Creta (Creti)
Isola dell'Egeo, a sud della Grecia, quinta per superficie tra le isole del Mediterraneo; presenta una caratteristica forma oblunga, in quanto si estende per una lunghezza di oltre 250 Km in direzione O-E, di contro a una larghezza media di circa 35 Km. Fin dall'antichità la posizione geografica di C. - quasi tramite tra la Grecia e l'Asia Minore e non lontana dall'Egitto (cfr. Aristot. Pol. II 7; Strab. X 374) - fu vista come un fattore determinante ai fini di un predominio politico e commerciale dell'isola nell'ambito del Mediterraneo orientale.
La talassocrazia cretese era legata alla leggenda del re-sacerdote Minosse, che in età mitica avrebbe affermato il proprio potere su tutti i mari circostanti, e a Dedalo sarebbe ricorso per la costruzione del favoloso labirinto di Cnosso. La potenza di C. appartenne tutta all'epoca preellenica e cessò con l'invasione dorica, in seguito alla quale si verificò il frazionamento interno dell'isola in tante città affatto indipendenti l'una dall'altra e dissidenti tra loro; tale evento portò a un susseguirsi ininterrotto di lotte civili e relegò C. al di fuori delle grandi competizioni politiche del mondo greco di epoca classica. Ma precedentemente e con ogni verisimiglianza per la durata di più di due millenni, l'isola aveva goduto di uno splendore mai raggiunto da altri stati greci. Gli scavi archeologici, iniziatisi alla fine del sec. XIX e proseguiti dal 1900 in poi a opera dell'inglese Arthur Evans per Cnosso e dagl'italiani Federico Halherr e Luigi Pernier per Festo e Haghia Triada, portarono alla scoperta della grande civiltà minoica, che secondo l'Evans ebbe inizio nell'età neo-eneolitica e raggiunse la massima fioritura nell'età del bronzo (dal 30 millennio al 1400 a. C. circa, attraverso tre periodi: antico, medio e tardo minoico). Un ulteriore approfondimento nella conoscenza della civiltà minoica o cretese si va raggiungendo attraverso lo studio della scrittura lineare B, che ha rivelato come la popolazione dell'isola appartenesse già a una stirpe greca.
Le nozioni del Medioevo circa la passata grandezza di C. si arrestavano naturalmente alla fase mitica, mentre della vicenda storica erano noti solo i vari momenti del decadimento: l'isola, dopo alterne e secolari vicende di successivi asservimenti, all'inizio del sec. XIII era caduta in mano dei Veneziani, che l'avevano contesa ai Genovesi dopo la IV crociata.
La menzione più diretta di C. ricorre in lf XIV 95, al centro di una terzina (" In mezzo mar siede un paese guasto ", / diss'elli allora, " che s'appella Creta, / sotto 'l cui rege fu già 'l mondo casto... "), in cui la constatazione della decadenza dell'isola in epoca storica si contamina con testimonianze mitiche desunte da Virgilio; il quale, a sua volta, descrive C. sulla falsariga della Hecatompolis omerica (Il. II 649) in Aen. III 104-106 " Creta Iovis magni medio iacet insula ponto, / mons Idaeus ubi et gentis cunabula nostrae. / Centum urbes habitant magnas, uberrima regna ". Di derivazione virgiliana (cfr. Aen. VIII 324 ss.) è anche il concetto dell'innocenza umana nell'età dell'oro, fiorita con Saturno, il dio che in D. risulta essere stato il primo re di C., secondo la versione del mito che, oltre a identificare Saturno con Cronos, pone nell'isola la sua dimora, in connessione con la leggenda che lo voleva fuggito da C. per sottrarsi al pericolo di cadere vittima del figlio Zeus, salvato dalla madre in una grotta del monte Ida.
Il nome dell'isola ricorre ancora due volte, nella variante Creti (derivazione dalla forma secondaria latina Crete, dal greco Κρήτη), in If XII 12, dove con la circonlocuzione l'infamia di Creti è indicato il Minotauro, e in Cv IV XXVII 17. In quest'ultimo passo D. riprende quasi testualmente la leggenda narrata da Ovidio in Met. VII 472 ss., secondo la quale, durante la guerra sostenuta da Atene contro C., l'ateniese Cefalo avrebbe chiesto l'aiuto di Eaco, re di Egina, citato da D. come caso esemplare di persona anziana dotata delle quattro virtù che si addicono ai vecchi: prudenza, giustizia, generosità, affabilità. V. anche VEGLIO di CRETA.