CRISTOFORO di Geremia
Originario di Mantova, probabilmente figlio dell'orafo Geremia di Nicolino dei Geremei, menzionato in documenti mantovani tra il 1438 e il 1480 (Rossi, 1888), ne è incerta la data di nascita. Eseguì (forse a Napoli) per Alfonso V d'Aragona una medaglia con il busto del sovrano e sul rovescio la rappresentazione del re seduto sul trono tra Marte e Bellona. Firmata "Christophorus Hierimia", è databile agli ultimi anni di vita di Alfonso o subito dopo la sua morte (1458; Hill, 1930, tav. 127, n. 754).
Arrivato a Roma nel 1456, fu al servizio del cardinale di Aquileia Ludovico Scarampi Mezzarota dal 1461 (ibid., tav. 127, n. 756: medaglia non firmata con il ritratto dei cardinale), pur mantenendo relazioni con i Gonzaga. Nel 1461 ricevette da Ludovico Gonzaga l'incarico di eseguire una "conchetta" in cristallo e oro, lavoro che fu portato a termine "e inviato a Mantova nell'aprile dell'anno seguente (Rossi, 1888). Nel 1462 Visitò Firenze.
Alla morte dello Scarampi (1465) entrò al servizio del papa Paolo II, per il quale eseguì alcune medaglie per celebrare la costruzione di palazzo Venezia a Roma (alcune medaglie con l'effigie del papa sono state ritrovate in salvadanai di terracotta nelle fondazioni del palazzo; cfr. de Caro Balbi, 1973). Altre medaglie di questo papa gli possono essere attribuite. Nel 1468, in occasione della venuta a Roma dell'imperatore Federico III, ebbe l'incarico di restaurare dietro compenso di 300 fiorini d'oro la statua bronzea di Marc'Aurelio, allora davanti a S. Giovanni in Laterano (mandato di pagamento del 25 giugno 1468 in Müntz, 1879, p. 93). Un mandato del 25 dicembre sempre del 1468 indica che l'artista in quel periodo era alloggiato in Vaticano (ibid., p. 93 n. 2).
È, firmata "Christophorus Hierimiae f." anche una medaglia con il busto di Costantino il Grande (Hill, 1930. tav. 127, n. 755) eseguita per commemorare, sembra, la pace della Chiesa (secondo Sambon, 1936, si tratterebbe invece di un ritratto di Alfonso V d'Aragona risalente al periodo precedente la venuta a Roma di Cristoforo).
Morì nel 1476, probabilmente a Roma.
Medaglista di chiara tradizione classica, ritrattista molto vigoroso, C. è considerato il maggior esponente ed il fondatore della scuola romana di medaglistica della seconda metà dei sec. XV. Alcune medaglie dei pontefici Paolo II e Sisto IV, firmate Lisippo, sono state attribuite a un nipote di C., dei quale mancano notizie (Magnaguti, 1921).
Fonti e Bibl.: E. Müntz, Les arts à la cour des papes pendant le XVe et le XVIe siècles., II, Paris 1879, pp. 92 s., 291-98, tav. I; U. Rossi, C. Geremia, in Arch. stor. d. arte, I (1888), pp. 404-11; J. Foville, Un médailleur du XVe siècle... in Revue de l'art ancien et mod., XXX (1911), pp. 435 ss.; G. F. Hill, The medals of Paul II, in Numismatic Chronicle..., X (1910), pp. 340-60. A. Magnaguti, Le medaglie mantovane, Mantova 1921, pp. 30 ss.; G. F. Hill, A Corpus of Italian medals of the Renaissance before Cellini, London 1930, pp. 195-201, tav. 127 s.; A. Sambon, La medaglia napoletana di C. di G. del 1456 rappresentante probabilmente Alfonso I e Lucrezia d'Alagna, in Boll. d. Circolo numismatico napol., XV(1936), pp. 53 s. (lo dice nato a Cremona intorno al 1430); F. Panvini Rosati, Medaglie e placchette ital. dal Rinascimento al XVIII sec., Roma 1968, pp. 33 nn. 84-86, 67 n. 5; Un secolo di grande arte nella monetaz. di Napoli (catal.), Napoli 1973, pp. 38, 160, nn. 3 s.; S. de Caro Balbi, Alcune medaglie di Paolo II rinvenute nelle mura di palazzo Venezia in Roma, in Medaglia, V (1973), pp. 24-34, figg. 24-36; G. Hill-J. G. Pollard, Medals of the Renaissance, London 1978, pp. 68 s., tav. 12, 2; Paolo II e le fabbriche di S. Marco (catal.), Roma 1980, pp. 24 nn. 2, 4-6, 77; P. Cannata, Rilievi e placchette dal XV al XVIII sec., Roma 1982, p. 17. nn. 25-27; C. W. Forrer, Biographical Dict. of medaillists..., II, London 1904, pp. 246 ss.; VII, ibid. 1923, p. 353; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, p. 121; G. C. Bulgari, Argentieri, gemmari e orafi d'Italia, I, Roma, I, Roma 1958, p. 511.