Cricket
La storia
Si può ipotizzare una derivazione del cricket dal croquet, gioco inglese diffuso anche in Francia nel tardo Medioevo e simile alla pallamaglio italiana. Negli anni successivi alla metà del 14° secolo, in Inghilterra, lo Hands in and hands out, com'era definito in origine il cricket, aveva già raggiunto una grande popolarità. Il re Edoardo III (1327-1377), preoccupato dal fatto che il gioco distoglieva i sudditi dalle arti militari, lo mise al bando, ma la legge risultò inefficace poiché il cricket continuava a essere praticato. Nel 1477 Edoardo IV fissò una multa di 50 sterline e due anni di prigione per chi praticava questo gioco e inoltre la confisca dei beni e tre anni di prigione per chiunque lo consentisse all'interno del proprio terreno.
Nei secoli successivi il gioco fu progressivamente ammesso e approvato, fino a essere considerato uno sport legale per i sudditi del re d'Inghilterra, grazie a un'ordinanza del 1748 emessa dall'alto tribunale del King's Bench di Londra. Nell'atto si leggeva che il cricket non aveva alcun contenuto negativo, tuttavia si sottolineava l'illegalità delle scommesse, con poste anche ingenti, che fiorivano intorno al gioco. Nel 18° secolo il cricket era ormai diffuso in tutto il countryside e adottato come passatempo principale sia dalla piccola nobiltà sia dalle classi sociali più basse.
In origine il cricket consisteva in due giochi distinti, chiamati club ball e stool ball. Nel primo i ruoli erano quelli di battitore (batsman), lanciatore (bowler) e ricevitore (fielder). Il battitore usava un bastone per colpire la palla, ricoperta di pelle conciata, ma non esisteva alcuna porta da difendere. Nel secondo gioco, invece, un palo funzionava da porta; il lanciatore cercava di colpirlo con la palla e l'avversario tentava di impedirlo, usando semplicemente le mani nude. Al battitore i punti venivano assegnati ogni volta che difendeva con successo il palo. Subiva l'eliminazione quando falliva nella difesa o quando il fielder s'impossessava della palla dopo che questa era stata colpita. In seguito fu adottato da parte del battitore un bastone e vennero introdotte due porte, distanti l'una dall'altra 22 yard (circa 20 m), ognuna costituita da tre paletti verticali. Nel tempo, il rozzo bastone del battitore si rifinì nella forma e il punteggio cominciò a essere calcolato con il sistema delle corse (runs) tra le due porte. Al termine di ogni corsa, il battitore doveva inserire la mazza in un buco scavato tra i paletti della porta. Veniva eliminato (run out) qualora il difensore della porta fosse più veloce a introdurre la palla nel buco prima del suo arrivo. Successivamente fu introdotta una nuova regola secondo la quale, dopo ogni corsa, il battitore doveva toccare con il bastone un paletto sollevato in alto dall'arbitro. Infine, venne tracciata una linea di corsa (popping crease) nell'erba, come nel cricket moderno.
Intorno alla metà del 18° secolo si verificò la trasformazione del cricket in sport strettamente codificato. Il nome è di origine onomatopeica e deriva dal suono prodotto dall'urto della palla contro i paletti. Sorsero i primi club, che usavano campi nei parchi pubblici, e uno di essi, lo Hambledon Cricket Club (HCC), situato nello Hampshire, attirò l'attenzione sfidando con poste in denaro alcuni dei grandi club sorti a Londra. Lo HCC mise per iscritto le regole e gli altri club, battuti, le accettarono. Furono sperimentati diversi modi di lanciare, ricevere e difendere la porta. All'epoca, per ogni corsa che il battitore portava a compimento veniva marcata una tacca su un palo, da cui l'espressione score (scalfittura, segno) per indicare il punteggio. L'uomo che graffiava con il coltello il segno era chiamato scorer: nacque così il termine che si sarebbe poi esteso ad altri giochi popolari come il football e, in generale, a tutti gli sport di squadra. Lo Hambledon disputò il suo ultimo match nel 1793, al Lord's Ground di Londra, il più importante sito nella storia del cricket. La sua vicenda si ricollega alla codificazione del gioco. Nel 1787 un gruppo di giocatori, conosciuto con il nome di White Conduit Club (WCC), decise che avrebbe preferito praticare il cricket in un terreno privato nei pressi del West End di Londra, piuttosto che usare i campi pubblici di Islington. L'uomo che acquistò l'area adatta agli scopi era un agiato imprenditore dello Yorkshire, Thomas Lord Esquire, proveniente dalle file del Marylebone Cricket Club (MCC), circolo londinese con sede a Marylebone Road. Nel maggio del 1787 si svolse sul campo del WCC la partita inaugurale tra i due club. In seguito, dei due sarebbe rimasto solo l'MCC, il circolo tuttora più prestigioso, i cui soci nel 1788 stilarono nuove norme di gioco. Il regolamento stabilito dall'MCC emendò le regole del 1755 dello Hambledon rimanendo pressoché invariato fino a oggi. Il volumetto originale, Laws of cricket, edito dalla tipografia reale HM Stationery Office, somiglia più a un testo del codice penale che a un regolamento sportivo. Per altre discipline, come il tennis o il football, non si pensò a una veste tipografica e a un titolo di questo tenore. Il cricket si stava imponendo come qualcosa di veramente speciale nell'ambito della società inglese. Nel 1813 il Marylebone si spostò in una zona ancora più esclusiva, al St. John's Wood, nei pressi di Buckingham Palace.
