VILLALÓN, Cristóbal de
Scrittore spagnolo, nato forse nel 1501 a Cuenca de Campos (Valladolid). Studiò ad Alcalá de Henares, a Salamanca, specialmente lettere classiche, a Valladolid. Viaggiò in Italia, al seguito, pare, di don Francesco di Bobadilla governatore di Siena; fu anche in Francia e in Fiandra. Fatto prigioniero dai Turchi, nell'agosto del 1552, presso l'Isola di Ponza, su una delle navi comandate da Andrea Doria, fu portato a Costantinopoli, dove visse tre anni e dove pur ebbe certa buona fortuna alla corte di Solimano II per avere guarito, tra altri, la stessa sultana. Riuscì, dopo molte peripezie, a fuggire attraverso la Grecia e, da Messina, attraverso l'Italia a tornare in Spagna. Di tutto ciò fa ampia relazione nel Viaje de Turquía, opera a dialogo, interessante quanto mai, oltreché per la piacevole narrazione della vita di avventuriero, per le notizie intorno alla vita pubblica e privata dei Turchi.
Scrittore di larga cultura umanistica, il V. compose verso il 1557, alla maniera del dialogo di Luciano Il sogno o il gallo, e l'altra opera, pur tra le più significative, El Crótalon, del tutto pessimista. Immagina che un gallo, passato, secondo la dottrina pitagorica, per molte trasformazioni nei più che mille anni di sua vita, e fatto così ricco di molte esperienze, conversi ora con Micilio suo padrone, povero calzolaio, e riprenda acremente i vizî del suo secolo. Vi si dispiega il carattere satirico e mordace del V., come l'arditezza e l'indipendenza del suo spirito spregiudicato formatosi sulle assidue letture di Erasmo, ché appartenne anch'egli alla folta schiera dei suoi seguaci fiorita sotto il regno di Carlo V. Con assoluta libertà di giudizio, propria di tanti scrittori spagnoli nonostante l'Inquisizione, vitupera la simonia e la corruzione di Roma papale, deride i creduloni nelle reliquie, la vita frivola e rilasciata dei conventi, i teologi presuntuosi, gli ecclesiastici gaudenti e ambiziosi, ecc. Altra opera importante del V. è la Ingeniosa comparación entre lo antiguo y lo presente (1539), che precorre il nostro Tassoni, che nel libro X dei Pensieri diversi (1620) aveva sollevato la questione circa la superiorità dei moderni sugli antichi, riaccesasi poi in Francia nel 1687 con la famosa "querelle". Opere minori del V. sono: El Escholástico, un trattato a dialogo, imitazione del Cortegiano di B. Castiglione: vi sono rappresentati i tipi ideali del maestro e del discepolo; il Provechoso tractado de cambios... y reprobación de la usura (1541). È incerto che siano del V. un Diálogo de las transformaciones ancora inedito e una Gramática castellana. È certo sua una Tragedia de Mirrha, racconto ovidiano.
Ediz. e bibl.: El Crótalon, in Soc. de biblióf. esp., IX; Viaje de Turquía, in Nueva biblioteca de aut. esp., II; El Escholástico, in Soc. de biblióf. madrileños, V; La ingeniosa comparación, in Soc. de biblióf. esp., XXXIII; Tragedia de Mirrha, in Revue Hisp., XIX. Cfr. N. A. Cortés, Miscelanea Vallisoletana, s. 2ª; La patria de V., in Revista Castellana, agosto 1924; A. Giannini, Impressioni italiane di viaggiatori spagnoli dei secoli XVI e XVII, in Revue Hispanique, LV (1922); id., Il libro X dei "Pensieri diversi" di A. Tassoni e la "Ingeniosa comparación" di C de V., in Revue Hispanique, XLI (1917).