POGGIALI, Cristoforo
POGGIALI, Cristoforo. – Nacque a Piacenza il 29 dicembre 1721 da Virgilio, commerciante originario di Faenza, e da Giulia Antonia Alberici (o Bricchi). Fu quinto di dodici figli.
Rimasto presto orfano del padre, intraprese la carriera ecclesiastica e fu ordinato sacerdote nel 1745. Per i suoi buoni studi, compiuti presso i gesuiti, l’anno seguente fu chiamato dal vescovo Gherardo Zandemaria a insegnare retorica nelle scuole del seminario. Vi restò per otto anni e in quel periodo si dedicò all’approfondimento degli studi storici.
Nel 1754 fu incaricato di reggere la piccola parrocchia di S. Agata. Ebbe così tempo per proseguire gli studi, benché non avesse a disposizione tutti i mezzi per particolari approfondimenti. Riuscì tuttavia ad avviare la sua opera maggiore, le Memorie storiche della città di Piacenza, il cui primo volume riuscì a stampare dopo solo tre anni.
Revisionando gli scritti degli storici locali, specialmente del canonico Pietro Maria Campi, autore della Historia ecclesiastica di Piacenza (Piacenza 1651-62), superò con senso critico molte informazioni ritenute favolose sulla storia cittadina e mise in luce uomini e vicende fino ad allora ignoti. Alla limitata visuale storico-religiosa offerta da Campi, Poggiali sostituì un orizzonte più ampio, attento alla storia civile, all’uso delle fonti e a considerazioni che valorizzano la lezione muratoriana.
In dieci anni, dal 1757 al 1766, diede alle stampe a Piacenza dodici volumi, che gli meritarono, ancora giovane, larga fama. Il duca Ferdinando I di Borbone-Parma, l’11 luglio 1766, gli concesse un contributo di cento zecchini per la stampa e una pensione di duemila lire. All’uscita del primo volume era già stato nominato bibliotecario del duca. Elogiato da Ludovico Antonio Muratori e Girolamo Tiraboschi, dai gesuiti Stanislao Bardetti, archeologo, e Saverio Bettinelli, letterato, subì tuttavia anche critiche: tra gli altri, da parte di Giannangelo Andreucci, il proposito Giuseppe Valla, il canonico Michel Angelo Fiorenza, il sacerdote Lodovico Ardemani, il minore osservante Flaminio Bottardi da Parma.
A integrazione dell’opera maggiore, qualche anno dopo, giovandosi della collaborazione di Bardetti e del benedettino Sisto Rocci, pubblicò due volumi di Memorie per la storia letteraria di Piacenza (Piacenza 1789). Un terzo volume, per cui Poggiali lasciò solo poche note, fu composto integralmente da Leopoldo Cerri nel 1897.
Insieme con il conte Carlo Carasi, preposto di S. Maria in Gariverto, con il canonico penitenziere Luigi Dodici e vari altri scrittori locali, fece parte della Società letteraria di Piacenza. Grazie alla tranquillità e stabilità che gli derivavano dalla piccola prepositura in città e dalla pensione ducale, poté continuare i suoi studi eruditi. Apparvero così le Memorie intorno alla vita e agli scritti di Lorenzo Valla, in cui valorizzò alcune schede di Bardetti (Piacenza 1794); una raccolta di Proverbi, motti e sentenze (1805), riediti, accresciuti, nel 1820; una traduzione dal latino del trattato sulla verginità in forma di lettera di s. Girolamo alla nobildonna romana Demetriade (Del conservar la verginità. Lettera a Demetriade, Piacenza 1763). Compose inoltre versi italiani e latini, per lo più di carattere satirico.
Dalla sua parrocchia tenne rapporti con molti intellettuali del suo tempo, oltre quelli del posto: il teatino torinese Paolo Maria Paciaudi e il minore osservante Ireneo Affò, che furono in successione direttori della Biblioteca Palatina di Parma, l’avvocato parmigiano Giuseppe Bonvicini, l’abate toscano Giovanni Lami, direttore della Biblioteca Riccardiana di Firenze, il bollandista Jean Stilting, Francesco Antonio Zaccaria e Girolamo Tiraboschi, direttori in successione della Biblioteca Estense di Modena, il bibliofilo trevigiano Giulio Bernardino Tomitano e molti altri.