Ai tempi di Thomas Lord, il lanciatore tirava da sotto il braccio (underarm bowling); la palla correva rasentando il terreno e ciò comportò, nel tempo, l'allargamento della mazza (bat) alla base. Il primo tentativo di adottare uno stile di lancio con il braccio orizzontale sembra sia avvenuto nel 1897; in seguito, alcuni giocatori iniziarono a lanciare con il braccio verticale, sopra la spalla (overarm bowling), provocando controversie tali da costringere l'MCC a cambiare le regole per consentire questo nuovo tipo di lancio, il quale soppiantò definitivamente il tiro underarm. La nuova tipologia di lancio comportò la modifica delle dimensioni del bastone, che divenne ancora più largo per controllare meglio il rimbalzo della palla. Poiché nessuna regola poneva un limite alle misure della mazza, ci fu il caso di un match a Hambledon in cui il battitore usò un bastone largo quanto la porta. Si introdusse allora la regola secondo cui la mazza non poteva eccedere i 4,5 pollici (11,42 cm) di larghezza.
Nella prima metà dell'Ottocento non esistevano apposite divise per il cricket. Si indossavano abitualmente calzoni e calze di flanella bianca ed era buona norma togliersi la giacca. Alcuni giocatori portavano il cappello a cilindro e addirittura lo usavano per prendere al volo la palla, ma c'era chi obiettava a questa pratica e fu quindi stilata un'ulteriore regola che vietava di prendere la palla con il cappello. Se un giocatore fosse contravvenuto a tale norma, si sarebbe applicata la penalità di cinque corse extra a favore della squadra avversaria.
La grande diffusione del cricket andò di pari passo con l'espandersi dell'Impero britannico sotto la regina Vittoria (1837-1901). Un importante ruolo fu svolto dalle cosiddette public schools, cioè i collegi frequentati dalla classe sociale più alta, nei quali il cricket era divenuto subito lo sport più popolare, ritenuto idoneo alla trasmissione di valori morali e culturali. Il cricket si diffuse presto anche nelle regioni dell'Asia e dell'Africa sottoposte al controllo politico britannico.
Il periodo moderno del cricket ebbe inizio con i test matches (incontri internazionali). Uno dei primi tour transcontinentali venne effettuato in Canada, nel 1859, da un team All-England. Nel 1877 l'MCC, nell'affannosa ricerca di proporsi come la squadra ufficiale dell'Inghilterra, organizzò un tour in Australia, ma con grande sorpresa subì una sconfitta. Questo è considerato come il primo dei test matches. Da quel momento, e fino al 1977, il team dell'Inghilterra prese il nome di MCC ogni volta che giocava all'estero, a eccezione di quando disputava un test match, in occasione del quale tornava a chiamarsi England. I test matches tra Inghilterra e Australia, usuali a partire dagli anni Ottanta dell'Ottocento, divennero molto popolari in entrambi i paesi già alla fine del secolo.
Il successo del cricket crebbe fino agli anni della prima guerra mondiale. Fu il periodo di massima fortuna per questo sport: aumentarono i club e i praticanti; i giornali fecero pubblicità attirando alle partite un numero sempre maggiore di spettatori; i battitori svilupparono stili di battuta eleganti e i lanciatori impararono ogni sorta di trucchi per rendere più imprevedibile la loro azione. Ma già a quel tempo i presidenti dell'MCC, depositario del regolamento e dello spirito del gioco, cominciarono a lamentare un crescente distacco dai valori dell'old cricket nell'interpretazione agonistica delle generazioni di giocatori professionisti. Il 15 giugno del 1909 Inghilterra, Australia e Sudafrica fondarono al Lord's Ground il primo organismo sovranazionale, l'Imperial Cricket Conference (ICC), che nel 1926 incluse anche l'India, la Nuova Zelanda e le West Indies.
