CRISAROBINA (dal gr. χρυσός "oro") e da araroba)
Prodotto fornito dall'Andira araroba Aguiar, albero della famiglia Leguminose, sottofamiglia Papilionate. Questa pianta cresce nel Brasile, nella regione di Bahía; ha foglie alterne, imparipennate con foglioline piccole e membranose; fiori piccoli in grappoli composti o in pannocchie, odorosi, di color rosa violaceo. Nel legno forma una sostanza resinosa che si deposita nelle cavità formate da distruzione degli elementi; per estrarla si abbatte l'albero, si sminuzza il legno e si ricava la sostanza cristallina gialla, polvere di Gôa o di Araroba, da cui con benzolo bollente e cloroformio s'estrae la crisarobina che ne costituisce il 70-80%. La polvere di Gôa s'usa anche come veleno per la pesca di frodo.
Farmacologia. - L'uso della crisarobina come medicinale rimonta al 1864. La crisarobina commerciale è una polvere cristallina di colore aranciato pallido, inodora, leggiera. È pochissimo solubile nell'acqua, poco nell'alcool e nell'etere, facilmente nel benzolo, nel cloroformio e nell'acido acetico. Nella soluzione concentrata di potassa si scioglie e si colora in giallo, che all'aria diventa rosso porporino per la formazione di acido crisofanico.
È un antipsoriasico energico. È pure efficace in molte altre affezioni cutanee, di carattere parassitario (nella pytiriasis versicolor, nella tigna, nell'eczema, nel lupus, nella lebbra, ecc.), ma è molto irritante per la pelle, soprattutto poi per le mucose, come la congiuntiva. Bisogna perciò essere prudenti nell'usarla ed evitare di applicarla sui genitali e sul viso e in genere sulle mucose e sulla pelle che presenti esagerata sensibilità. S'elimina con le urine, in parte come acido crisofanico e colora l'urina in brunastro, determinando spesso albuminuria per irritazione dell'epitelio renale perciò non si deve adoperare in casi di lesioni renali. Macchia la biancheria con colore rosso-bruno che diventa violetto per azione del sapone ed è molto persistente. S'associa all'amido o alla glicerina, s'adopera sotto forma di pomate (10-25%), linimenti, suppositorî (nelle emorroidi), collodion. Per via orale pochi centigramml producono vomito e diarrea, le dosi più forti dolori ed ematuria. La crisarobina ha una grande affinità per l'ossigeno che sottrae ai tessuti. A questa proprietà è da taluni attribuita l'azione specifica della crisarobina. Il prodotto ossidato che ne deriva, l'acido crisofanico, non avrebbe alcuna efficacia.