ORIMINA, Cristoforo
Miniatore napoletano attivo nei decenni centrali del Trecento.Appartenente a una famiglia di pittori - un Pietro Orimina nel 1328 venne pagato per affreschi nella cappella del giardino in Castel Nuovo (Forcellini, 1910) -, O. fu a capo di una bottega che lavorò soprattutto per la corte napoletana.Il nome di O. è noto grazie all'iscrizione apposta alla Bibbia di Malines (Lovanio, Universiteitsbibl., Fac.Theol., 1, c. 308v): "+ Hec est biblia magistri Nicolai de Alifio doctor(is) / + quam illuminavit de pincello (Christo)forus Orimina de Neapoli". È questa l'unica opera firmata dall'artista, riferibile agli anni immediatamente precedenti la morte di Roberto d'Angiò (1343). Appartenuta a Niccolò Alunno d'Alife, dignitario della corte di Roberto e poi di Giovanna, passò successivamente nella biblioteca di Jean de Valois duca di Berry, nei cui inventari del 1402, 1413 e 1416 è ricordata (Avril, 1969, pp. 314-320). Le due pagine di apertura con la Glorificazione di Roberto circondato dalle Virtù cardinali e cavalleresche che calpestano i vizi corrispondenti e con la Genealogia degli Angioini di Napoli, al pari delle numerose miniature che arricchiscono il codice, mostrano una conoscenza piena della cultura giottesco-masiana diffusa a Napoli a partire dagli anni trenta del 14° secolo.L'inizio dell'attività di O. si colloca intorno al 1335, quando miniò quattro carte con vedute di Troia a piena pagina nella Histoire ancienne jusqu'à César (Londra, BL, Royal 20.D.I, cc. 26v, 67r, 82v, 154r) - le cui restanti miniature furono eseguite da un artista vicino a Lello da Orvieto e agli ultimi frescanti della chiesa napoletana di S. Maria Donnaregina -, e continua con la Bibbia di Roberto di Taranto (Roma, BAV, Vat. lat. 14430). Queste opere sono ancora legate ai modi cavalliniani, ma, nello stesso tempo, già a giorno del Maestro delle Tempere francescane, identificabile forse con Pietro Orimina, e della prima fase dell'attività di Roberto di Oderisio.Agli stessi anni della Bibbia di Malines, e soprattutto in quelli successivi, va ascritta una serie di manoscritti arricchiti da numerose miniature in stretto rapporto con opere di Giotto e della sua bottega, del tipo della Madonna in trono con santi e virtù (New York, Wildenstein Coll.) o della tavola, parte di un polittico dalla cappella Peruzzi in Santa Croce a Firenze, ora a Dresda (Staatl. Kunstsammlungen, Gemäldegal. Alte Meister), oltre che con le opere dei giotteschi napoletani, dal Maestro di Giovanni Barrile a Roberto di Oderisio, del quale spesso sono citati alla lettera interi brani delle Storie bibliche della S. Maria Incoronata di Napoli, del 1340-1343. Si tratta della Bibbia Hamilton di Berlino (Staatl. Mus., Pr. Kulturbesitz, Kupferstichkab., 78.E.3), della Bibbia di Torino (Bibl. Reale, Varia 175), del Breviario francescano di Madrid (Bibl. Nac., 21-6) e di quello dell'Escorial (Bibl., a.III.12), di qualche carta della Bibbia di Vienna (Öst. Nat. Bibl., 1191, cc. 20v, 21r e v, 457r-466v), di un foglio con la Risurrezione staccato da un antifonario a Cleveland (Mus. of Art), di un salterio di cui restano solo tre miniature, dei Libri Sententiarum di Pietro Lombardo e della Bibbia detta di Matteo Planisio, tutti conservati a Roma (BAV, Vat. lat. 8183; Vat. lat. 681; Vat. lat. 3550). Quest'ultima, tradizionalmente datata al 1362, è stata anticipata agli anni quaranta per le affinità con le opere prima ricordate (Bologna, 1969; Perriccioli Saggese, 1984). Subito dopo si collocano le scene di argomento cavalleresco miniate nel margine inferiore di alcune carte del Roman du roy Meliadus (Londra, BL, Add. Ms 12228, cc. 9r, 201v, 202v, 212v, 213v, 221v) e un dipinto su seta nel castello di Beaubois (Coll. Chiris), presso Lezoux (dip. Puy-de-Dôme; Martin, 1943; Bologna, 1969, p. 308), che precede di poco gli Statuts de l'Ordre du Saint-Esprit (Parigi, BN, fr. 4274), del 1354 ca., dei quali presenta la miniatura iniziale senza il simbolo dell'Ordine del nodo. Le splendide illustrazioni del codice parigino, copia destinata agli stessi sovrani, Giovanna d'Angiò e Ludovico di Taranto, che sono ritratti inginocchiati ai piedi della Trinità nella prima carta, descrivono il