Nel 1932 si verificò un passaggio chiave di natura tecnica. Per contrastare l'eccellente battitore australiano Donald Bradman, gli inglesi escogitarono un'astuta tattica di tiro: piuttosto che cercare di colpire i paletti, mirarono direttamente al corpo di Bradman. La famosa bodyline series causò un incidente diplomatico e portò a un cambiamento nelle leggi del cricket, ma la maniera aggressiva e antisportiva d'interpretare il gioco aveva fatto ormai la sua prima breccia.
Altri cambiamenti intervennero dopo la seconda guerra mondiale: in primo luogo fu rimossa la distinzione tra le categorie amateur e professional. Nel 1962 anche gli amateurs cominciarono a percepire compensi. Fino a quel momento, l'influenza del rigido MCC era stata tale che i migliori dilettanti non accettavano neppure di spogliarsi nella stessa stanza insieme ai professionisti. Nel 1963, nel tentativo di rendere l'aspetto agonistico più interessante, la Gillette inaugurò un tipo di competizione che si concludeva in un solo giorno, invece di durare più giornate come da tradizione. Due anni dopo l'ICC sostituiva la parola Imperial con International e apriva le porte a paesi non aderenti al Commonwealth. Nel 1977 Kerry Packer lanciò in Australia una serie collegata di competizioni non ufficiali: un vero e proprio 'circo' di professionisti ben remunerati, sostenuto dalla televisione. Intanto, già da otto anni l'MCC aveva perduto la sua leadership amministrativa sul movimento mondiale. Al 1989 risale la nascita dell'International Cricket Council (ICC), che attualmente governa una geografia di 94 nazioni associate.
Il primo match di cui si ha notizia certa fu giocato a Napoli, nel 1793, tra due squadre formate da equipaggi della flotta di Lord Nelson. Un secolo dopo, nel 1893, veniva fondato il Genoa Cricket and Football Club, composto inizialmente da soli inglesi, che avrebbe dovuto alternare al cricket il football nella stagione invernale. Al Genoa seguirono il Milan e l'Internazionale Torino, mentre a Roma, nel 1903, si costituì il Roman Cricket and Football Club. Si trattava di circoli nei quali il cricket compariva solo nella denominazione o, comunque, aveva poco peso, lasciando spazio ben presto all'emergente football. Dopo un periodo di oblio, la ripresa avvenne gradualmente negli anni Sessanta. Gruppi spontanei dettero origine a squadre e si costruirono campi, come a Roma, dove fu allestito un terreno di gioco nella villa Doria Pamphili, oppure a Milano, con la nascita del Milan Cricket Club. Il 26 novembre 1980 il numero dei teams risultò sufficiente per costituire l'Associazione italiana cricket (AIC), che nel 1983 laureò la prima squadra campione nazionale. Nel 1984 l'AIC ottenne l'ingresso come affiliate member all'ICC. Nel 1997 vi furono altri due importanti conseguimenti: l'accettazione nell'ICC in qualità di associate member e il riconoscimento come disciplina associata da parte del CONI. La nuova denominazione è Federazione cricket italiana (FCRI).
Il cricket è uno sport che dovrebbe essere giocato non soltanto secondo le relative regole, ma anche secondo lo 'spirito del gioco'. Qualsiasi azione contraria a tale 'spirito' causa danno al gioco stesso. La responsabilità principale di assicurarsi che il gioco sia condotto secondo lo spirito del fair play è dei capitani, mentre spetta agli arbitri giudicare cosa sia fair e cosa non lo sia. Si tratta dunque di uno sport che racchiude in sé i valori del fair play, quasi li avesse esso stesso codificati. Esistono modi della lingua inglese molto significativi al riguardo: si dice "I've been cricket to you" per intendere la lealtà dimostrata verso una persona, e "it's not cricket" per lamentarne una mancanza. Già dall'Ottocento il gioco fu oggetto delle attenzioni di molti romanzieri e poeti importanti (William Blake, Charles Dickens, Arthur Conan Doyle, Rudyard Kipling, Pelham Grenville Wodehouse), contribuendo così alla creazione di una 'mitologia' del cricket.
Elemento importante nel gioco è il sense of humour inglese. Traccia di questo spirito è riscontrabile nella definizione di specifiche posizioni tenute sul campo dai giocatori d'intercetto: silly mid off o short leg ("stupido in mezzo" o "gamba corta"). Il peggiore errore che si può commettere, trattando il cricket dal punto di vista britannico, è quello di prenderlo troppo seriamente.
