MAJORANA (Maiorana, Mayorana), Cristoforo
Di questo miniatore, originario di Napoli, non si conosce l'anno di nascita. Se ne ipotizza la formazione e una lunga permanenza (1465-80 circa) nella bottega di Cola Rapicano (La Biblioteca reale(, p. 445).
La prima notizia documentaria, risalente alla fine del 1472, mette il M. in relazione con l'ambito di committenza per il quale avrebbe lavorato tutta la vita: la corte aragonese e i suoi più importanti esponenti. Il 25 dicembre di quell'anno riscuoteva infatti 10 ducati a saldo per "miniare cierti libri" per Alfonso d'Aragona, duca di Calabria (ibid.).
Se non è possibile identificare con certezza i codici cui si riferisce questo pagamento, tra i manoscritti di Alfonso attribuibili al M., in ragione specialmente della tipica espressione imbronciata dei putti che popolano i suoi frontespizi architettonici, si possono annoverare il Macrobio, Saturnaliorum liber primus e Commentarius in Somnium Scipionis (Valencia, Biblioteca universitaria, Mss., 55-848), e il De oboedientia e De principe (Ibid., Mss., 833-734) di G. Pontano, esemplati da Giovan Rinaldo Mennio rispettivamente nel 1472 e nel 1475 circa; nonché le altre opere di Pontano, De principe; De oboedientia e Dialogus qui Charon inscribitur nell'Urb. lat. 225 (post 1472) della Biblioteca apost. Vaticana (La Biblioteca reale(, pp. 444 s., 628, 636, 642; De Marinis, I, p. 148; II, p. 135).
Con un ordine di pagamento della Tesoreria reale, datato 13 ott. 1480 ed eseguito il 17 dello stesso mese, il M. ricevette un acconto "per lo minar de Agostino super salmis" (ibid., II, p. 268, docc. 558 s.), individuato nell'esemplare della British Library di Londra (Add. Mss., 14779-83), appartenuto a Ferdinando I e caratterizzato da un bellissimo frontespizio architettonico all'antica che apre il terzo libro, con l'iniziale "A" raffigurante S. Agostino nello studio (Evans; La Biblioteca reale(, pp. 441, 445 s.).
Se non si è potuto identificare il Nicola da Lira, Sopra Tobia, miniato per il "Senyor Rey" dietro compenso riscosso il 29 dic. 1480 (De Marinis, II, p. 270, doc. 567), il pagamento del 16 febbraio successivo si riferisce con certezza alla decorazione di un'altra opera realizzata per Ferdinando, l'Esopo, Vita et fabulae, della Biblioteca universitaria di Valencia (Mss., 758), costituita da un frontespizio architettonico "con spiritello, animalii et altri lavuri antichi" eseguito secondo la moda del gusto all'antica diffuso a Napoli da Gaspare da Padova, dalla miniatura tabellare con Esopo che zappa e dalle iniziali maiuscole e minuscole (De Marinis, II, p. 273, doc. 592, da cui si desume che il pagamento includeva anche le iniziali di un Lorenzo Valla, De libero arbitrio non identificabile; La Biblioteca reale(, pp. 441, 443, 445, 586).
Ancora per Ferdinando, il M. eseguì la decorazione di numerosi codici: gli si attribuiscono in particolare il Tucidide, De bello Peloponnesiaco (Valencia, Biblioteca universitaria, Mss., 397-764), esemplato da Mennio nel 1475 (De Marinis, II, pp. 443 s., 584), e il cosiddetto Breviario di Ferrante d'Aragona, del 1480 circa (Napoli, Biblioteca nazionale, Mss., I.B.57), miniato probabilmente nella bottega di Cola, con la collaborazione di Nardo Rapicano (De Marinis, I, pp. 155 s.; La Biblioteca reale(, pp. 397, 572-575).
