CRATETE (Κράτης, Crates)
Comico attico; cominciò la sua carriera come attore di Cratino (v.), poi divenne attore egli stesso. Conseguì la prima vittoria il 449 a. C. E da questa data, che, su per giù, avrà coinciso col mezzo del cammino di sua vita, possiamo indurre la sua cronologia. Aristotele dice che egli per primo allontanò la commedia dal tipo aggressivo (ἰαμβικὴ ἰδέα), per svolgere argomenti d'indole generale. Sotto il nome di C. ci rimangono frammenti di quindici commedie; ma poiché ci furono due Crateti poeti comici, questo non ricchissimo patrimonio va pur diviso. Cratete l'antico avrebbe scritte sette commedie: sette titoli vanno dunque scelti fra quelli che ci rimangono. I frammenti sono troppo brevi e scarsi, e impossibile riesce riordire alcuna tela: sembrerebbe però che in Le fiere si discutesse se valgano meglio i comodi della civiltà o lo stato di natura. Un brano che ci rimane è cosa squisita; e prova quanto fosse giusto l'elogio che ne fa Aristofane nei Cavalieri (v. 577).
I frammenti in Meineke, Fragmenta poetarum comoediae antiquae, Berlino 1839; Kock, Comicorum atticorum fragmenta, Lipsia 1880.
Bibl.: Körte, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, col. 1623 segg.