SANT'AMBROGIO, Credenza di
Si formò a Milano nel 1198, quando il popolo minuto, dopo un periodo di gravi agitazioni, ottenne di poter partecipare al governo della città e formare una propria credenza accanto a quella antica costituita dagli elementi aristocratici.
I consoli della nuova credenza intervenivano negli atti di pubblico interesse insieme con il podestà e con i consoli di giustizia e dei negozianti. Da Galvano Fiamma si apprende che essa aveva la sua più antica sede in una casa munita di una torre che era prima della famiglia Bottazzi e che, secondo le ricerche fatte dallo storico Giulini, era situata in parrocchia di S. Galdino all'angolo delle vie dette appresso del Rebecchino e dei Mercanti d'oro. La torre fu ricostruita da Azzone Visconti, ma mantenne l'antico nome di Torre della credenza. A capo della credenza fu dapprincipio Drudo Marcellino, personaggio che risulta essere stato uno dei podestà cittadini nel 1201 e nel 1212 e uno dei consoli del comune nel 1205. Nel 1240 ne fu eletto capo Pagano della Torre e nel 1247 Martino, nipote di Pagano che fu chiamato con la nuova denominazione di anziano della Credenza di S. Ambrogio. Secondo il Giulini nel 1279 la credenza non esisteva più, invece secondo il Ghiron si sarebbe spenta tra il 1292 e il 1299. In quest'anno sorse un'associazione che prese il nome di Nuova Credenza di S. Ambrogio, ma era di carattere militare, contava 1000 soldati e aveva ottenuto dal Consiglio generale uno stendardo e sei bandiere con l'arma della città. Col ritorno dei Torriani nel 1302 essa perdette d'importanza e dopo il 1308 gli storici non ne fanno più menzione. A quando narra il Merula, nel 1311, cacciati nuovamente i Torriani, si voleva creare un'altra associazione consimile di 1200 soldati, ma ne fu tosto abbandonato il pensiero.
Bibl.: G. Giulini, Memorie della città e della campagna di Milano, VII e VIII; I. Ghiron, La credenza di S. Ambrogio o la lotta dei nobili e del popolo di Milano (1198-1292), in Archivio storico lombardo, s. 1ª, III e IV (1876 e 1877), pp. 583-609, 70-123; C. Manaresi, Gli atti del comune di Milano fino all'anno MCCXVI, Milano 1919, p. lxxvi.