CROAZIA.
– Demografia e geografia economica. Condizioni economiche. Storia. Architettura. Bibliografia
Demografia e geografia economica di Silvia Lilli. – Stato dell’Europa meridionale, posto nel settore nord-occidentale della penisola balcanica. Il censimento del 2011 ha confermato la lenta e costante decrescita demografica registrata nei censimenti precedenti, con una popolazione che passa da 4.437.460 ab. del 2001 a 4.284.889 del 2011, risultato di un incremento naturale del −2,3‰ e di un tasso di migrazione che si mantiene negativo (−1.43‰ nel 2014). Di conseguenza, l’età media della popolazione (4.272.044 ab. nel 2014, secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs) è piuttosto elevata, con il 24% degli individui al di sopra di 60 anni di età. La popolazione urbana costituisce il 58% del totale, con la capitale, Zagabria, che continua a essere il solo centro urbano di dimensioni notevoli, la cui popolazione nell’agglomerato è di 793.057 ab. (2012); altri centri di discreta entità sono Spalato (167.121 ab.) e Fiume (128.384 ab.). La composizione etnica della popolazione è rimasta pressoché invariata dal 2001: i croati rappresentano il 90,4% del totale, mentre l’etnia minoritaria serba è intorno al 4,4%.
Condizioni economiche. – La C. è uno dei Paesi economicamente più floridi tra quelli nati dalla dissoluzione della Iugoslavia; nei primi anni del nuovo millennio ha conosciuto una crescita molto sostenuta, grazie anche a numerosi investimenti stranieri diretti e da parte degli organismi internazionali. Tuttavia, a seguito della crisi economica mondiale, nel 2009 la C. è entrata in una fase di recessione che dura tuttora (il PIL ha registrato ancora un calo dello 0,8% nel 2014), con un tasso di disoccupazione allarmante (16,8% nel 2014). L’economia croata dipende in larga misura dai servizi, che concorrono al 68% del PIL: tra questi, si segnala il turismo, che registra flussi notevoli (10.369.000 ingressi nel 2012) e che ha contribuito negli anni passati a un potenziamento delle infrastrutture autostradali e ferroviarie.Anche l’industria mantiene un ruolo di primo piano (26,3% del PIL), particolarmente nel settore della cantieristica navale, in quello siderurgico, metallurgico, chimico e petrolchimico. Malgrado ciò, la C. risulta un Paese fortemente dipendente dalle importazioni, specialmente di prodotti agricoli e risorse energetiche (la bilancia commerciale nel 2013 ha registrato un valore negativo per 9068 milioni di $). I principali partner commerciali sono, per le importazioni, la Germania, l’Italia e la Slovenia; per le esportazioni, l’Italia, la Bosnia ed Erzegovina, la Germania e la Slovenia. Dopo l’ingresso nella NATO del 2009, nel 2013 la C. è entrata a far parte dell’UE, evento che ha comportato maggiori pressioni sul governo croato per la riduzione del debito pubblico (67,1% del PIL) e del deficit di bilancio (−4,9% nel 2013), i cui valori non rientrano nei criteri di convergenza imposti per l’adozione dell’euro. Relativamente alle controversie con i Paesi confinanti per la definizione dei confini costieri, nel 2009 la C. ha firmato con la Slovenia un trattato volto a istituire un arbitrato internazionale che avrebbe dovuto redimere la decennale questione relativa all’accesso, da parte della Slovenia, alle acque internazionali, mediante uno spostamento del confine terrestre e marittimo tra i due Paesi.
