CAMBIAGO (Cambiagus, de Cambiago), Cristoforo
Figlio di Giacomo, nacque a Milano nella prima metà del sec. XV. Fu allievo di Francesco Filelfo, che in una lettera del 27 giugno 1467 lo ringrazia di favori a lui prestati "ad veteris institutionis recordationem" (Epistolarum familiarum libri XXXVII, Venetiis 1502, f. 191v). Il C. sposò una Susanna de Bernadigio, e ne ebbe il figlio Giacomo, che poi fu anch'egli segretario ducale.
Nel 1457 era cancelliere ducale; con decreto del 18 febbraio di quell'anno ottenne facoltà di rogare atti in tutto il dominio: rogò le disposizioni testamentarie di Galeazzo Maria Sforza del 3 novembre 1471. Figura tra i segretari del Consiglio segreto in carica il 1º gennaio 1474, l'8 aprile 1480, con i colleghi Bartolomeo Calco e Alvise Becchetti, venne designato da Ludovico il Moro, reggente del ducato in nome di Gian Galeazzo, nel novero dei funzionari incaricati della spedizione delle lettere ducali, con l'attribuzione inoltre di una particolare competenza sui benefici. Fu legato di Galeazzo Maria presso l'imperatore ad Augusta nel luglio 1474, in tal veste pronunciò, in nome del duca, un discorso a Federico III per ottenere l'investitura del ducato di Milano.
Tale orazione si conserva inedita nel ms. T. 20 sup. dell'Ambrosiana di Milano, alle cc. 112-119, in essa non solo sono illustrati i meriti di Galeazzo Maria, ma è offerta una compendiosa rassegna delle gesta del padre di lui, Francesco Sforza. Non è possibile rintracciare gli "epigrammata" e la "disperata" di cui secondo l'Arisi, il C. sarebbe stato autore, contenuti in un manoscritto già appartenuto all'erudito bolognese Ovidio Montalbano.
Dello zelo professionale e della fama d'oratore del C. resta infine una testimonianza di Ubertino Clerici da Crescentino, nell'epistola dedicatoria a Bonaccorso da Pisa premessa al suo commento delle Familiares diCicerone (Venetiis 1480, f. a2).
Fonti e Bibl.: Notizie documentate sul C. sono raccolte nel ms. T. 160 sup. della Biblioteca Ambrosiana di Milano da R. Fagnani, Familiarum commenta, lett. C, parte I, f. 301; G. Giulini, Mem. spettanti alla storia... di Milano, VI, Milano 1857, pp. 593, 606; E. Lazzeroni, Il Consiglio segreto o Senato sforzesco, in Atti e mem. del terzo Congresso stor. lomb., Milano 1939, p. 154 n.; C. Santoro, Gli ufficidel dominio sforzesco (1450-1500), Milano 1948, p. 31; Id., Gli offici del Comune di Milano e del dominio visconteo-sforzesco, Milano 1968, p. 211. Il C. fu incluso da F. Arisi in Cremona literata, I, Parma 1702, p. 301; ma la sua origine milanese, sulla scorta di testimonianze raccolte dal Sitoni di Scozia, fu rivendicata da F. Argelati, Bibl. scriptorum Mediolanensium, I, 2, Mediolini 1745, col. 265, che segnalò inoltre l'esistenza dell'orazione citata (per cui si confronti P. O. Kristeller, Iter italicum, I, p. 343) e aggiunse altre notizie biografiche, II, 2, col. 1745; si veda anche, nell'opera cit. dell'Argelati, G. A. Sassi, Historia typographico-literaria, col. CCLXXIII, e infine la Storia di Milano, VII, Milano 1956, p. 525.