CRETA
(XI, p. 847)
Archeologia. - L'isola nel suo insieme. - Le ricerche più importanti degli ultimi dieci anni, pur estese a tutte le fasi archeologiche di C., hanno dato i risultati più originali nel campo riguardante le fasi più antiche di alcuni insediamenti, specie nella zona orientale dell'isola. Qui una ripresa di scavi nella località di Vassilikì ha portato alla scoperta di un notevole impianto urbanistico molto fitto nel Minoico Antico II A che, nella successiva fase B, si arricchisce di una grande piazza lastricata in cui convergevano strade fiancheggiate da edifici di molte stanze: gli scavi hanno restituito ceramica affine alla ceramica minia. Sempre nell'ambito della ripresa di vecchi scavi, Paleokastro (a est di Sitia) ha rivelato la sua fase più antica nel Minoico Antico II e il suo successivo sviluppo nel Medio Minoico I, quando nell'isola sorgevano i palazzi: la pianta della città è densa e continua con insulae irregolari, varie case avevano facciate molto ricche, la strada principale era pavimentata, interessante il sistema fognario; Paleokastro, distrutta nel Tardo Minoico I A e ricostruita nel Tardo Minoico I B, fu nel tardo periodo minoico fra le città più importanti di Creta.
Al Minoico Antico risale la vastissima necropoli di H. Photià, vicino a Sitia, formata da camere sepolcrali scavate nella roccia, precedute da un'anticamera a cielo aperto: il corredo totale di questa necropoli ammonta a ben 1800 vasi databili fra il Minoico Antico I e II. Nella stessa località la scoperta più singolare è quella di un edificio prepalaziale di pianta rettangolare, circondato da mura, composto da ben 38 vani, e con cortile interno: la ceramica è in gran parte Minoico Antico III e in parte Medio Minoico I A; numerosi gli oggetti in pietra. Sempre in C. orientale, restauri sono stati eseguiti a Mochlos e a Chamaizi, ove sotto l'edificio a pianta ovoide sono state rinvenute strutture precedenti risalenti al Medio Minoico I.
Tholoi ricche di sepolture e di materiali sono state rinvenute nel prosieguo degli scavi di Arkhanes, in C. centrale, non lontano da Cnosso; al periodo protopalaziale viene assegnato un edificio funerario a pianta absidata; una tholos sotterranea è usata fino al Tardo Minoico III; al periodo miceneo appartengono molte sepolture. Il complesso urbano del Tardo Minoico I della stessa località si è rivelato molto ricco, con edifici a più piani, cortili lastricati e strade processionali: tra il ricco materiale restituito, un gruppo plastico in avorio ricoperto di lamine auree e argentate, raffigurante una tauromachia, forse il primo esempio di tecnica crisoelefantina nel Mediterraneo.
Nella zona occidentale dell'isola, materiale neolitico è stato rinvenuto nella grotta di Geranoi, presso Retimno; una significativa, piccola tholos del Minoico Antico I è tornata alla luce a Nea Roumata non lontano da La Canea (greco moderno Chanià: antica Kydonia); un insediamento Minoico Antico, è stato rinvenuto a Debla, a ovest di La Canea. Tutto il periodo più antico, pre- e protopalaziale, è stato oggetto di revisioni cronologiche alla luce dei nuovi ritrovamenti, i quali però non offrono grandi discrepanze dalla tradizionale cronologia evansiana. Nella parte occidentale (v. oltre) sono ripresi i vecchi scavi nella valle di Amari (a sud di Retimno): in un grande edificio di Monastiraki si sono rinvenute cretule in argilla risalenti all'epoca protopalaziale e ceramica Camares molto simile a quella di Festòs; ad Apodoulou, in una tholos del Tardo Minoico III sono state rinvenute tre larnakes dipinte, insieme a un ricco corredo di vasi in pietra. Al periodo di passaggio Medio Minoico III e Tardo Minoico I risale una villa rustica tornata alla luce a Nerokourou presso La Canea, unico edificio del genere nella regione.
