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CRESPI, Giuseppe Maria, detto lo Spagnolo

di Matteo Marangoni - Enciclopedia Italiana (1931)
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CRESPI, Giuseppe Maria, detto lo Spagnolo

Matteo Marangoni

Pittore e incisore. Nacque a Bologna nel 1665, e vi morì nel 1747. Giovanissimo rifiutò di andar a Roma alla scuola del Maratta e si allogò invece a Bologna con Angelo Michele Doni, abile disegnatore, con Domenico Maria Canuti che lo ebbe carissimo e lo avviò allo studio degli affreschi caracceschi di S. Michele in Bosco (Bologna), e con Domenico Cignani. Quando il Cignani, che può considerarsi come il suo primo maestro, si stabili a Forlì, il C. si allogò con Antonio Burrini, vivace e spiritoso pittore, la cui influenza non fu infeconda sul giovane che andava intanto compiendo la sua educazione con le opere dei Carracci e del Guercino, e più tardi si recò a Venezia, a Modena, a Parma, a Urbino, intento allo studio del Baroccio.

La prima grande opera del C. è del 1691; la decorazione di due soffitti di casa Pepoli a Bologna, raffiguranti Ercole e le stagioni, e l'assemblea degli Dei, di stile personale già formato, tutto spirito e vivacità di forme e di colore. Contemporanee sono due grandi tele: Chirone ammaestra Achille nel maneggio dell'arco, ora nel museo di Vienna e le Troiane che accecano Polimnestore nel museo di Bruxelles. Intorno al 1702 il C. venne a Firenze, per presentare al principe Ferdinando una delle sue opere più complete: la Strage degli Innocenti, ora agli Uffizî, in cui il colore domina con la sua nota personale, tutta raffinatezza, luci e trasparenze. Di poco posteriore è la Fiera del Poggio a Caiano, ritrovata insieme alla precedente nella villa del Poggio Imperiale, oggi agli Uffizî, dove per la prima volta appaiono quelle tonalità argentine che saranno la nota caratteristica del pittore, e ogni episodio è colto con senso acuto e burlesco e con una vena sottile di schietto umorismo. Spirito e arguzia che si ritrovano in alcuni quadretti di genere, ora in collezioni italiane e straniere (La pulce della Galleria degli Uffizî, altro di egual soggetto nella collezione Crespi di Milano e nel Museo civico di Pisa, La famiglia del pittore agli Uffizî, ecc.), nei quali il C. profuse la succosa e smagliante ricchezza del suo colore. Nel 1708 il pittore ritornò a Bologna nel periodo del più alto splendore della sua arte, e vi dipinse per il cardinale Ottoboni la serie dei Sette Sacramenti, oggi nella galleria di Dresda, l'opera sua più alta, dopo la quale poco restava da aggiungere al Piazzetta e al Tiepolo, per ottenere le loro ariose luminosità. La Cresima e la Comunione sono fra le migliori tele della serie: l'Ordine sacro rappresenta uno stadio successivo, tanto la composizione è sorprendente nella sua compendiosità, e il partito luministico più serrato e unitario.

Numerosi sono i dipinti che il C. compì per chiese di Bologna e dell'Emilia: ma egli spesso vi appare freddo e manierato; il che era logico, se pensiamo al suo temperamento vivace e burlesco. Il C. fu operoso ritrattista; lo dimostrano i suoi autoritratti degli Uffizî, della Pinacoteca di Brera, dell'Ermitage di Leningrado, raggianti di luce e vivacità; il ritratto del generale Pálffy della galleria di Dresda, ecc. Fu anche eccellente incisore, e giustamente famose sono le venti illustrazioni delle storie di Bertoldo e Bertoldino. Molte composizioni per cui egli fornì i disegni furono incise da Lorenzo Mattioli, suo amico, e ne portano il nome; figurano soggetti sacri o mitologici.

Artista originalissimo, vivo, plastico, vibrante, il C. è ben diverso da Rembrandt, del quale si è detto egli siasi giovato. Le sue qualità d'impasto e di luminosità passarono al Piazzetta e a Pietro Longhi suoi allievi: titolo non piccolo di gloria per la sua scuola.