fastoso cerimoniale cavalleresco, con spirito profano e con nuovo linguaggio naturalistico, di ascendenza avignonese, più attento ai particolari preziosi, alle vesti sontuose e alle acconciature elaborate, nella linea di quanto Roberto di Oderisio andava affermando negli stessi anni negli affreschi con i sacramenti di S. Maria Incoronata, e a conferma di un legame assai stretto e mai interrotto fra il miniatore e il pittore.Erbach von Fürstenau (1905) aveva collegato al miniatore degli Statuti di Parigi la Bibbia di Berlino, quella vaticana, il Breviario di Madrid e qualche altro foglio; in tutti aveva colto affinità con gli affreschi dell'Incoronata, ma, non conoscendo la Bibbia di Malines, resa nota solo da Maere (1909-1910), non aveva potuto attribuire i codici a O.; in seguito il gruppo di codici è stato più volte ripreso, anche con la generica attribuzione a bottega napoletana (Degenhart, Schmitt, 1968).La figura di O. è stata messa a fuoco nella sua complessità culturale solo da Bologna (1969), che nell'individuarne una fase giovanile nelle vedute di Troia della Histoire ancienne jusqu'à César, vicine agli ultimi maestri attivi in S. Maria Donnaregina, ne ha delineato il ricco e complesso percorso artistico, culminante negli Statuti parigini, costantemente attento allo svolgimento della cultura figurativa elaborata a Napoli negli stessi anni e in stretta connessione con l'attività di Roberto di Oderisio. Altre miniature sono state attribuite a O. negli ultimi anni (Perriccioli Saggese, 1979; 1984; 1985; Leone de Castris, 1986a; 1986b); a esse va aggiunta la c. 61r della Divina Commedia di Londra (BL, Add. Ms 19587).
Bibl.: A. Erbach von Fürstenau, Pittura e miniatura a Napoli nel secolo XIV, L'Arte 8, 1905, pp. 1-17; R. Maere, Une bible angevine de Naples au Séminaire de Malines, RevAC 59, 1909, pp. 279-291; 60, 1910, pp. 25-34; F. Forcellini, Un ignoto pittore napoletano del sec. XIV e un nuovo documento sulla venuta di Giotto a Napoli, Archivio storico per le provincie napoletane 35, 1910, pp. 544-552; L. Motta Ciaccio, Un codice miniato di scuola napoletana nella biblioteca del re in Torino, L'Arte 14, 1911, pp. 377-380; H.J. Hermann, Die italienischen Handschriften des Dugento und Trecento (Die illuminierten Handschriften und Incunabeln der Nationalbibliothek in Wien), V, 1-2, Leipzig 1928-1929, pp. 250-290; P. Wescher, Miniaturen des Kupferstichkabinetts der Staatlichen Museen Berlin, Leipzig 1931, pp. 54-61; J. Martin, Une enluminure napolitaine sur soie du XIVe siècle, Bulletin historique et scientifique de l'Auvergne 63, 1943, pp. 110-118; C. De Clercq, Le miniaturiste napolitain Christophe Oriminia, Gutenberg Jahrbuch 43, 1968, pp. 52-65; B. Degenhart, A. Schmitt, Corpus der italienischen Zeichnungen 1300-1450. I. Süd- und Mittelitalien, 4 voll., Berlin 1968; F. Avril, Trois manuscrits napolitains des collections de Charles V et de Jean de Berry, BEC 127, 1969, pp. 293-328; F. Bologna, I pittori alla corte angioina di Napoli 1266-1414, Roma 1969, pp. 275-280, 305-310; A. Perriccioli Saggese, I romanzi cavallereschi miniati a Napoli, Napoli 1979, pp. 65-66; Dix siècles d'enluminure italienne (VIe-XVIsiècles), a cura di F. Avril, cat., Paris 1984, pp. 74-76 nr. 61; A. Perriccioli Saggese, Aggiunte a Cristoforo Orimina, in Studi di storia dell'arte in onore di Mario Rotili, Napoli 1984, pp. 251-259; id., Alcune precisazioni sul Roman du roy Meliadus, ms. add. 12228 del British Museum, in La miniatura tra Gotico e Rinascimento, "Atti del II Congresso di storia della miniatura, Cortona 1982", Firenze 1985, pp. 51-64; P. Leone de Castris, Arte di corte nella Napoli angioina, Firenze 1986a, pp. 376-384; id., Pittura del Duecento e del Trecento a Napoli e nel Meridione, in La pittura in Italia. Il Duecento e il Trecento, Milano 1986b, II, pp. 461-512: 493-495; S. Musella Guida, Orimina Cristoforo, ivi, p. 645; F. Aceto, Pittori e documenti della Napoli angioina: aggiunte ed espunzioni, Prospettiva, 1992, 67, pp. 53-65; F. Bologna, Momenti della cultura figurativa nella Campania medievale, in Storia e civiltà della Campania. Il Medioevo, a cura di G. Pugliese Carratelli, Napoli 1992, pp. 171-275: 248-256.A. Perriccioli Saggese