credit-default swap
(credit default swap), loc. s.le m. Assicurazione su crediti insoluti.
• si è innescata una nuova corsa al rialzo dei derivati che misurano il rischio-Paese dei titoli della «periferia» europea. A partire dall’Irlanda, epicentro della crisi e secondo Paese dell’area euro a chiedere aiuto dopo la Grecia: i credit-default swap, inizialmente in negativo (perdevano 28 punti) sono girati in rialzo fino a raggiungere quota 508 punti. Stessa tendenza per Grecia (+36 punti a 1.004), Portogallo (+29 a 447), Spagna (a 267) e Italia (a 185). (Arena, 23 novembre 2010, p. 35, Economia & Finanza) • La JP Morgan ha annunciato, una decina di giorni fa, una perdita di due miliardi a causa del trading sui derivati. Trattava in particolare credit default swap, noti come Cds, ovvero quelle polizze assicurative volte a proteggere il rischio di insolvenza di qualsiasi emettente di obbligazioni. (Giorgio Brunetti, Gazzettino, 22 maggio 2012, p. 25, Lettere & Opinioni) • [Paul] Volcker naturalmente si riferiva alle innovazioni che dieci anni fa si ritorsero contro Wall Street: titoli strutturati o i «credit default swaps», derivati progettati durante una vacanza a Boca Raton, Florida, da un gruppo di banchieri di Jp Morgan nel 1994 per spalmare il rischio sui mercati nell’illusione di annullarlo. (Federico Fubini, Corriere della sera, 3 gennaio 2017, p. 25, Analisi & commenti).
- Espressione inglese composta dai s. credit ‘credito’, default ‘inadempienza’ e swap ‘scambio, baratto, cambio’.
- Già attestato nella Repubblica del 5 febbraio 2002, p. 29, Economia (Andrea Greco).