Un campo da cricket è costituito da un piano erboso (turf) di 164x132 m, dimensioni ricalcate su quelle del Lord's. Per un match ufficiale lo spazio minimo è di 135x155 m. Il gioco si svolge all'aperto. Nel caso del First-class Cricket, il tramonto del sole determina la sospensione della partita e non c'è bisogno di illuminazione artificiale. Quando si gioca invece il One-day Cricket, la partita prosegue sotto la luce dei riflettori. Sul campo di gara vi sono due porte (wickets) larghe 22,86 cm e formate da tre pioli (stumps) alti 71 cm e distanti tra loro 8-10 cm, riuniti nella parte superiore da due asticciole semplicemente appoggiate, chiamate testimoni, dello spessore di 12 mm. Le due porte sono poste l'una di fronte all'altra, in parallelo, alla distanza di 20,12 m (riducibile nelle gare juniores, mentre nel caso di superfici sintetiche la distanza massima è di 17,68 m); lo spazio che intercorre tra le porte viene chiamato pitch. Ogni porta occupa esattamente il centro di una linea di 2,64 m, detta linea del lanciatore (bowling crease). Davanti a questa, a una distanza di 1,22 m, corre una seconda linea parallela (popping crease, o batting crease quando segna, dalla parte opposta del pitch, la linea del battitore), considerata illimitata in lunghezza. Alle estremità di tale linea sono tracciate due altre linee (return creases), tra loro parallele e perpendicolari alla popping crease, che si prolungano dietro quest'ultima per un minimo di 2,44 m e sono anch'esse considerate illimitate in lunghezza.
La palla è di legno ricoperto di cuoio, ha una circonferenza di 22,4-22,9 cm e pesa 150-165 g per gli uomini, 140-150 g per le donne e 133-143 g per gli juniores. Il bastone o mazza (bat) è lungo al massimo 96,5 cm ed è obbligatoriamente di legno nella parte della lama, che non deve eccedere i 10,8 cm in larghezza; la lama può essere rivestita da un materiale protettivo spesso al massimo 1,5 cm. Tutti i giocatori indossano guanti imbottiti, camicie e pantaloni lunghi estivi, scarpe bianche di tipo sportivo con una para di gomma seghettata che favorisce la presa sul terreno. Il battitore (batsman) e il guardiano (wicket keeper) hanno le gambe protette da parastinchi che arrivano fin oltre il ginocchio.
L'obiettivo del gioco consiste nella difesa delle porte dalla palla, lanciata verso di esse dagli avversari con lo scopo di abbattere gli steccati. I giocatori devono cercare di segnare punti e di non farsi eliminare quando sono in battuta; di non far segnare punti e di eliminare i battitori avversari quando sono al lancio. Le due squadre, composte ciascuna da 11 giocatori (nel cricket professionale un dodicesimo siede in tribuna pronto a sostituire un infortunato e a servire da aiutante), si dispongono sul campo a seconda del turno di attacco o di difesa (inning), deciso dal lancio della moneta. Il team che attacca schiera tutti gli elementi: dieci intercettatori (fielders), distribuiti strategicamente sul campo, più il guardiano che sta dietro al battitore, pronto anch'egli a intercettare la palla qualora questa non venga colpita dall'avversario. Il team che difende mette in gioco solo i due battitori, piazzati ognuno di fronte a una porta. L'inning inizia con il lanciatore scelto (bowler) che invia la palla verso la porta opposta. Il risultato più spettacolare di quest'azione sarebbe quello di far saltare tutti i paletti che stanno dietro al batsman, il che significherebbe l'eliminazione immediata dello stesso. Sul fronte opposto, se il battitore (striker), colpendo la palla, la manda fuori del campo ottiene subito 6 punti. Può mancare però la palla o decidere intenzionalmente di non colpirla. Qualora la intercetti con la mazza, deve scattare in direzione della porta opposta, cercando di raggiungerla prima che gli avversari intercettino a loro volta la palla. Nel correre si scambia di posto con il compagno (nonstriker) dell'altra porta. Se riesce a guadagnare la linea di porta prima dell'intercettazione della palla ottiene un punto (score a run); in caso contrario, viene eliminato e gli subentra alla battuta un compagno. La partita va avanti a lanci alternati dai due steccati, fino all'eliminazione completa di tutti e 11 i battitori. Ogni lanciatore ha a disposizione 6 palle (8 in Australia e Nuova Zelanda) e non può fare più di una serie di lanci (over) di seguito; nonostante questa restrizione, il capitano del fielding side (la squadra in attacco) ha diritto a cambiare il suo lanciatore in qualsiasi momento.
