CRISTALLOSCOPIA
. Speciale modo d'esercitare la chiaroveggenza, particolarmente usato nei paesi anglosassoni. Consiste nel fissare un cristallo (per lo più una sfera), entro il quale il veggente scorge delle immagini, quasi sempre invisibili per gli altri. L'origine del procedimento è assai remota (ab antiquo ci son pervenute notizie sugli "specchi magici", come sulla catoptromanzia in genere) e le sue applicazioni si riscontrano, in svariate forme, presso parecchi popoli (Egiziani, Polinesiani, Zulù, Maori, ecc.). Ai giorni nostri si adopera di solito un globo di cristallo di rocca, del diametro di 2 a 10 centimetri, avvolto con un panno nero. Dopo alcuni minuti di osservazione esso presenta all'osservatore un aspetto latteo o nebbioso, poi diventa scuro. Cominciano allora ad apparire le immagini, raffiguranti in piccolo volti, scene movimentate, ecc. Serie di casi di cristalloscopia hanno formato oggetto d'indagini minuziose da parte di singoli ricercatori e della English Society for Psychical Research. Miss Goodrich Freer, che ha compiuto sotto gli auspici della citata S.P.R. alcuni tra i migliori esperimenti di cristalloscopia sin qui registrati, distinse in tre classi le immagini da lei visualizzate, e la distinzione può essere assunta quale classifica generale: a) ricordi svaniti, che con tale procedimento affiorano alla coscienza superiore; b) idee e immagini che possono essere presenti o meno alla coscienza normale; c) visioni, eventualmente telepatiche o chiaroveggenti, implicanti un mezzo sopranormale di conoscenza.
Bibl.: Miss Goodrich Freer ("Miss X"), Recent Experiments in Crystal Vision, in Proceedings of the S. P. R., 1889, V, p. 486 segg.; N. W. Thomas, Crystal Gazing, its History and Practice, Londra 1905; Th. Besterman, Crystal Gazing, Londra 1924.