CREUSA (Κρέουσα, Κρέοισα, Creūsa)
3°. - Figlia di Creonte, re di Corinto, moglie di Giasone, dopo che questi ebbe ripudiato Medea.
La vendetta della maga si esercitò su C., cui inviò in dono, come pegno di pacificazione, una veste nuziale avvelenata, entro cui C. morì. La vicenda interessò Euripide e Seneca, che dedicarono al mito due tragedie, intitolate a Medea. Le rappresentazioni figurate si ebbero soprattutto nella pittura vascolare e nei sarcofagi, come una anfora canosina con il palazzo di Creonte e un cratere del Louvre dove prevale la "narrazione continua" del mito, in scene successive. In tutte le raffigurazioni la protagonista è pertanto Medea (v.).
Separatamente vanno considerati i sarcofagi con rappresentazione delle nozze di Giasone e Creusa. Fra tutti, citiamo quello della Collezione già Lancellotti, ora nel Museo Naz. Romano.
Bibl.: Koch, in Pauly-Wissowa, 1922, c. 1825, s. v. Kreusa, n. 2; J. Ilberg, in Roscher, II, i, c. 1426 s., s. v. Kreusa; S. Reinach, Rép. Rel., II, p. 24; III, pp. 52, 314, 325, 328, 381; per le altre raffigurazioni si rinvia alla voce medea. Anfora da Canosa: R. Huddilston, Greek Tragedy, 1930, fotogr. in frontesp.; S. Reinach, Repertoire de vases peints, Parigi 1923-4, I, p. 362 s. Cratere del Louvre C. A. 2193: A. D. Trendall, Frühitaliotische Vasen, in Bilder Griech. Vasen, Lipsia 1938, p. i, n. 21. Sarcofagi: C. Robert, Die Antiken Sarkophag-reliefs, II, Berlino 1890, ss., p. 62, 196-197; 63, 199; 65, 201; Ch. Urlichs, Ein Medea-Sarkophag, in XXI Programm des von Wagnerschen Kunstinstitut, 1888, p. 4 s.