Le cedole della Tesoreria reale registrano una serie di altri pagamenti intestati al M. per manoscritti miniati non identificati: è il caso dei pagamenti del 20 e 21 febbr. 1481 "per diverse litere et minie ha facto in uno libro intitolato Nicholo de Lira, uno altro Laurenzo Valle, uno altro Ysopo et in altri libri" e per le miniature realizzate in un "officio de orationi" e del 30 sett. 1488 "per miniatura de uno libro dicto le Cronache de Napole" di Mennio (De Marinis, II, pp. 274 s., 283, 288, docc. 600, 654, 677, 722).
Il 19 giugno 1489 il M. riscosse un pagamento "per miniatura de uno libro nomine Lores de la senyora Regina", plausibilmente l'Officium beatae Mariae Virginis della Biblioteca nazionale di Napoli (Mss., XIX.27), consegnato a Pier Antonio Sanese, custode della biblioteca del duca di Calabria e forse da quest'ultimo donato alla regina Giovanna, sua matrigna (De Marinis, I, p. 153; II, p. 290, doc. 746; Codici miniati(, pp. 56, 104). Il "Vesperale quale legge soa Maestà" delle cedole del 9 apr. 1491 e del 17 e 20 ott. 1492 (De Marinis, II, pp. 292 s., 302, docc. 770, 866, 867) - ultime citazioni documentarie relative al M. - è invece identificabile con il codice della Biblioteca universitaria di Valencia, Vesperale ad usum cappellae regiae Neapolis (Mss., 815-391).
Tra i codici miniati dal M. per un altro importante esponente della corte napoletana, il cardinale Giovanni d'Aragona, si ricordano il Paolo Orosio, Historiae adversus paganos, libri septem (Leida, Biblioteca universitaria, In de Betouw, 1) e i due manoscritti esemplati dal calligrafo fiorentino Antonio Sinibaldi nel 1484 del Seneca, Tragedie (Valencia, Biblioteca universitaria, Mss., 818) e dell'Orazio, Opera, ms. T.II.5 della Biblioteca reale di El Escorial (Timmer, in Cassee, p. 157; de la Mare, 1984, pp. 251-255).
L'ultima fase di attività del M. corrisponderebbe, secondo recenti studi, con quella del cosiddetto "Maestro del Temistio", legandosi così alla committenza di un altro personaggio di spicco in rapporto con la corte aragonese, per cui il M. sembra aver prestato servizio a partire dal 1485 circa: il feudatario-bibliofilo Andrea Matteo (III) d'Acquaviva.
Si ricordano in particolare il Temistio, Paraphrasis in Aristotelis Physicae Hermolao Barbaro interprete, e l'Apuleio, Opera (Napoli, Biblioteca oratoriana dei Girolamini, Mss., CF.3.4, CF.3.7), quest'ultimo dello stesso torno di anni della Fisica di Aristotele di Vienna (Österr. Nationalbibliothek, Philos. Graec., 2), datata 1496 (Codici miniati(, pp. 96-104).
Del M. non si conoscono luogo e data di morte.