Il punteggio (score) è dato dalle corse (runs) effettuate, le quali sono di solito il risultato di battute valide. I punti vengono assegnati anche quando il battitore manca la palla (extras o, in Australia, sundries). Se ne distinguono di quattro tipi: wide (bel tiro che costringe al colpo a vuoto lo striker); no ball (fallo di piede del lanciatore); leg byes (la palla colpisce la gamba dello striker); byes (quando la palla viene mancata dallo striker, non urta il suo corpo e anche il wicket keeper non la prende). Questi casi vengono segnalati dai giudici (umpires). La squadra che attacca conduce il gioco con il duplice obiettivo di eliminare i battitori e di impedire loro di marcare punti con le corse. Quando la squadra in difesa ha terminato gli innings, l'altra inizia i propri. Le posizioni in campo s'invertono: chi attaccava difende e viceversa. Un match consiste in uno o due innings per ciascuna parte. Chi, alla fine, ha marcato il maggior numero di runs si aggiudica la vittoria. Può succedere che non si riescano a portare a compimento tutti gli innings; in tal caso il match è considerato pari. Due giudici di gara controllano il rispetto delle regole e possono essere sostituiti se i capitani si mettono d'accordo. L'operato dei giudici ‒ che agiscono di concerto con gli scorers, cioè gli addetti all'aggiornamento del punteggio ‒ è particolarmente importante quando devono giudicare sulla sospensione o meno della partita: le avverse condizioni atmosferiche e la mancanza di luce sufficiente (nel caso di first-class cricket) sono i casi più frequenti.
Le varie tecniche riguardano principalmente le azioni di lancio e di battuta. Tutti gli undici giocatori devono battere e possono eventualmente lanciare. In un team si selezionano di solito cinque buoni battitori e cinque affidabili lanciatori. L'undicesimo è lo specialista della porta, il wicket keeper. A volte, c'è un tipo di giocatore che è bravo sia nel lancio sia nella battuta: il cosiddetto all-rounder. I capitani preferiscono alternare i lanciatori per rompere la concentrazione del battitore e variare la tattica. Esistono tre tipi di lanciatori: i fast bowlers, dalle rincorse molto lunghe; i medium pacers, che fanno dieci o dodici passi e lanciano con l'effetto in-swing o out-swing (palla verso il battitore o lontano dal battitore); gli slow bowlers, lenti e che usano rincorse brevi e sono maestri nello spinning, l'effetto rotatorio impresso alla palla che mette in difficoltà l'avversario. Cura particolare del lanciatore è quella di far rimbalzare la palla davanti al battitore, rendendone così più imprevedibile la traiettoria. I tiri in linea retta nell'aria sono chiamati full tosses, bene accetti dai battitori. I tiri che non rimbalzano, ma arrivano violenti all'altezza del petto, sono chiamati beamers. I lanciatori più spettacolari sono i fast bowlers. Non tutti hanno bisogno di lunghe rincorse (run-ups) per lanciare la palla alla velocità di oltre 90 miglia orarie.
I battitori si avvicendano secondo un ordine prestabilito dal capitano e sono di tipo, struttura fisica e stile diversi. Quelli tecnicamente solidi fanno punti con cadenza lenta, quelli aggressivi cercano subito il buon colpo, i più raffinati dilettano le folle con l'eleganza del loro strokeplay. I battitori in possesso di ottimi record entrano in scena come quarti o quinti, seguendo gli openers (che aprono), e sono a loro volta seguiti dai tailenders (in coda). Il cricket è un gioco di rituali e molti di questi riguardano proprio i battitori. Essi entrano in campo tra gli applausi dei compagni e si piazzano nella posizione giusta, tra il bowler e gli stumps. Mentre attendono la palla, possono scegliere di tenere la mazza verticale all'indietro oppure chinarsi appoggiandola lievemente sul terreno, o una via di mezzo tra le due posture. Il tipo di colpo dipende dal tipo di lancio. Due sono i colpi principali: se la palla rimbalza corta, distante dallo striker, egli la colpisce con il peso del corpo spostato sulla gamba d'appoggio, quella arretrata (uno square cut o un backward defensive); se la palla rimbalza vicina, si china per impattarla a pochi centimetri dal piede avanzato (un cover drive o un forward defensive).
Il cricket è un gioco estremamente strategico. Il capitano di una squadra ha a disposizione una varietà di tattiche, a iniziare dal lancio della moneta: esaminando il pitch decide se aiutare i battitori o i lanciatori sulla base delle condizioni del terreno. I compiti del capitano sono numerosi: deve motivare i fielders, farli stare sempre pronti; deve approntare un field d'attacco o di difesa; scegliere se usare lanciatori veloci o lenti e battitori giusti in risposta alla valutazione dei bowlers della parte avversa.
Il cricket è uno sport solo in apparenza simile al baseball; nella realtà si snoda su ritmi molto più lenti, a volte altalenanti, e lunghe pause di studio lo complicano, favorendo l'aspetto strategico. Nei match internazionali, dove i lanciatori si prendono molto tempo prima di eseguire il tiro, si può assistere a una corsa ogni 20 o 30 minuti.
