CORTESE (de' Cortesi, Cortesio), Cristoforo
Non si conosce l'anno di nascita di questo miniatore veneziano, figlio di Marco, attivo nella prima metà del sec. XV.
Marco è forse identificabile (Chiappini, 1963), con il Marco Cortexe pittore e miniatore abitante in S. Aponal (la stessa parrocchia cui apparterrà il Cortese). Sua figlia Franceschina aveva sposato Giovanni di Francia (U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 484) che nel 1430 dipinse e dorò la facciata della Ca' d'oro per incarico dei Contarini, per i quali nello stesso periodo lavorò pure il Cortese.
Il nome del C., "miniator", compare per la prima volta nella mariegola della Scuola di S. Caterina dei sacchi, che va dal 1367 al 1399 (Venezia, Bibl. del Civico Museo Correr, Mss., IV, 118). Come ha ben precisato il Toesca (1947), seguito poi da tutta la critica, la testimonianza è da accogliere tra le notizie certe sul C., pur essendo da scindere il nome del C. dalle miniature dei libro attribuitegli in un primo tempo (Bradley, 1887). Il C. è ricordato poi in un documento veneziano del 1409 (pubblicato dal Cecchetti, 1887), in cui è detto "pictor": tale identificazione, negata dalla Savini Branca (1966), ma accettata da quasi tutti gli studiosi, sembra corroborata dal recente ritrovamento di un'opera del C. su tavola (polittico firmato nella parrocchiale di Altidona, nelle Marche), dovuto a F. Bisogni (1973) e dall'attribuzione, che ci sembra accettabile, all'artista di un dittico del Museum of Fine Arts di Boston, avanzato da C. Huter (1974). Tali studi, nonostante il disaccordo sulla cronologia, potranno aprire la via alla ricostruzione di una sua più larga attività in questo campo.
Da due documenti del 1420 (Chiappini, 1963), si conosce il nome della prima moglie del C., Zanina (dal testamento di questa, del 15 agosto di quell'anno, la coppia risulta priva di figli). Il 23 febbr. 1425 il C. è a Bologna (Malaguzzi Valeri, 1896), ma il 15 ottobre successivo è nuovamente a Venezia, con la seconda moglie e il figlio Policreto, e fa testamento (Arch. di Stato di Venezia, Testamenti, b.563: Chiappini, 1963). Verso il 1430 esegue una miniatura in un libro di preghiere di una monaca di casa Contarini (Toesca, 1952). Nel 1439 l'artista fa nuovamente testamento a Venezia, dal quale risulta che nel frattempo gli sono nate altre due figlie: Isabetta e Samaritana (Chiappini, 1963). Da un documento del 16 nov. 1445 si sa che Policreto è creditore di Iacopo dell'Aquila per due miniature eseguite dal padre, già morto, in un offiziolo non ancora rintracciato dalla critica, che pur ha raccolto numerose opere attribuibili al Cortese.
Il maggiore sforzo inteso alla ricostruzione di un corpus di opere omogeneo riferibile al C. sulla base dell'unica miniatura firmata della coll. Wildenstein (Parigi), rappresentante i Funerali di s. Francesco, è stato compiuto da Pietro e Ilaria Toesca (1947 e 1952), da M. Levi D'Ancona (1956), da S. Savini Branca (1966), da G. Mariani Canova (1970), da C. Huter (1974 e 1980) e da N. E. Land (1978), che propongono numerose attribuzioni al C. miniatore, mostrandosi sovente in disaccordo. Il recente collegamento al nome del C. di alcune incisioni in legno (Ravenna, Biblioteca Classense, Martirio di s. Sebastiano, S. Zaccaria;Prato, Museo civico, Crocifissione;Norimberga, Germanisches Museum, Libro della Passione) da parte del Rosenthal (1962) e della Mariani Canova (1970) aggiunge complessità e importanza alla figura dell'artista, che si rivela sempre più tra i personaggi principali della cultura figurativa veneziana del primo Quattrocento: come ben indica C. Huter (1974), il C. rinnova la miniatura veneziana ricollegandosi alla grande stagione della miniatura bolognese e padovana del Trecento, e prepara così la via alla fioritura del secondo Quattrocento.
Fonti e Bibl.: J. Bradley, Dict. of Miniaturists, New York 1887, I, p. 255; B. Cecchetti, Saggio di cognomi ed autografi di artisti in Venezia, in Arch. veneto, XXXIII (1887), p. 104; F. Malaguzzi Valeri, La miniatura a Bologna, in Arch. stor. ital., XVIII (1896), p. 285; E. Aeschlimann, Dictionn. des miniaturistes, Milano 1940, p. 49, tav. XXVI; G. Lorenzetti, Cinque secoli di pittura veneta, Venezia 194-f, p., 156; P. Toesca, Quelques miniatures vénitiennes du XIV siècle, in Scriptorium, I (1946-47), p. 73; O. Pätch, Italian Illuminated Manuscripts from 1400 to 1550, Oxford 1955, nn. 28, 29, 77; P. Toesca, Il Trecento, Torino 1951, p. 846; I. Toesca, C. C., in Paragone, III (1952), 29, pp. 51-53; M. Salmi, La miniatura italiana, Milano 1956, p. 37; M. Levi D'Ancona, Miniature venete dellacoll. Wildenstein, in Arte veneta, X (1956), p. 25; E. Rosenthal, Two unrecorded Italian singlewoodcuts and the origin of wood engraving inItaly, in Italia medievale e umanistica, V (1962), p. 361; I. Chiappini di Sorio, Documenti perC.C., in Arte veneta, XVII (1963), pp. 156-158; S. Savini Branca, Nota per C.C., ibid., XX (1966), pp. 230-233; R. Cipriani, Codici miniati dell'Ambrosiana, Milano 1968, p. 5, tav. 18; P. Brieger-M. Meiss-C. S. Singleton, Illuminated Manuscriptsof the Divine Comedy, Princeton 1969, p. 316; P. Toesca-G. Fiocco-I. Toesca, Miniature ital. della Fondazione Cini, Venezia 1968, p. 62, tav. 79; F. Filippini - G. Zucchini, Miniatori epittori a Bologna, Documenti del sec. XV, Roma 1968, p. 43; O. Pätch-J. J. Alexander, Illuminated Manuscripts in the Bodleian Library, II, Italian School, Oxford 1970, p. 48, n. 486; G. Mariani Canova, Di alcuni corali superstiti a S. Giustina in Padova: C. C. e altri miniatori delQuattrocento, in Arte veneta, XXIV (1970), pp. 3752; A. Daneu Lattanzi, I manoscritti e incunabolidella Bibl. Bodleiana, in Bollett. d'arte, n.s., LVII (1972), I, p. 49, fig.18; F. Bisogni, Un polittico di C. C. ad Altidona, in Arte illustrata, VI (1973), 53, pp. 149-151; Id., in Restauri nelleMarche (catal.), Urbino 1973, pp. 103-108; C. Huter, Panel Painting by Illuminators: Remarks on acrisis of Venetian Style, in Arte veneta, XXVIII (1974), p. 13; P. Verdier, Un nouveau ms. enluminéPar Ch. C., ibid., XXX (1976), pp. 147-153; N. E. Land, C. C. and an important antiphonary in theBodleian Library Oxford, in The Burlington Magazine, CXX(1978), pp. 585-593; C. Huter, C. C. in the Bodleian Library, in Apollo, CXI (1980), 215 pp. 10-17; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, p. 120, sub voce Cristoforo de' Cortesi.