Dal quadro ricavabile da scavi che hanno interessato complessi urbani o palaziali, si nota ovunque come il Tardo Minoico I sia una fase travagliata di distruzioni, cui però segue quasi ovunque un processo di ricostruzione e di benessere economico che dura per tutto il Tardo Minoico. I più importanti luoghi di culto cretesi rivelano una continuità di frequentazione dal periodo più antico della loro fondazione fino al periodo ellenistico-romano, con alterne fasi di sviluppo e decadenza. Nella ripresa di antiche indagini nell'antro Ideo, sul monte Ida (odierno Psiloriti), ove si praticava il culto di Zeus, è tornata alla luce un'enorme quantità di oggetti assegnabili al Neolitico e a tutta l'epoca minoica; a una fase di decadenza successiva all'epoca minoica, subentrò nell'epoca geometrica una fase di ricchezza in cui affluivano al santuario avori dalla Siria e dalla Palestina; una grande ricchezza di documenti testimonia il culto di Zeus fino al 5° sec. d.C.
La stessa continuità si nota nell'altro santuario dedicato a Zeus in C., sul monte Youktas non lontano da Cnosso; nel santuario, scoperto nel 1972, dedicato a Hermes e Afrodite, a Kato Symi, vicino a Ierapetra, che offre una documentazione archeologica dal periodo protopalaziale al 3° sec. d.C., si sono scoperte ben 12 fasi architettoniche tra le quali è notevole un recinto quadrangolare che racchiude un podio monumentale databile al periodo neopalaziale; all'epoca geometrica appartengono piccoli nuclei culturali disposti su tre terrazze da cui provengono molti ex-voto zoomorfi; al periodo geometrico e arcaico sono databili lamine bronzee sulle quali è ottenuta, in rilievo, la figura umana. Continuità d'insediamento è pure riscontrabile a Kommos, presso Festòs, sul Mare Libico, ove dal 1976 una missione canadese sta riportando alla luce una città portuale, forse il porto di Festòs, in cui in contesti Tardo Minoico III sono state rinvenute ceramiche cipriote e cananee che testimoniano contatti con l'Oriente e la valle del Nilo; influenze fenicie sono riscontrabili nella prima età del ferro; la città minoica presenta un'estensione di 20.000 m2 e abitazioni e palazzi di grande architettura; un edificio sacro è usato senza interruzione dal 10° secolo al 150 a.C.; resti di un'imponente via lastricata fanno pensare a un diretto collegamento con Cnosso, sulla costa settentrionale dell'isola.
Ai periodi di passaggio fra l'età del bronzo e l'età del ferro vanno datati gli insediamenti che la ripresa di antichi scavi americani ha riportato alla luce a Kavousi.
Le scoperte micenee nel continente non modificano il quadro a noi già da tempo noto. Sempre più evidenti i collegamenti tra i tardo-micenei e l'Italia meridionale, la Sicilia e la Sardegna (per informazione sulle precedenti scoperte, v. anche cretese-micenea, civiltà: XI, p. 864; App. II, i, p. 724; III, i, p. 453; IV, i, p. 545).
Creta occidentale. − Quanti hanno lavorato a C. fino al 1964 si sono interessati principalmente ai resti minoici e micenei di C. centrale (palazzi di Cnosso, Festo, scavi di Haghia Triada e Tilisso) e orientale (palazzi di Mallia e Zakro, scavi di Gournia, Paleokastro). L'ovest dell'isola era considerato zona di scarso interesse archeologico, al punto che molti avanzarono l'ipotesi che la penetrazione minoico-micenea a ovest del monte Ida fosse stata pressoché inesistente.