Attualmente l'ICC divide le nazioni in tre categorie di membri: full, associate, affiliate. La prima comprende i dieci paesi o regioni (Inghilterra, Australia, India, Sudafrica, Pakistan, Bangladesh, Nuova Zelanda, Sri Lanka, West Indies, Zimbabwe) dove si gioca il Test Cricket, la forma più raffinata del gioco, con partite che possono durare fino a cinque giorni. Tale competizione vede in campo i migliori giocatori, che attribuiscono alla tattica un ruolo essenziale. Almeno uno dei teams nazionali compie ogni estate un tour in Inghilterra. Un match si disputa sempre sul sacro terreno del Lord's di Londra, uno dei più antichi e piacevoli stadi sportivi del mondo. Gli unici altri grounds che ospitano i test matches nel Regno Unito sono: The Oval (South London), Headingley (Leeds), Old Trafford (Manchester), Trent Bridge ed Edgbaston (Birmingham). Molti test matches vengono disputati in una sequenza di tre o cinque partite, chiamata series o rubber. Ogni series tra Inghilterra e Australia ‒ il test match per antonomasia ‒ è conosciuta come The Ashes ("Le Ceneri"). Il nome deriva da un evento che risale al 1882, quando l'Australia sbaragliò gli avversari e il giornale Sporting Time pubblicò un discorso funebre sul cricket inglese, nel quale si diceva che le sue ceneri sarebbero state traslate in Australia. L'inverno successivo, invece, l'Inghilterra vinse la series 2-1, per cui alcune donne di Melbourne s'incaricarono di rendere al capitano inglese le ceneri, racchiuse in un trofeo d'argento. Si trattava di vere ceneri di una mazza bruciata, e la piccola coppa, riposta in un cofanetto di vetro al Lord's, è divenuta da allora il simbolo della più combattuta e antica delle competizioni internazionali.
Poiché il Test Cricket è considerato dai giocatori e dal pubblico la più alta forma del cricket, esso viene interpretato in una maniera rigorosamente tradizionale. I battitori sono più attenti, gli arbitri studiano lo stato della luce con severo scrupolo, e la cadenza con la quale si susseguono le corse è estremamente lenta. Grandi folle assistono agli incontri nei giorni iniziali; la presenza di membri dell'associazione corporativa che ospita il match è compatta. Se, nel corso di un giorno pieno di test matches, si ha la fortuna di vedere 300 runs, lo spettacolo è valso il prezzo del biglietto. Il pubblico fa la fila al botteghino per assistere ai primi tre giorni di gara (in Inghilterra sono sempre il giovedì, il venerdì e il sabato). Il quarto e il quinto giorno la presenza sulle tribune è scarsa o addirittura inesistente. La ragione di questo fenomeno sta in parte nel fatto che non vi è garanzia che l'incontro prosegua oltre il terzo giorno; inoltre, bisogna considerare che il gioco è più interessante nel suo sviluppo piuttosto che nel suo finale. Può capitare, però, che tutto si decida negli ultimi due giorni, proprio quelli in cui i biglietti costano di meno. L'ICC tiene aggiornata una classifica dei risultati combinati dei test matches (Test Championship), che attualmente vede ai primi posti l'Australia, l'India, il Pakistan e l'Inghilterra.
Il cricket, sport estivo per elezione degli inglesi, vive di tradizioni ed è praticato da più di un milione di dilettanti. Il match tra le università di Oxford e Cambridge, che si gioca ogni anno al Lord's, è un evento molto seguito. Un'interessante forma di competizione è il County Cricket, che cerca di tenere in vita la memoria di com'era l'Inghilterra prima che fossero ridisegnati i confini tra le sue contee. Attualmente partecipano alla 'serie A' (first class) 18 contee: Derbyshire, Durham, Essex, Glamorgan, Gloucestershire, Hampshire, Kent, Lancashire, Leicestershire, Middlesex, Northamptonshire, Nottinghamshire, Somerset, Surrey, Sussex, Warwickshire, Worcestershire, Yorkshire. Tutte le altre contee, considerate 'minori', disputano un loro campionato condotto soprattutto da amateurs. Il County è la base del cricket britannico e fornisce i giocatori alla rappresentativa nazionale, che occasionalmente può includere elementi del Glamorgan e di altri luoghi del Galles e della Scozia, terre dove il gioco è molto meno diffuso. Per incoraggiare i giovani talenti, è consentito a un solo elemento per squadra di provenire dalle zone d'Oltremare, vale a dire i continenti, Europa compresa. La tradizione si spinge al massimo nel team dello Yorkshire, che non accetta uomini che non siano nati nella sua contea. Le squadre riempiono le casse sociali con i tornei del One-day Cricket, denominati NatWest Trophy, Benson&Hedges Cup e Sunday League. Ma è il campionato delle contee, il County Championship, la spina dorsale del cricket professionale inglese. I match di campionato durano tre o cinque giorni, con serie da otto lanci e due innings a disposizione per ogni team. La formula adottata facilita finali di partita esaltanti, poiché le squadre ricevono molti punti per la vittoria e pochi per il pareggio. Tuttavia negli ultimi anni si è registrato un maggiore interesse degli inglesi per il football.