Sistematico nei suoi ritmi di lavoro, tra parrocchia e ricerca bibliografica, rifuggì da ogni clamore. A causa del fisico gracile rinunziò all’ufficio di bibliotecario ducale e, con una modesta pensione, trascorse gli ultimi anni in semplicità di vita nella casa paterna presso la piazza S. Gervaso, dedicandosi a rare passeggiate fino alla rinascimentale chiesa di S. Maria di Campagna, presso le mura cittadine, per trattenersi un po’ con i frati minori osservanti. Raccolse una cospicua biblioteca di autori locali, che lasciò al prevosto della cattedrale di Piacenza, Vincenzo Benedetto Bissi (1771-1844), insieme con i suoi manoscritti. Con dedizione mise insieme anche una raccolta di diecimila incisioni.
Morì a Piacenza il 10 marzo 1811.
Fu sepolto nella chiesetta di S. Agata. Il conte Ignazio Rocca compose un’elegante iscrizione latina per la sepoltura. Lo scrittore locale Luigi Bramieri compose l’elogio funebre. Il nipote di Poggiali, Giovanni Corvi, e il fratello Silvestro richiesero a Gaetano Dodici, governatore di Guastalla e poeta di un certo nome, un elogio (nell’opuscolo, stampato a Piacenza nel 1811, fu inserito un ritratto di Poggiali disegnato dall’amico Bissi e inciso da Maurizio De Magistris). Quando la chiesetta di S. Agata fu chiusa per inagibilità, nel 1903 i suoi resti furono traslati in S. Eufemia, dove gli fu eretto un piccolo monumento scolpito da F. Toscani, su disegno dell’architetto Camillo Guidotti, con un’iscrizione dettata dal conte Giuseppe Nasalli Rocca.
Lettere del prevosto C. P. all’abate Paolo M. Paciaudi, prefetto della Biblioteca Palatina di Parma sono conservate a Piacenza, Biblioteca comunale Passerini-Landi, Mss. comunali, 318.23. In edizioni moderne sono le Addizioni alle «Memorie storiche di Piacenza», a cura di G. Tononi - G. Grandi - L. Cerri, Piacenza 1911 (tratto da Biblioteca comunale Passerini-Landi, Pallastrelli, 18-19: Addizioni alle memorie storiche del Poggiali; documenti e carte varie dal XVI al XVIII), e le Memorie storiche della città di Piacenza, a cura di F. Borotti, Piacenza 1927-33.
Fonti e Bibl.: L. Bramieri, Elogio di C. P. scritto per la necrologia del 1811 e recitato nella Conversazione letteraria di Piacenza, Piacenza 1811; G. Dodici, Elogio di C. P., piacentino, Piacenza 1811; F. Scotti della Scala, In morte del celebre signor proposto C. P. nonagenario. Sonetto, Piacenza 1811.
A.-D. Rossi, Ristretto di storia patria ad uso de’ Piacentini, V, Piacenza 1833, pp. 374-377; Nuova Enciclopedia popolare italiana, XVII, Torino 1863, p. 719; L. Ambiveri, C. P. estensore della prima «Guida delle pitture di Piacenza», in Strenna piacentina, XV (1889), pp. 75-80; F. Giarelli, C. P., conferenza indetta dal Comitato per le onoranze tenute in Piacenza il 14 giugno 1903, Piacenza 1903; M. Casella, Le origini della città di Piacenza e una dotta polemica intorno ad essa (C. P. - Donnino Giuseppe Coppellotti), Piacenza 1912; L. Cerri, C. P. nella ricorrenza del centenario, in L’indicatore ecclesiastico piacentino, XLIII (1912), pp. XXXIV-XLVI; A. Corna, Profili di illustri piacentini, Piacenza 1914, pp. 187-195; U. Benassi, Lo storico piacentino C. P. e il ministro Guglielmo Du Tillot, in Bollettino storico piacentino, XIV (1919), pp. 3-16; S. Ditchfield, Liturgy, sanctity and history in Tridentine Italy. Pietro Maria Campi and the preservation of the particular, London-Cambridge 1995, p. 146.