La causa della scarsità degli interventi è da ricercare nell'assenza di una soprintendenza regionale distinta da quella di Iraklion. Tuttavia, durante l'ultimo conflitto mondiale, nel corso dell'occupazione tedesca di C., F. Matz intraprese una serie di importanti ricognizioni e saggi nella valle di Amari, a Monastiraki e Apodoulou e sulla punta NE del promontorio di Spatha che chiude il golfo di La Canea, al Diktynnaion, portando alla luce resti del periodo protopalaziale (Monastiraki e Apodoulou) e arcaico (Diktynnaion). Nel 1965 fu finalmente istituita la soprintendenza alle antichità di C. occidentale, con sede a La Canea, e da allora l'intera area emerge dall'oblio nel quale era caduta.
Nel 1969 I. Tzedakis scoprì l'importante e ricco cimitero di Armenoi, a 10 km a sud di Retimno. Finora oltre 200 tombe a camera, alcune delle quali incontestabilmente principesche, sono state esplorate. In una delle tombe, scoperta nel 1986, fu trovata un'anfora a staffa con iscrizione in lineare B, il che dimostra che la gente di Armenoi, o almeno parte di essa, parlava, scriveva e leggeva il greco miceneo. Nel cuore della città moderna di La Canea, sulla collina di Kastelli che sovrasta il vecchio porto veneziano, una missione archeologica greco-svedese, diretta da I. Tzedakis ed E. Hallager, sta portando alla luce i resti del palazzo minoico-miceneo di Kydonia, il quinto dei grandi palazzi rinvenuti a Creta.
Un abbondante materiale ceramico, litico ed epigrafico è stato finora scoperto. Nella primavera del 1989, uno scavo di emergenza sulla stessa collina di Kastelli ha portato alla scoperta di un grande bagno lustrale del periodo dei Secondi Palazzi e, nell'agosto 1989, un altro scavo ha consentito il ritrovamento della prima tavoletta in lineare B rinvenuta a C. fuori dall'area di Cnosso.
Oltre alla tavoletta in lineare B, il palazzo di Kydonia ha dato iscrizioni in lineare A su tavolette (circa 90), su dischetti di argilla (circa 60) e su cretule (circa 20). Queste iscrizioni risalgono al Tardo Minoico I B e sono coeve delle tavolette in lineare A rinvenute a Zakro, Arkhanes, Haghia Triada e Pirgo.
Negli strati del Tardo Minoico III B, oltre alla tavoletta micenea, sono state trovate a Kydonia alcune decine di iscrizioni vascolari in lineare B; l'analisi dei testi e dell'argilla delle altre iscrizioni vascolari micenee trovate nelle rovine dei palazzi di Tebe, Tirinto, Micene, e dell'insediamento di Eleusi sul continente greco ha permesso di stabilire che queste iscrizioni provenivano dal palazzo di Kydonia, che risulta quindi essere stato il più grande centro amministrativo miceneo cretese sorto dopo la caduta di Cnosso. Il palazzo cadde intorno al 1200 a.C., insieme agli altri centri amministrativi del continente.
Oltre ai ritrovamenti di Kydonia, C. occidentale ha fornito e sta fornendo molte altre testimonianze del periodo neolitico e di quello minoico-miceneo. Ci preme ricordare gli scavi tuttora inediti delle grotte di Geranoi e Plativola; lo scavo di Debla, lo scavo di Nerokourou; lo scavo di Samona e quello del santuario di Vrisinas.
Nella valle di Amari, particolarmente importante in quanto costituiva il punto di passaggio tra la costa sud e la costa settentrionale di C., consentendo così al commercio proveniente dall'Egitto di raggiungere le isole dell'Egeo e la Grecia continentale, le università di Retimno e di Napoli stanno scavando i resti di due grandi complessi architettonici del periodo protopalaziale distrutti intorno alla fine del Medio Minoico II B (1750 a.C.). Lo studio delle centinaia di cretule e di documenti amministrativi scoperti a Monastiraki permette di ricostruire i meccanismi che hanno portato alla creazione delle prime scritture egee. Significativa anche l'attività dell'Istituto di studi micenei ed egeo-anatolici del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Sybrita, a ovest dell'Ida; Nerokourou, ecc.).
