GALLINA, Cristoforo
Figlio di Giovanni Francesco, consigliere visconteo, e di Margherita de Tercio, nacque a Pavia nel 1412, da famiglia di buone condizioni economiche, che intorno al 1414 si trasferì a Milano, dove il padre era entrato a far parte della Cancelleria del nuovo duca, Filippo Maria Visconti, in qualità di notaio e cancelliere. A Milano il G., postosi al servizio del Visconti, fu nominato familiare del duca, entrando in tal modo a far parte di quell'esclusivo gruppo di funzionari del seguito con mansioni fiduciarie e quindi molto flessibili, il cui ruolo era, principalmente, quello di assolvere a compiti di varia natura, soprattutto di carattere diplomatico e amministrativo-militare. Appunto nella sua qualità di famigliare del duca svolse, poco più che ventenne, il suo primo incarico esterno: nel 1435, secondo il Sitoni, compì una missione diplomatica presso i Cantoni svizzeri. Missione logistico-militare, invece, fu quella del 1450: il 21 marzo fu inviato nella campagna di Pavia e nelle "terre" di Rosate, di Binasco, di Besate e di Merlate che, secondo quanto disposto, dovevano fornire quartieri per la "famiglia ducale d'armi", con il compito di ripartire temporaneamente gli alloggi disponibili e assegnarli al condottiero Antonio da Landriano e alla sua compagnia di 100 cavalli. Nel giro di pochi giorni il G. prese contatto con le autorità locali ed elaborò un "compartito", cioè un piano di ripartizione degli alloggi secondo quote assegnate a ciascuna delle Comunità coinvolte nel provvedimento. Alla fine dello stesso anno fu incaricato di risolvere una delicata controversia tra il duca di Milano e le Comunità svizzere del Cantone di Uri.
Gli Svizzeri, dopo la sconfitta subita nella piana di Arbedo, presso Bellinzona, per opera degli eserciti viscontei condotti dal Carmagnola (1422) - in seguito alla quale i confini del Ducato di Milano erano stati riportati allo spartiacque alpino -, avevano tuttavia mantenuto in loro possesso la Val Leventina corrispondente all'alto corso del Ticino, da Airolo a Biasca, come pegno, in attesa del pagamento, da parte di Filippo Maria, dei risarcimenti previsti dai capitoli di pace. Ciò provocò negli anni seguenti un deterioramento dei rapporti tra le due potenze, che esplose in aperto conflitto, quando, nel 1439 (in seguito a sequestri da parte delle autorità ai danni dei beni di alcuni mercanti svizzeri che operavano in Lombardia), genti d'arme di Uri, di Oberwald e di altri Cantoni finitimi compirono un'incursione contro Bellinzona e occuparono terre e castelli della Val Leventina e della Val di Blenio. Il duca di Milano, in quel momento impegnato contro la coalizione promossa da Venezia e da Firenze, non poteva operare su un secondo fronte. Si vide perciò costretto a cercare un accordo. Il 27 ott. 1440 nominò il G. e il vicario generale Agapito Lanfranchi suoi ambasciatori, con ampia procura per trattare a Berna con due plenipotenziari svizzeri. A Milano la missione venne seguita da Giovanni Francesco, padre del G., allora segretario ducale. Le trattative si conclusero a Lucerna nell'aprile del 1441: l'atto stipulato con il Cantone di Uri prevedeva che la Val Leventina dovesse rimanere per alcuni anni nelle mani degli Svizzeri, i quali in cambio si sarebbero ritirati da Bellinzona. Il duca si impegnava, inoltre, a versare un'indennità e a estendere i privilegi commerciali ad altri Cantoni e ad altre Comunità loro confederate.
Il 21 maggio il duca inviò il G. nelle città di Tortona, di Alessandria e di Asti per sollecitare quelle Comunità a fornire i contingenti di fanti, di guastatori e di carriaggi che erano stati richiesti per la guerra in corso; con una patente gli attribuì ampie facoltà di incarcerare, punire e condannare i renitenti ai suoi ordini. Il 12 giugno il G. era ad Asti, dove rappresentanti del Comune avanzarono diverse obiezioni. Il G. tenne un atteggiamento duro e minacciò di incarcerare i delegati che trattavano con lui. Presto tornò a Milano, ma nello stesso mese di giugno Asti fu sottoposta a un governatore ducale e perse anche le ultime parvenze di autonomia comunale. Il G. compì in seguito altre missioni diplomatiche presso il duca di Savoia.
Da un documento del 5 apr. 1440 risulta che fu incaricato di condurre dal Mantovano al lago di Garda le galee da guerra del duca. La morte del padre (luglio 1442) non ebbe ripercussioni sulla carriera del G., che continuò a servire il duca di Milano, Filippo Maria: infatti nel 1445 fu nominato dal duca suo procuratore per recarsi a ricevere, a suo nome e in sua rappresentanza, l'aderenza dei Doria, signori della Valle di Oneglia.
Non ci risulta che, dopo la morte di Filippo Maria (13 ag. 1447), il G. abbia assunto alcun impiego o ricoperto alcun incarico presso la Repubblica ambrosiana (14 ag. 1447 - 24 febbr. 1450), e nemmeno, dopo la presa di potere di Francesco Sforza, presso il nuovo duca di Milano. Secondo alcune testimonianze egli trascorse i suoi ultimi anni a Torino, dove morì nel 1472.
Aveva sposato Susanna di Luigi Trivulzio; dei loro figli sono noti: Pietro Antonio, che, nato nel 1447, insegnò diritto all'Università di Torino e visse a Chieri; Vincenzo, che, nato nel 1450, intraprese la carriera militare; Caterina, che sposò nel 1459 un Trivulzio.
Fonti e Bibl.: P.C. Decembrio, Vita Philippi Mariae tertii Ligurum ducis, in Rer. Ital. Script., 2ª ed., XX, 1, a cura di A. Butti - F. Fossati - G. Petraglione, p. 400; J. Dumont, Corps universel diplomatique du droit des gens, III, Amsterdam-La Haye 1726-31, p. 97; Amtliche Sammlung der ältern Eidgenössischen Abschiede, II, a cura di A.Ph. Segesser, Lucern 1863, pp. 783-787; Documenti diplomatici tratti dagli archivi milanesi, a cura di L. Osio, III, Milano 1872, pp. 220 s.; Gli atti cancellereschi viscontei, a cura di G. Vittani, Milano 1929, II, 1, pp. 62, 65; II, 2, pp. 103-106, 111, 119; Ticino ducale. Il carteggio e gli atti ufficiali, a cura di L. Moroni Stampa - G. Chiesi, I, Bellinzona 1993, pp. 10 n., 26; G. Sitoni, Chronogenealogica monumenta nobilium de Gallinis, Mediolani 1733, p. 8; P. Vayra, Un anno di vita pubblica del Comune di Asti, in Miscell. di storia italiana, XXVII (1889), pp. 425 s., 488-493, 509 s.; M. Zucchi, Famiglie nobili e notabili del Piemonte illustrate nella loro genealogia, a cura di G. Donna d'Oldenico, Torino 1950, p. 69; Il Medioevo nelle carte, a cura di G. Chiesi, Bellinzona 1991, pp. 216-221.