CRITONE pitagorico (Κρίτων ὁ Πυϑαγόρειος)
Sotto questo nome un falsificatore neopitagorico mise in circolazione un trattato Περὶ ϕρονήσεως καὶ εὐτυχίας (Saggezza e buona fortuna), in dialetto dorico, tre larghi frammenti del quale ci sono stati conservati da Stobeo. L'età dello scritto oscilla tra i limiti cronologici della letteratura neopitagorica, e cioè tra il sec. I a. C. e il sec. I d. C. I frammenti conservati trattano sia della ϕρόνησις in rapporto con la natura umana, che ha nel νους il suo supremo e immortale elemento (teoria in cui l'influsso aristotelico tradisce il falsario), sia della necessità dell'accordo fra saggezza e buona fortuna, in sé intrinsecamente contrarie, per la felicità e perfezione della vita.
Bibl.: H. von Arnim, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, coll. 1933-34.