Oltre agli scavi del periodo neolitico e dell'età minoico-micenea, C. occidentale è anche teatro di importanti ricerche che riguardano il periodo arcaico (sito di Eleuterna e di Aptera) e il periodo ellenistico romano (scavi di La Canea e di Kastelli Kisamou). Tutte queste ricerche, ora in atto, dimostrano che la parte occidentale di C. era, in realtà, una regione archeologicamente non meno ricca e stimolante delle altre dell'isola.
Bibl.: Una rassegna globale degli scavi a Creta e sul continente è nella Chronique des fouilles del Bulletin de Correspondance Hellénique, dal 1975 in poi; v. inoltre, sullo stesso argomento, i numeri degli stessi anni delle riviste greche: Το ῎Εϱγον, ᾽ΕϕημεϱὶϚ Αϱχαιολογιϰή, Πϱαϰτιϰὰ τῆϚ ΑϱχαιολογιϰῆϚ ῾ΕταιϱείαϚ.
Molti degli scavi sono in corso di pubblicazione. Per Vassiliki, A. Zois, Vassiliki I, Atene 1976; per Paleokastro, J. A. Mac Gillivray e altri, Excavations at Palaikastro, 1986, in Annual of the British School at Athens, 82 (1987), p. 135 ss., con la bibl. precedente; per Debla: P. Warren, I. Tzedakis, Debla, an early Minoan settlement in Western Crete, ibid., 69 (1974), p. 299; per Kommos, v. le relazioni di J. W. Shaw e i suoi collaboratori su Hesperia dal 1977 in poi; su Kavousi, v. Hesperia, 52 (1983), p. 389 e 55 (1986), p. 355. Per le revisioni cronologiche: P. Warren, Problems of chronology. Crete and the Aegean in the third and earlier second millennium B.C., in Amer. Jour. of Archaeology, 84, 4 (1980), p. 487; G. Cadogan, Early Minoan and middle Minoan chronology, ibid., 87, 4 (1983), p. 507. Sull'età del Bronzo e la prima età del Ferro: F. Schachermeyr, Die Ägäische Frühzeit, 5 voll., Vienna 1976 (2 voll.), 1979, 1980, 1982. Numerosi i congressi di argomento minoico: R. Hägg, N. Marinatos, Sanctuaries and cults in the Aegean bronze age. Athens 1980, Stoccolma 1981; Id., The Minoan thalassocracy: myth and reality. Athens 1982, Göteborg 1984; Id., The functions of the Minoan palaces. Athens 1984, Stoccolma 1987; utili gli annuali simposi della Temple University editi da Ph. Betancourt. Si vedano ora gli Atti del IV Congresso Cretologico 1976, i, 1 (e i, 2), Atene 1980-81, e gli Atti del V Congresso Cretologico 1981, in corso di stampa.
Sull'epoca micenea: T. P. K. Dickinson, The origins of Mycenaean civilisation, Göteborg 1977; Res Mycenaea, colloquio di Norimberga 1981, a cura di A. Heubeck e G. Neumann, Gottinga 1983. Sulla ceramica micenea: A. Kanta, The Late Minoan III period in Crete. A survey of sites, pottery and their distribution, Göteborg 1980; P. A. Mountjoy, Mycenaean decorated pottery, ivi 1986. Per l'epoca del passaggio fra l'età del Bronzo e l'età del Ferro: S. Deger-Jalkotzy, Griechenland, die Ägäis und die Levante während das ''Dark Ages'', Simposio di Zwettl 1980, Vienna 1983; Le origini dei Greci. Dori e Mondo egeo, Colloquio di Roma 1983, a cura di D. Musti, Roma-Bari 1985. Sui Micenei nel Mediterraneo: Traffici micenei nel Mediterraneo, Convegno di Palermo 1984, a cura di M. Marazzi, S. Tusa, L. Vagnetti, Taranto 1986.