BEGGIAMO (Beyamus), Cristoforo
Nacque a Savigliano intorno al 1430 da Giorgio, di nobile famiglia locale, signora di Sturano, di Demonte, di Beinette e di altri luoghi della Val Padana. Il suo nome è legato alla introduzione della stampa in Piemonte, anche se è discusso il carattere della, sua personale partecipazione all'esercizio dell'arte. Il B. dovette essere persona colta, entusiasta della nuova arte, desideroso di diffonderne i prodotti e di offrirne i benefici al suo paese. Secondo un giudizio dello Haebler, egli deve essere precipuamente ricordato tra i mecenati dei tipografi; né si può accettare l'opinione del Vernazza e del Novellis che sia stato tipografo egli stesso: avrebbe imparato dal tedesco Johann Glim, l'arte nuova e l'avrebbe poi personalmente esercitata; ma non si vede per quale ragione il Glim, che era stato operaio dei prototipografi, Coarad Sweynbeym e Arnold Pannartz a Subiaco e a Roma, avrebbe dovuto lasciare questa città per trasferirsi in un borgo poco conosciuto del Piemonte senza un preciso accordo di lavoro. A più logico congetturare che sia stato il B. a far ricercare un tipografo capace, disposto a trasferirsi nella sua città per impiantarvi una "officina" e ad esercitarvi l'arte in sua società, il B. fornendo i capitali ed il tedesco l'opera. Certo è' che fu pubblicato in Savigliano circa l'anno 1471 il Manipulus di Guy de. Mont Roche, ove si legge questo colophon: "Hoc Beyamus opus pressit Christoforus altum. Immensis titulis estat origo sua. Cui Glim consocius clara fuit arte Iohannes, Germanam gentem non negat esse suam".
Che l'anno di stampa sia stato il 1471 è questione incerta: tale è l'opinione dello Haebler, ed essa è di gran conto ma non è suffragata da documenti certi. I caratteri usati per la stampa ci illuminano poco: sono dei rotondi (R 114) simili a quelli di una serie adoperata in Venezia dai da Spira, e non molto dissimili da quelli usati in Roma da Georg Lauer. La carta proviene da cartiere locali, ma le filigrane che la contrassegnano furono adoperate per molti decenni è gli studi non sono abbastanza avanzati per poteme datare le varianti. All'edizione del Manipulus seguì quella dello Speculum di Rodericus Zamorensis, pubblicata senza indicazione di luogo e col solo nome del Beggiamo. Quanto al testo, è copia di quello dato da Conrad Sweynheym e Amold Pannartz in Roma nel 1468, cui forse aveva collaborato il Glim. Il fatto che questa edizione non porti il nome del Glini diede motivo al Vernazza e al Novellis di affermare che il patrizio saviglianese fosse stato il compositore materiale della stampa. Questa fu eseguita con gli stessi caratteri R 114 del, Glim, adoperati per il Manipulus, che serviranno ancora per le altre tre edizioni stampate dal tedesco in Savigliano, nelle quali non compare il nome del Beggiamo. In mancanza di documenti si può congetturare che questi abbia finanziato il Glim, lo abbia considerato quasi come un suo dipendente e perciò abbia posto il suo solo nome all'edizione dello Speculum.Dopo di che dovette, in qualche modo, regolare i suoi rapporti col socio operaio e lasciarlo proseguire da solo.
Il B. compare ancora in un documento del 1496: ma di lui non si ha in seguito nessun'altra notizia. Della sua attività di mecenate-tipografo non ci resta che la testimonianza delle due sottoscrizioni riferite.
Fonti e Bibl.: C. Novellis, Biografie di illustri saviglianesi, Torino 1840, pp. 48 ss.; G. Vernazza, Diz. dei tipografi, Torino 1859, pp. 18-20; G. Turletti, Storia di Savigliano, II, Savigliano 1883, p. 707; F. Berlan, Introduzione della stampa in Savigliano, Torino 1887, pp. 1 ss.;. G. Fumagalli, Lexikon..., Firenze 1905, pp. XV, 385; K. Haebler, Die Deutschen Buchdrucker des 15. Jahrhunderts im Austand, München 1924, pp. 76 s.