943, p. 228, nota 29; J. L. Benson, Geschichte d. korinth. Vasen, Basilea 1953, p. 57 s., nn. 100 e 101. Auction Sale XVI, June 30, 1956, Classical Antiquities, Basilea 1956, p. 22, n. 77, tavv. 15-16. Cfr. J. L. Benson, Corinthian Vase-Painters, in Am. Journ. Arch., LXI, 1957, pp. 175 ss., che attribuisce il cratere al Pittore di Tideo.