ALLORI, Cristofano
Pittore, nato a Firenze il 17 Ott. 1577 dal pittore Alessandro e da Maria Serbaldesi. Firmava le sue pitture aggiungendo al suo nome quello del Bronzino ("C. Allori Bronzino"),come più spesso aveva fatto il padre, allievo e pupillo del Bronzino. In mancanza di uno studio sistematico sulla sua attività, resta unica fonte di notizie la vita che ne scrisse F. Baldinucci. Questi lo pone in primo piano nella costituzione del linguaggio originale che caratterizzò la pittura fiorentina tra gli ultimi decenni del Cinquecento e i primi del Sei quale si configura, per esempio, nel Cigoli. Da questo atteggiamento derivò il suo dissenso col padre, convinto assertore dell'accademismo formale, per cui passò a lavorare con Gregorio Pagani. Dopo la ingenua esercitazione che è il ritratto (firmato) del conte Ugo di Toscana agli Uffizi, dipinto da giovinetto nel 1590, lo troviamo, probabilmente nel 1602, in una delle Storie del Beato Manetto nei laterali della Natività della Vergine dipinta dal padre, in quest'anno, all'Annunziata, intento ad appropriarsi del colore venezianeggiante del Ligozzi e del Passignano, suoi compagni nella stessa impresa. In seguito, sull'esempio fiammingo, disegnò paesaggi dal vero, ora nel Gabinetto dei Disegni agli Uffizi. Eseguì inoltre solidi e vigorosi ritratti, come quello di Michelangelo Buonarroti il Giovane in casa Buonarroti. Altri, piccoli, su rame, si potranno forse rintracciare nella collezione ora agli Uffizi, dove è anche il suo Autoritratto,più tardo e orientato ormai verso la libera pennellata del Cigoli. Guardò anche intensamente al Correggio, copiandone più volte la piccola Maddalena (il cui originale, o copia di esso, è ora nella Galleria di Dresda). E il frutto di tutte queste esperienze appare già nel riquadro nel soffitto della chiesa dei Cavalieri a Pisa (1604) e nei SS. Giuliano e Benedetto per la compagnia di S. Benedetto Bianco (ca. 1608), dipinti per un tabernacolo in S. Maria Novella, ora nel Seminario di Cestello, dai quali non deve essere lontana la Madonna del Rosario in S. Domenico di Pistoia, per il profondo colore avvivato di scintillanti effetti luminosi.
Fondata nel 1602 dal b. Ippolito Galantini la Compagnia dei Vanchetoni, egli ne fu per qualche tempo assiduo, e sembra che il Ritratto di un confratello,ricordato dal Baldinucci, si trovi oggi, in due repliche, nella Galleria Palatina di Firenze. Ben presto, però, estintosi questo momentaneo fervore, egli tornò a una vita di dissipazione, tribolata dagli amori con la bella Mazzafirra, che egli ritrasse, con ardita padronanza pittorica, nella celebre Giuditta della Galleria Palatina, e in una Maddalena per Alberto dei Bardi, forse identificabile con quella oggi nella stessa galleria. Là è il gruppo più cospicuo delle sue opere con le grandi tele dell'Ospitalità di s. Giuliano (dipinta per il granduca Ferdinando II; tradotta in arazzo nel 1653 da Pierre Lefebvre), del San Giovanni nel deserto, dell'Adorazione dei Magi,del Presepe,con altri ritratti e quadretti minori provenienti dalle collezioni medicee come gli squisiti bozzetti ora in palazzo Pitti. Ciò avvalora gli indizi documentari che egli fosse tra gli artisti protetti, se non stipendiati, dal granduca Cosimo II, e si sa, da un suo capitolo in versi, che per il granduca egli eseguiva dipinti, oggi ignoti, nella villa dell'Ambrogiana. La sua coscienza dell'effetto luminoso, coefficiente della rivelazione pittorica delle forme e dell'unità compositiva, supera ogni tentativo contemporaneo a Firenze. E questo appare specie nel bel dipinto con Michelangelo poeta nella galleria di casa Buonarroti, poi compiuto dal suo scolaro Zanobi Rossi (come il S. Pietro sulle acque in S. Trinità e la pala del duomo di Pisa). Morì a Firenze, per cancrena, nel 1621.
Fonti e Bibl.: C. Allori, Capitolo inedito, a cura di G. Brenna, per nozze Quentin-Manci, Roma 1889; F. Baldinucci, Delle notizie de' professori del disegno, a cura di D. M. Manni, torno XII, Firenze 1772, pp. 14-40; O. Bianchini, Ragionamenti istorici dei Gran Duchi di Toscana,Venezia 1741, p. 88; F. Tolomei, Guida di Pistoia,Pistoia 1821, pp. 27, 103, 109, 111, 148; A. Fumo, La vita e le rime di Angiolo Bronzino,Pistoia 1902, pp. 27-36; N. Tarchiani, Mostra della pittura italiana del Seicento e del Settecento - Catalogo,Firenze 1922, pp. 20 s.; O. H. Giglioli, Disegni inediti...,in Bollett. d'arte,s. 2, II (1922-23), pp. 505-507; U. Oletti, L. Dami e N. Tarchiani, La pittura ital. del '600 e del '700 alla Mostra di Palazzo Pitti,Milano-Roma 1924, pp. 23, 47; D. E. Colnaghi, A dictionary of Fiorentine painters,London 1928, pp. 10 s.; H. Koritzer, C. A. (tesi di laurea, univ. di Lipsia 1928), Oschatz 1928; N. Pevsner, Einige Regesten aus Akten der florentiner Kunstakademie,in Mitteilungen des Kunsthist. Institutes in Florenz,IV (1932-34), pp. 128-131; A. J. Rusconi, La R. Galleria Pitti in Firenze,Roma 1937, pp. 24-29; L. Berti, in Catal. della Mostra di bozzetti delle gallerie di Firenze,Firenze 1952, pp. 9-11; F. Sricchia, Mostra dei bozzetti (Firenze, "La Strozzina", gennaio-febbraio 1953), in Paragone,IV (1953), n. 39, pp. 59-62; M. Gregori, in Catal. della Mostra del Cigoli e del suo ambiente,S. Miniato 1959, pp. 220-223 (con bibl.); U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler,I, pp. 321 a.; Encici. ital., II, p. 558; U. Galetti-E. Camesasca, Encicl. della pittura ital.,I, p. 40.