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creare

Enciclopedia Dantesca (1970)
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creare (criare)


" Dare l'esistenza ", " far nascere dal nulla ", atto peculiare di Dio: ovviamente la maggior parte degli esempi danteschi si riferisce a questo significato principale del verbo: Cv II v 6 questi tre ordini fanno la prima gerarchia: non prima quanto a nobilitade, non a creazione (ché più sono l'altre nobili e tutte furono insieme create); Pg XVIII 19 L'animo, ch'è creato ad amar presto, / ad ogne cosa è mobile che piace; Pd v 20 Lo maggior don che Dio per sua larghezza / fesse creando; XXVI 84 Dentro da quei rai / vagheggia il suo fattor l'anima prima / che la prima virtù creasse mai; Fiore XXXV 10 Ed i' ho tal vertù dal mi' segnore / che mi criò; inoltre Cv II v 12 (due volte), III VII 16, XIV 7 (che traduce il passo di Eccl. 24, 14); Pg XII 25, XVI 80, Pd I 73, III 87, VII 36, 136 e 137, XII 58, XXIX 47, XXXII 65; Fiore CIX 10, CLXXXIII 4.

Per estensione, " far sorgere ", " determinare ", detto in particolare di sentimenti, pensieri, credenze: Rime LVIII 9 Tu Violetta... / con atto di spirito cocente / creasti speme; LXVII 77 e conobbe 'l desio ch'era creato / per lo mirare intento ch'ella fece.

Accezione più rara, " improntare di sé ", ha il verbo in Rime dubbie VII 8 Non credi tu... / ch'io mi ricordi di tua vita fella / sol per costei che la diana stella / criò e donde tu mai non ti parti?

Con il ‛ si ' passivante, vale " generarsi ", " sorgere ", " derivare ": Vn XV 6 13 [la pietà di chi osserva il poeta consunto d'amore] si cria ne la vista morta / de li occhi, c'hanno di lor morte voglia; If XI 63 Per l'altro modo quell'amor s'oblia / che fa natura, e quel ch'è poi aggiunto, / di che la fede spezïal si cria.

Il participio passato nei tre esempi di Pd VII 131 Li angeli... dir si posson creati, / sì come sono, in loro essere intero; XXIX 38 Ieronimo vi scrisse lungo tratto / di secoli de li angeli creati / anzi che l'altro mondo fosse fatto; XXXII 90 le menti sante / create a trasvolar per quella altezza; predomina il valore aggettivale in If III 7 Dinanzi a me non fuor cose create / se non etterne; Pd VII 135 li alimenti [" elementi "] che tu hai nomati / e quelle cose che di lor si fanno / da creata virtù sono informati; XIX 89 nullo creato bene a sé la tira.

Modificato dagli avverbi ‛ bene ' o ‛ male ', l'aggettivo acquista il valore specifico di " predestinato all'eterna salvezza " (Pd III 37 O ben creato spirito [" creato per la vera felicità ", Scartazzini-Vandelli], che a' rai / di vita etterna la dolcezza senti) e, rispettivamente, " generato per la dannazione eterna " (If XXXII 13 Oh sovra tutte mal creata plebe / che stai nel loco onde parlare è duro: " Mal creata... non quod a Deo male creata sit... sed quia suis malis operibus sit damnata ", Guido da Pisa), dove mal creata è sinonimo di mal nata di If V 7, e di mal nati di Vn XIX 8 27, If XVIII 76, XXX 48.

Sfumatura semantica più concreta, cioè " che è proprio di creatura ", ha in Pd XI 30 ogne aspetto / creato è vinto pria che vada al fondo, e XXI 96 si s'innoltra ne lo abisso / de l'etterno statuto quel che chiedi, / che da ogne creata vista è scisso.

Vocabolario
creare
creare (ant. crïare) v. tr. [lat. crĕare] (io crèo ..., noi creiamo, voi create, e nel cong. creiamo, creiate). – 1. Trarre, far nascere dal nulla, riferito spec. a Dio: Iddio creò il cielo e la terra; siamo stati creati a immagine e somiglianza...
creato¹
creato1 creato1 agg. e s. m. [part. pass. di creare]. – 1. agg. Fatto nascere, tratto dal nulla alla vita, come opera della creazione di Dio: o tu che, eterno, onnipotente, immenso, Siedi sovran d’ogni c. cosa (Alfieri). In senso più generico,...
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