credito commerciale
Dilazione di pagamento concessa dall’azienda venditrice (il fornitore) al proprio cliente. A tutti gli effetti, il fornitore concede un prestito al cliente (in euro o in altra valuta), sostenendone il costo. La concessione di c. alle imprese e alle persone fisiche (sotto forma di fidi, prestiti personali, mutui, leasing ecc.) rappresenta l’attività principale (‘caratteristica’, nel lessico degli economisti) degli istituti finanziari. Il c. c. concesso dalle aziende ai propri clienti è invece un’attività collaterale, benché spesso indispensabile, che agevola l’attività delle imprese nelle relazioni con il mercato di sbocco e che, nella maggior parte dei casi, non prevede un interesse a carico del cliente, per il quale rappresenta una vera e propria fonte di finanziamento.
La concessione di c. c. è un costo e un rischio per le aziende. È un costo, perché, con esso, si rinuncia alla disponibilità di una somma di denaro (pari all’importo del c.) per un determinato periodo di tempo (pari alla durata dello stesso più eventuali ritardi di incasso) ed è un rischio di c. associato a un eventuale mancato incasso di tutto o di parte del c. stesso oppure a ritardi nel pagamento. È molto importante, dunque, valutare attentamente non solo l’entità del c. c. da concedere, ma anche il profilo di rischio delle controparti.
Le imprese hanno a disposizione una molteplicità di fonti informative per stimare il rischio di credito. Le principali sono: le informazioni raccolte negli incontri con il cliente; quelle desumibili dal comportamento passato del cliente (se è consolidato); quelle ottenibili dai bilanci del cliente o raccolte sul mercato e quelle fornite da società specializzate.