Apparentemente il Limited-overs Cricket (serie da sei lanci), in voga in Australia, si mostra senz'altro più emozionante, poiché alla fine della giornata il gioco deve comunque concludersi con un risultato definitivo. I giocatori, invece di indossare i tradizionali completi bianchi, vestono colori sgargianti, con divise che ricordano quelle del baseball. La chiusura del match non è determinata da un tempo prestabilito, bensì dal numero di lanci eseguiti. Ogni team ha a disposizione un massimo di lanci (tra i 40 e i 60) per fare più runs possibili. Un team può anche essere eliminato completamente prima che i suoi lanci siano esauriti, e ciò significa che i suoi innings terminano prima. È impossibile pareggiare un match a lanci limitati: la squadra con più runs all'attivo vince. Il Limited-overs Cricket è un fenomeno relativamente recente, che si è tuttavia sviluppato rapidamente e sta crescendo nella programmazione televisiva.
Ogni anno aumentano i match internazionali One-day. Per questa formula l'ICC ha una classifica speciale, denominata One-day International Championships. In Australia si tiene una competizione annuale chiamata World Series, anche se competono solo tre paesi: l'Australia e altri due ospiti che vengono persuasi a partecipare. Pertanto, le World Series non vanno confuse con la World Cup, la vera manifestazione che allinea tutte le migliori squadre del mondo.
Il primo tentativo di creare una World Cup risale al 1912, quando si organizzò una series tra le nazioni che a quel tempo disputavano i test matches e che componevano l'International Cricket Conference: Australia, Inghilterra e Sudafrica. La pioggia rovinò l'evento e l'esperimento non venne ripetuto che nel 1975. Sulla scia del successo ottenuto dal torneo One-day Cricket, le sei squadre partecipanti ai test matches (Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda, West Indies, India e Pakistan), più l'East Africa e lo Sri Lanka, dettero vita alla Prudential World Cup (dal nome della compagnia di assicurazioni che fungeva da sponsor), che si giocò al Lord's di Londra e fu appannaggio delle West Indies. Il Lord's ospitò le edizioni 1979 e 1983, vinte dalle West Indies del leggendario Clive Lloyd e dall'India. Nel 1987 il torneo si spostò a Calcutta, prendendo il nome di Reliance World Cup, e fu vinto dall'Australia, che successivamente, insieme alla Nuova Zelanda, organizzò la quinta edizione, vinta dal Pakistan di Imran Khan. Nel 1996 la Wills World Cup fu conquistata a sorpresa dallo Sri Lanka. La settima edizione (ICC World Cup), giocata nel 1999 in Gran Bretagna e Olanda dopo una dura selezione, fu vinta dall'Australia. L'ultima ICC World Cup si è disputata nel 2003 in Sudafrica, con la partecipazione di 12 squadre divise in due gruppi secondo la formula del round robin (ogni squadra gareggia contro tutte le altre). Dopo 54 match giocati in 44 giorni, gli australiani si sono confermati campioni battendo in finale l'India. Dal novembre del 2004 è partita un'altra importante competizione: la ICC International Cup, ospitata per la prima volta negli Emirati Arabi Uniti.
Riguardo ai club affiliati, la Federazione cricket italiana ha avuto un andamento altalenante, anche se dai ventiquattro club del 1992 si è passati ai trentanove attuali. I risultati internazionali hanno presentato, al contrario, una crescita costante: nel 1998 è riuscita la promozione dal gruppo B al gruppo A del campionato europeo; nelle edizioni successive gli azzurri si sono classificati sempre tra il quinto e il sesto posto; nel 2004 si sono aggiudicati senza sconfitte il girone europeo valido per le qualificazioni mondiali, conquistando un posto nel girone in programma in Malesia nel 2005. Per quanto riguarda il Campionato nazionale e la Coppa Italia ‒ le due manifestazioni principali che si svolgono rispettivamente dal 1983 e dal 1988 ‒ si è registrato un dominio delle formazioni dell'Emilia-Romagna, della Lombardia e del Lazio, con inserimenti del Trentino e della Toscana. Le squadre pluricampioni d'Italia sono state, in ordine di titoli conquistati: il Pianoro CC (8), il Capannelle CC (5 ), l'Euratom Ispra (4), il Cesena CC (3) e la SS Lazio (2). Nel 2004 si è laureato campione il Pianoro Club di Bologna.