Storia di Lorena Pullumbi. – La transizione politica della C. dopo la fine del conflitto iugoslavo, proseguì il suo consolidamento nel primo decennio del 21° sec. con l’obiettivo dell’ingresso nell’Unione Europea. In tale prospettiva, il Paese s’impegnò anche ad assicurare alla giustizia le personalità coinvolte nella guerra di inizio anni Novanta: così, dopo l’arresto nel 2005 del generale latitante Ante Gotovina e la sua estradizione nei Paesi Bassi per il processo presso il Tribunale penale internazionale dell’Aia per la ex Iugoslavia, il cammino d’integrazione nella UE fu facilitato. La proiezione verso l’Occidente della C. fu inoltre testimoniata dal percorso per l’ammissione alla NATO, fortemente sostenuto anche dagli Stati Uniti: il Paese, che aveva già iniziato a uniformare i propri standard militari a quelli dell’Alleanza, fu ufficialmente invitato a entrare nell’organizzazione nell’aprile 2008, diventandone membro insieme all’Albania l’anno successivo. Sotto il profilo interno, Zagabria cercò di intervenire su problemi endemici quali la corruzione e il nepotismo, in gran parte ereditati dalla presidenza di Franjo Tudjman. Inaspettatamente, nel giugno 2009 il primo ministro Ivo Sanader rassegnò le proprie dimissioni, venendo sostituito da Jadranka Kosor. Fermato nel dicembre 2010 in Austria, mentre era in fuga per sottrarsi all’arresto da parte delle autorità croate, fu condannato per corruzione nel novembre 2012 a dieci anni di reclusione. La risolutezza mostrata nella lotta contro il fenomeno corruttivo rappresentò un punto a favore della C. nel processo di adesione alla UE. I negoziati furono tuttavia complicati dall’esistenza di una disputa territoriale con la Slovenia – già membro UE – per l’accesso al mare nel vallone di Pirano. Nel 2009, i due Paesi firmarono un accordo per risolvere la disputa di confine con un arbitrato internazionale e la Slovenia rimosse il suo veto all’ingresso della Croazia nell’Unione Europea. Dopo un decennio di riforme politiche ed economiche per conformarsi agli standard della UE, le trattative per l’ammissione si conclusero positivamente nel giugno 2011. Nei mesi precedenti, il Paese era stato scosso da importanti manifestazioni di piazza nella capitale Zagabria, in particolare a causa degli effetti della crisi economica e della corruzione ancora troppo diffusa. Le elezioni di dicembre 2011 videro la netta affermazione della coalizione di centrosinistra Kukuriku, e il leader del Partito socialdemocratico Zoran Milanović assunse l’incarico di premier. Nel successivo mese di gennaio, gli elettori croati furono chiamati a esprimersi sull’ingresso del Paese nella UE attraverso un referendum: l’affluenza alle urne fu sorprendentemente bassa (poco più del 43% degli aventi diritto), ma oltre il 66% votò a favore dell’integrazione, e a partire dal 1° luglio 2013 la C. diventò ufficialmente il 28° membro della UE. Nel 2012 si verificarono anche importanti evoluzioni nel processo in corso all’Aia contro Gotovina: condannato in primo grado (apr. 2011) insieme a Mladen Markac, entrambi furono assolti in appello nel mese di novembre, venendo accolti come eroi al loro ritorno in patria.
Sul fronte delle politiche di governo, Milanović si trovò ad affrontare un forte deficit di bilancio e un debito oneroso, condizioni che pesarono sull’effettiva realizzazione del suo programma. La promessa di un rilancio dell’economia attraverso progetti di sviluppo infrastrutturale destinati anche ad attrarre gli investimenti stranieri rimase dunque complessivamente disattesa.
Architettura di Paola Gregory. – Le vicende politiche della C. successive alla disgregazione della Iugoslavia e alla guerra nei Balcani hanno determinato negli anni Novanta del 20° sec. un periodo di grandi e repentini cambiamenti, condizionando lo sviluppo dell’architettura. Di fronte a una situazione di endemica instabilità, con la mancanza di istituzioni forti, il collasso di regole e la riduzione di programmi governativi, gli architetti croati hanno sviluppato una fertile attitudine alla sperimentazione e dimostrato resistenza e costanza nella costruzione dell’identità nazionale, supportata dalla formazione di nuove istituzioni (fra le più rilevanti l’UAC,Unione Architetti Croati) che hanno assicurato innovazioni nella professione e favorito la costituzione di numerosi studi di architettura, incentivati anche dal numero crescente di concorsi pubblici.
