CASTILLEJO, Cristóbal de
Poeta spagnolo, nato a Ciudad Rodrigo, fra il 1490 e il 1494, e morto a Vienna il 23 giugno 1550. A quindici anni fu condotto alla corte di Ferdinando il Cattolico, ove più tardi divenne segretario dell'arciduca Ferdinando. A partire dal 1516 vi è nella biografia del C. una lacuna di nove anni che corrispondono forse alla sua entrata e permanenza nel convento cisterciense di Santa Maria di Valdeiglesias. Nel 1525 riprese la carica di segretario dell'arciduca Ferdinando e lo seguì nelle sue peregrinazioni attraverso l'Europa quando l'arciduca fu successivamente eletto re di Boemia (1526), re dei Romani (1531) e re d'Ungheria (1540). A Vienna il poeta mantenne frequenti e cordiali rapporti con i suoi antichi compagni dell'ordine, nonostante che menasse vita irregolare e licenziosa. Non si sa quando il C. si recasse a Venezia, e quanto tempo vi rimanesse presso il Mendoza: probabilmente vi conobbe l'Aretino col quale era in corrispondenza epistolare fin dal dicembre del 1530. Ma la sua, in fondo, era una vita di elemosina, e lo stipendio di segretario e le elargizioni degli amici non riuscivano a risolvere la sua critica posizione economica. Malato, invecchiato e sfiduciato, manifestò, ma invano, il proposito di abbandonare la Corte, per far ritorno in patria. Nel 1548 gli furono assegnati dal sovrano duemila fiorini, che il C. non riscosse per intero, troncato dal suo male inesorabile.
È tradizionale presentare il C. come un deciso avversario dello spirito e delle tendenze del Rinascimento italiano nella poesia castigliana; e indubbiamente egli si burlò dei rappresentanti della scuola italiana nella composizione in versi Contra los que dejan los metros castellanos y siuen los italianos; ma per il suo tono scherzoso questa composizione ha piuttosto il carattere di una giocosa burla, anziché di una vera polemica letteraria. Tuttavia risponde alla profonda esigenza di continuare la tradizione nazionale, con i suoi motivi popolareschi e i suoi metri caratteristici. Le coplas amorose, i villancicos e i romances del C. riflettono sempre i moti più immediati del suo vario sentimento, tra elegiaco e descrittivo. Egli sentì la necessità di ringiovanire la poesia, e se le sue composizioni esprimono la parte reale della vita e contengono sfoghi dell'animo suo conturbato, rivelano, nei loro versi fluidi, gustosi e spiccatamente castigliani, una sensibilità originale, forse la più personale della lirica spagnola del Cinquecento. La natività del C. si afferma anche nelle traduzioni dal latino (Historia de Piramo y Tisbe e il Canto de Polifemo, tratti da Ovidio, e qualche frammento derivato da Catullo) ove seppe mantenersi originale.
Festosamente satirico nel Dialogo de las condiciones de las mujeres e nella Transfiguración de un vizcaíno gran bebedor de vino, si fa pensoso e amaro nel Diálogo entre el cantor y su plima, e acquista qualità rappresentative e filosofiche nel Diálogo entre la memoria y el olvido, Diálogo entre la verdad y lisonja e Diálogo de la vida de Corte.
Edizioni: Obras, Madrid 1792 (Vol. XII e XIII della Colección de R. Fernandez); Poesías, in Poetas líricos de los siglos XVI y XVII, ed. A. de Castro, I, Madrid 1853 (Bibl. de aut. españ., XXXII, pp. 105-252); Obras, prólogo, edición y notas de J. Domínguez Bordona, Madrid 1926-28 (in Clásicos castellanos, LXXI-LXXIX; LXXXVIII); R. Foulché-Delbosc, Deux øuvres de C. de C., in Revue hispanique, XXXVI (1916), pp. 489-620; L. Pfandl, Diálogo de mujeres, in Revue hispanique, LII (1921), pp. 361-429; E. Werner, Diálogo entre el autor y su pluma. Nach einer Wiener Handschrift neu herausgegeben, in Revue hispanique, LXXI (1927), pp. 555-585; L. Pfandl, Ein unbekannter Castillejo-Druck, in Revue hispanique, LVI, pp. 350-55.
Bibl.: L. Pfandl, Der Diálogo de mujeres von 1544 und seine Bedeutung für Castillejo-Forschung, in Archiv. f. d. Stud. d. neuren Sprachen, CXL (1920), pp. 72-83; F. Wolf, Über einige unbekannt gebliebene Werke C. de C.'s in einer Handschrift der K. K. Hof-Bibliothek zu Wien, in Siztungsberichte der K. Akademie der Wissenschaften, V, Vienna 1850, pp. 134-39; F. Wolf, C. de C.'s Lobspruch der stadt Wien, ibid., II (1849), pp. 292-310; id., Über C. de C.'s Todesjahr, ibid., XXXVII (1861), pp. 101-102; J. Domínguez Bordona, Cuatro notas sobre C. de C., in Homenaje a Menéndez Pidal, III (1925), pp. 545-549; C. Leonor Nicolay, The Life and Works of C. de C., Philadelphia 1910; B. Sanvisenti, Un giudizio nuovo su C. de C. nei suoi rapporti coll'italianismo spagnuolo, in Atti dell'accademia di Torino, XI (1904), pp. 94-101; J. Menéndez Pidal, Datos para la biografía de C. de C., in Boletín de la R. Academia española, II (1915), fasc. 6°, pp. 4-20.