Bibl.: G.P. Zanotti, Storia dell'accademia Clementina, Bologna 1739; L. Crespi, Vite dei pittori bolognesi, Bologna 1769; L. Lanzi, Storia pittorica dell'Italia, V, Bassano 1809, p. 192 segg.; A. Bartsch, Le peintre graveur, XIX, Vienna 1819, p. 393; H. Voss, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VIII, Lipsia 1913 (con bibl.); C. Ricci, Un dipinto dello Spagnuolo a Bruxelles (G. M. C.), in Rass. d'arte, 1922, pp. 105-07; M. Marangoni, G. M. C. detto lo Spagnuolo, in Dedalo, I (1920-21), pagine 575-91, 647-68; H. Voss, G. M. C. (Bibliot. d'arte illustrata), Roma s. a.; E. Modigliani, Dipinti inediti del C. "Lo Spagnuolo", ibid., IV (1923-24), pp. 415-24; F. Malaguzzi-Valeri, in Boll. d'arte, s. 2ª, V (1925-26), p. 140; id., in Cronache d'arte, III (1926), p. 26; id., ibid., IV (1927), pp. 83-93; G. Boffito, Le acqueforti del C. e le stampe dell'edizione illustrata del "Bertoldo" (Bologna, Lelio della Volpe, 1736), in Archiginnasio, XXI (1926), pp. 14-25; V. Lasareff, Studies on G. M. C., in Art in America, XVII (1929), pp. 3-25, 92-100; G. Pantanelli, Un celebre pittore bolognese del settecento in giudizio, in Archiginnasio, XXV (1930), pp. 121-25.

Vedi anche
Carracci, Ludovico Pittore (Bologna 1555 - ivi 1619), cugino di Agostino e di Annibale. Si formò dapprima con P. Fontana, poi a Firenze col Passignano. Fu anche a Parma, a Mantova, a Venezia e, con felice eclettismo, trasse spunti da Andrea del Sarto, dal Correggio, dal Parmigianino, dai grandi maestri veneziani: in patria, ... Guercino, Giovanni Francesco Barbieri detto il Pittore (Cento 1591 - Bologna 1666). Ritenuto uno degli artisti più rappresentativi della fase matura del barocco, la sua abilità tecnica e l'originalità del tocco ebbero notevole influsso sull'evoluzione delle decorazioni nel 17° secolo. La produzione del G. del tutto scevra dalle pesantezze e opacità ... Rèni, Guido Pittore (Bologna 1575 - ivi 1642). Tra i maggiori artisti del tempo, molto apprezzato dai contemporanei, operò a Roma, a Napoli ma soprattutto nella sua città natale. Vicino al classicismo carraccesco seppe darne un'interpretazione personale e controllata, che al di là dello studio dei classici lascia ... Rosalba Carrièra Pittrice (Venezia 1675 - ivi 1757). Allieva di G. A. Lazzari, poi di G. Diamantini e di A. Balestra, risentì anche l'influenza di G. A. Pellegrini e della pittura francese contemporanea. Nel 1705 fu ammessa nell'Accademia di s. Luca; nel 1720 nell'Accademia di Parigi. Ottima ritrattista, predilesse la ...
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    Enciclopedia on line
    Pittore (Bologna 1665 - ivi 1746). Studiò a Bologna con D. M. Canuti e, soprattutto, con D. Cignani e A. Burrini; fu a Venezia, Parma, Urbino e subì l'influsso del Parmigianino, del Baroccio e particolarmente del Guercino; durante il suo soggiorno presso Ferdinando de' Medici (1708-09) ebbe modo di ...
  • CRESPI, Giuseppe Maria, detto lo Spagnolo
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 30 (1984)
    Renato Roli Figlio di Girolamo, mugnaio, e di Ippolita Cospi, probabilmente imparentata con il senatore Ranuzzi Cospi, nacque a Bologna il 14 marzo 1665 (Bologna, Arch. Curia arciv., Registro battes., ad a. 1665, c. 73; Bologna, Bibl. comunale, ms. B 869: B. Carrati, Cittadini maschi battezzati in ...
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