Allo stabilizzarsi della situazione politico-economica nei primi anni Duemila, conclusasi con l’entrata della Croazia nell’Unione Europea (2013), corrisponde oggi una parallela maturazione architettonica segnata, da una parte, da influenze dirette provenienti dall’estero (in particolare Paesi Bassi, Francia, Spagna), dall’altra da una stabilità della cultura architettonica locale conservata senza contrapposizioni al modernismo. Accanto all’attività di professionisti già affermati – quali Nikola Bašić (n. 1946), autore delle recenti sistemazioni ambientali Organo marino (2005) e Saluto al Sole (2008) nella città natale di Zara, e del Campo di croci (2010) nell’isola di Kornat, e lo studio Penezić & Rogina (1991, ma attivo dai primi anni Ottanta), premio 2013 dell’Accademia croata di scienze e arti per la Casa dell’amicizia Giappone-Croazia a Tokamachi (Giappone, 2012) e autore, fra gli altri, dell’asilo nido Srdoči a Fiume (2011) e del centro commerciale Dalmare a Sebenico (2010) – è il lavoro di studi emergenti dagli anni Novanta ad aver catalizzato l’attenzione, anche con prestigiosi riconoscimenti internazionali. Fra i nomi più noti: Igor Franić (n. 1963), firmatario del Museo di arte contemporanea a Zagabria (2009), la più grande istituzione museale in C.; Helena Paver Njirić (n. 1963), progettista del Museo-memoriale a Jasenovac (2006), vincitore nel 2007 del premio internazionale Carlo Scarpa; njiric+, fondato nel 2001 da Hrvoje Njirić (n. 1960) dopo la chiusura dello studio njiric+njiric con H.P. Njirić, attivo sia nell’edilizia pubblica (asilo nido MB a Zagabria, 2008) sia in quella privata (insediamenti residenziali Gracani, 2007, e Rural Mat, 2008, entrambi a Zagabria); Idis Turato (n. 1965), autore del recente edificio sportivo con piazza a Veglia (2013), unito in sodalizio fino al 2009 a Saša Randić (n. 1964) con cui ha firmato molti progetti – tra i quali, la scuola elementare Fran Krsto Frankopan (2005) e l’asilo nido Katarina Frankopan (2009) sempre a Veglia, il Museo Lapidarium a Cittanova (2006), il Centro pastorale Papa Giovanni Paolo II (2008) a Fiume – e, insieme a Franić, H.P. Njirić, 3LHD, Studio UP e altri, il padiglione galleggiante croato per la XII Mostra Internazionale di Architettura a Venezia nel 2010; 3LHD (1994), gruppo noto per il ponte pedonale commemorativo a Fiume (2001) e posto all’attenzione internazionale con il padiglione croato all’Expo 2005 in Giappone, autore del pluripremiato Palazzetto dello sport a Valle (2007), della Spaladium Arena di Spalato (2008), primo premio per il miglior edificio sportivo al WAF (World Architecture Festival) di Barcellona 2008, del centro polifunzionale Zamet a Fiume (2009), dell’hotel Lone (2011) e dell’insediamento turistico Amarin (2013) entrambi a Rovigno, tutti caratterizzati da un approccio sperimentale volto all’integrazione di discipline diverse e da un’attitudine progettuale locale-globale; UPI-2M (1995), gruppo firmatario del palasport Arena di Zagabria (2008), premiato per il progetto strutturale al WAF di Barcellona 2009; Studio UP, formato dai giovani Lea Pelivan
(n. 1976) e Toma Plejić (n. 1977) autori di alcuni dei più innovativi progetti architettonici, come l’Ostello Golly+Bossy nel centro di Spalato (2010) e la scuola secondaria 46°09’N/16°50’E a Koprivnica (2007), menzione speciale al Mies van der Rohe Award 2009.
Bibliografia: A peripheral moment. Experiments in architectural agency: Croatia 1990-2010, ed. I. Rupnik, Barcelona-NewYork 2010.