Fonti e Bibl.: T. De Marinis, La Biblioteca napoletana dei re d'Aragona, I, Milano 1952, pp. 125, 148, 150-156, 160, 210, 214 s. e tavv. 23-32; II, ibid. 1947, pp. 5, 9, 11, 21, 57, 76, 135, 155, 164, 268, 270, 273 s., 283, 285, 287 s., 290, 292 s., 302; III, ibid. 1947, tavv. 5, 7, 10, 20, 23, 44-46, 104 s., 116; IV, ibid. 1947, tavv. 192, 198-201, 203, 206, 226, 234, 244; Id., La Biblioteca napoletana dei re d'Aragona. Supplemento, col concorso di D. Floch - C. Astruc - J. Monfrin, Verona 1969, I, pp. 25, 72, 85 s.; II, tavv. 13-15, 67 s.; J.J.G. Alexander - A.C. de la Mare, The Italian manuscripts in the library of mayor J.R. Abbey, London 1969, pp. 85, 92; A. Putaturo Murano, Miniature napoletane del Rinascimento, Napoli 1973, pp. 34-38, 64-68, 74 s.; M. Evans, in Renaissance painting in manuscripts. Treasures from the British Library (catal., Los Angeles-New York-London), a cura di T. Kren, New York 1983, pp. 99-102; A.C. de la Mare, The Florentine scribes of cardinal Giovanni of Aragon, in Il libro e il testo. Atti del Convegno, 1982, a cura di C. Questa - R. Raffaelli, Urbino 1984, pp. 251-255, 258 s., 269, 271, 274, 279-281; E. Cassee, La miniatura italiana in Olanda. Risultati di ricerche nella collezione della Biblioteca dell'Università di Leida, in La miniatura italiana tra gotico e Rinascimento. Atti del Convegno, 1982, a cura di E. Sesti, Firenze 1985, pp. 155-159; A. Putaturo Murano - A. Perriccioli Saggese - A. Locci, Reginaldo Pirano da Monopoli e i miniatori attivi per Andrea Matteo III d'Acquaviva, in Monopoli nell'età del Rinascimento. Atti del Convegno, 1985, a cura di D. Cofano, III, Monopoli 1988, pp. 1105-1168; A. Putaturo Murano, Miniatura napoletana alla corte dei re d'Aragona, in Miniatura, 1993-96, nn. 5-6, p. 47; J.J.G. Alexander, in The painted page. Italian Renaissance book illumination 1450-1550 (catal.), a cura di J.J.G. Alexander, London 1995, pp. 106, 126, 129; Codici miniati della Biblioteca oratoriana dei Girolamini di Napoli, a cura di A. Putaturo Murano - A. Perriccioli Saggese, Napoli 1995, pp. 54-56, 93-104; G. Toscano, Mécènes et artistes du livre dans l'Italie du Quattrocento. Manuscrits enluminés provenant de Naples dans les collections du cardinal de Granvelle, in Les Granvelle et l'Italie au XVIe siècle: le mécénat d'une famille. Actes du Colloque, 1992, a cura di G. Toscano - J. Brunet, Besançon 1996, pp. 38 s.; Id., in The Dictionary of art, New York 1996, XX, pp. 144 s.; Libri a corte. Testi e immagini nella Napoli aragonese (catal.), Napoli 1997, ad ind.; T. Haffner, Die Bibliothek des Kardinals Giovanni d'Aragona (1456-1485). Illuminierte Handschriften und Inkunabeln für einen humanistischen Bibliophilen zwischen Neapel und Rom, Wiesbaden 1997, ad ind.; La Biblioteca reale di Napoli al tempo della dinastia aragonese (catal., Napoli), a cura di G. Toscano, Valencia 1998, pp. 309-313, 397-405, 441-452, 572-575, 584-595, 610-615, 628-631, 636-639, 642-645; G. Toscano, La librairie du château de Gaillon. Les manuscrits enluminés d'origine italienne acquis par le cardinal Georges d'Amboise, in Léonard de Vinci entre France et Italie, "miroir profond et sombre". Actes du Colloque, 1996, a cura di S. Fabrizio-Costa - J.-P. Le Goff, Caen 1999, pp. 283-290; Id., Livres de dévotion et livres humanistes. Le rapport texte-image dans les manuscrits de la librairie des rois d'Aragon à Naples, in Le livre illustré italien au XVIe siècle. Texte-image. Actes du Colloque, 1994, a cura di M. Plaisance, Paris 1999, pp. 26-30; The Cambridge illuminations. Ten centuries of book production in the Medieval West (catal., Cambridge), a cura di P. Binski - S. Panayotova, London 2005, pp. 222 s., 226 s.; Diz. biogr. dei miniatori italiani. Secoli IX-XVI, Milano 2004, pp. 718-721; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIII, p. 580.