CRISTIANO I principe di Anhalt
Figlio del principe Gioacchino Ernesto e di Agnese di Barby, nacque a Bernburg l'11 maggio 1568. La sua fortuna, la sua fama si formarono in Francia, dove andò come capitano dell'esercito che i protestanti mandarono in soccorso a Enrico di Navarra. Nella corte di Enrico si orientò verso l'ugonottismo. Dai protestanti tedeschi ebbe quindi il comando supremo dell'esercito nella lite per il vescovado di Strasburgo (1592); le sue relazioni con i calvinisti della Germania lo portarono al servizio dell'Elettore palatino, che lo nominò governatore dell'Alto Palatinato (1595). Divenne, così, l'anima del partito protestante. Avvenuta nella dieta di Ratisbona del 1608 l'offensiva dei papisti raccolti intorno a Ferdinando di Stiria, C. organizzò la resistenza dei protestanti. Il 15 maggio 1608 fu costituita l'Unione (v. trent'anni, Guerra dei): capo formale il conte palatino Volfango Guglielmo di Neuburg, ma anima e centro motore di essa C., che ebbe il comando dell'esercito.
Egli cercò un sostegno anche fuori della Germania nell'Inghilterra, nell'Olanda e nella Francia. Ma, assassinato Enrico IV, contro l'Unione, che aveva chiamato nell'Impero gli Olandesi, intervenne la Lega cattolica. Di fronte a forze soverchianti, C. accettò la pace di Monaco (24 ottobre 1610). Ma egli s'era intanto avvantaggiato della lotta tra Rodolfo II e Mattia, ottenendo dal primo la libertà religiosa per i calvinisti, impegnandosi in cambio a sostenerlo con le forze dell'Unione contro Mattia e gli arciduchi.
Scoppiata la guerra dei trent'anni, consapevole degli aiuti dati da Carlo Emanuele I, duca di Savoia, al Mansfeldt, C. offrì al duca la corona imperiale, purché appoggiasse l'elezione di Federico V a re di Boemia. Ma quando il duca agitò la proposta d'una crociata contro la casa d'Austria, alla quale avrebbero dovuto partecipare Olanda, Francia, Inghilterra e Venezia, e chiese per sé la corona imperiale e quella di Boemia, lasciando al palatino l'Alsazia, l'Austria anteriore, l'arciducato d'Austria e il regno d'Ungheria, C., che si era recato a Torino per accettare la proposta a nome del suo signore, sconsigliò l'elezione del duca a re dei Romani.
Generalissimo del palatino Federico V, che per suo consiglio aveva accettato la corona di Boemia, C. si trovò a fronteggiare le poderose forze del duca di Baviera e di Tilly, che puntarono su Praga. Alla Montagna Bianca l'esercito dell'Unione fu disfatto (8 nov. 1620). L'attività politica di C. finì disastrosamente. Il 23 gennaio 1621, C. veniva messo al bando dell'Impero. Dopo essere stato presso il re di Svezia e presso il re di Danimarca, nel 1624 si recò a Vienna, dove si riconciliò con l'imperatore.
Gli ultimi suoi anni, C. li dedicò all'amministrazione di Bernburg che, nel 1603, aveva ereditato. Morì il 17 aprile 1630.
Bibl.: M. Ritter, Geschichte der deutschen Union, voll. 2, Schaffhausen 1867-73; J. Krebs, Christian von Anhalt und die kurpfälzische Politik, Lipsia 1872; Heinemann, Christian I von Anhalt, in Allgemeine deutsche Biographie, Lipsia 1876, IV, sotto la voce.