Tra le molte leggende del cricket, una selezione può riguardare William Gilbert Grace, Victor Trumper, Kumar Shri Ranjitsinhji, Harold Larwood, Donald Bradman, Len Hutton, Imran Khan, Shane Warne.
William Gilbert Grace (nato a Downend nel 1848) era un medico di Bristol. Sul finire dell'Ottocento non ebbe rivali nel cricket, tanto che nel 1897 una sottoscrizione nazionale gli procurò sterline sufficienti ad abbandonare la sua professione e a dedicarsi completamente al gioco. Di notevole statura fisica, dal 1864 al 1908 marcò 54.896 punti, con una media di 40 punti per ogni turno di battuta. Come lanciatore eliminò 2875 avversari, mentre la media dei punti che i lanciatori riuscirono a segnare quando egli era di turno fu soltanto di 18. Morì a Mottingham, nel Kent, nel 1915.
Victor Trumper (nato a Sydney nel 1877) è stato un grande battitore dei primi anni del Novecento. Una volta in soli 60 minuti raggiunse la centuria, cioè lo score di cento runs. Quando morì nel 1915, all'età di 38 anni, il suo funerale causò il blocco totale delle strade di Sydney e la bara fu portata a spalla da 11 giocatori. Godeva di una popolarità enorme in tutto il mondo anglosassone.
Altro eccelso battitore dell'inizio del 20° secolo fu il principe Kumar Shri Ranjitsinhji (1872-1933), primo grande giocatore indiano della storia, che fece parte della nazionale inglese.
Harold Larwood (nato a Nuncargate, Nottinghamshire, nel 1904) era un lanciatore inglese di umili origini, che combinava un'eccezionale velocità con un eccellente controllo. Questo fece di lui un avversario temutissimo negli anni tra il 1926 e il 1933. Fu noto principalmente per il ruolo che ebbe durante il tour dell'Australia del 1932, che rimase nella storia per la tattica (nota come bodyline) escogitata dal capitano dell'Inghilterra Douglas Jardine, il quale ordinò ai suoi lanciatori, tra cui Larwood, di mirare al corpo del battitore piuttosto che alla porta. Ritiratosi dal cricket nel 1938, morì a Sydney nel 1995.
Battitore potentissimo era l'australiano Donald Bradman (nato a Cootamundra nel 1908), il primo cricketer a ricevere l'onorificenza del cavalierato. Morì ad Adelaide nel 2001.
L'inglese Leonard Hutton (nato a Pudsey, Yorkshire, nel 1916) stabilì, nel 1948, il record di punti realizzati con un seguito ininterrotto di corse: 364. Nella seconda guerra mondiale riportò una frattura all'avambraccio, curata con l'inserimento di placche metalliche. Nonostante la menomazione, primo professionista nella storia, ottenne il ruolo di capitano in un test match contro l'Australia. Morì a Kingstone, nel Surrey, nel 1990.
Uno dei più celebrati giocatori del subcontinente indiano è il pachistano Imran Khan (nato a Lahore nel 1952). Educato al prestigioso Aitchinson College di Lahore, si trasferì a Worcester, in Inghilterra, per effettuare gli studi superiori, e a soli vent'anni fu eletto capitano dell'Oxford. Negli anni Ottanta divenne il più veloce lanciatore al mondo e anche il migliore all-rounder. Il 25 marzo 1992, nello stadio di Melbourne, guidò il Pakistan alla vittoria nella World Cup contro l'Inghilterra.
Tra i migliori atleti dell'ultima generazione va ricordato l'australiano Shane Warne, che ha riscritto il libro dei record e quasi da solo ha rivitalizzato l'arte del leg spin. Il gioco di Shane mostra una perfetta combinazione di leg spinner, top spinner, googly e flipper, dimostrando di essere un maestro dell'effetto.
J. Arlott, Rothmans jubilee history of cricket 1890-1965, London, Barker, 1965.
P. Bailey, P. Thorn, P. Wynne-Thomas, Who's who of cricketers, London, Newnes Books, 1984.
P. Baxter, Test match special, London, Queen Anne Press, 1981.
D. Birley, A social history of English cricket, London, Aurum Press, 1999.
N. Cardus, English cricket, London, Collins, 1930.
R. Eastaway, What is a googly? The mysteries of cricket explained, London, Robson, 1992.
T. Graveney, M. Seabrok, Fine glances. A connoisseur's cricket anthology, London, Simon& Schuster, 1990.
T. Lewis, Double century. The story of MCC and cricket, London, Hodder&Stoughton, 1987.
Cfr. anche le riviste: The cricketer international (Gran Bretagna); Australian cricket journal, Adelaide; Australian cricket newspaper, Alexandre; Wisden cricket monthly, Surrey; Benson&Hedges cricket year, Londra; Club cricket conference official handbook, Surrey; Cricket (Paesi Bassi).