CROCE ROSSA (fr. Croix-Rouge; sp. Cruz Roja; ted. Rotes Kreuz; ingl. Red Cross)
La Croce Rossa, che ha raggiunto l'universalità per il riconoscimento di tutti gli stati del mondo, è un'organizzazione di società nazionali per l'assistenza e il soccorso in guerra e in pace, collegate fra loro in tre istituzioni internazionali: la Conferenza quadriennale della Croce Rossa; il Comitato internazionale della Croce Rossa, con sede a Ginevra; la Lega delle Società di Croce Rossa, con sede a Parigi. L'organizzazione nacque e prospera sotto gli auspici della convenzione di Ginevra del 22 agosto 1864, riformata il 6 luglio 1906 e il 27 luglio 1929, che mira a migliorare la sorte dei feriti e dei malati negli eserciti in campagna. La convenzione estende al personale delle associazioni di volontarî per l'assistenza dei feriti e dei malati, aggregato agli eserciti combattenti, il privilegio e la protezione della neutralità, accordata ai corpi e agli stabilimenti sanitarî militari dei belligeranti; e stabilisce che il segno araldico della neutralità stessa sia la croce rossa in campo bianco, cioè, per omaggio alla Svizzera prima realizzatrice dell'istituzione, lo stemma federale a colori invertiti. Ma per gli stati i quali, come la Turchia e l'Egitto, adoperano, invece della croce rossa, il segno distintivo della mezzaluna rossa, o, come la Persia, del leone e del sole rosso in campo bianco, questi emblemi sono del pari ammessi ai fini della Convenzione.
Le origini. - La Croce Rossa ebbe in Italia il suo primo precursore e apostolo. Nel 1848, Ferdinando Palasciano, di Capua, medico chirurgo militare nell'esercito borbonico, durante l'assedio di Messina affermò la necessità e reclamò per sé il diritto di curare anche i nemici feriti, che in quanto feriti non dovevano esser più considerati come nemici. Il suo atteggiamento gli procurò un anno di prigionia e 10 anni di persecuzioni; ma ciò non valse a farlo desistere dalla sua idea. Soltanto dopo la liberazione del regno delle Due Sicilie, e precisamente in una tornata dell'Accademia Pontaniana di Napoli, il 21 aprile 1861, il Palasciano espose le sue idee, formulando il voto "che le potenze belligeranti, nella dichiarazione di guerra, riconoscessero reciprocamente il principio della neutralità dei combattenti feriti o gravemente infermi per tutto il tempo della cura, e che adottassero rispettivamente l'aumento illimitato del personale sanitario durante tutto il tempo della guerra". L'accademia deliberò di trasmettere il voto a Vittorio Emanuele e a Napoleone III. La proposta riscosse l'adesione di regnanti, di governi e scienziati. Nel giugno 1861 Henri Arrault, fornitore delle armate francesi, reclamò l'inviolabilità dei medici militari, degl'infermi e delle ambulanze.
Nel settembre 1862 il filantropo ginevrino Henri Dunant dopo aver assistito alla battaglia di Solferino, scrisse il suo memorabile libro: Un souvenir de Solferino nel quale propose di istituire grandi associazioni di volontarî dell'assistenza "qui auraient pour but de donner en temps de guerre des soins aux blessés". La Società ginevrina d'utilità pubblica, associandosi ai voti espressi dal Dunant, il 9 febbraio 1863 nominò una commissione, la quale compilò uno schema di concordato internazionale, proponendo la convocazione d'una conferenza internazionale a Ginevra.
Il comitato ginevrino costituitosi in comitato internazionale, avviò pratiche presso i governi; e il Consiglio federale svizzero diramò a tutti gli stati d'Europa, e a qualcuno dell'America, l'invito a partecipare a una conferenza internazionale che si riunì a Ginevra dall'8 al 22 agosto 1864. Questa proclamò per il tempo di guerra la neutralità delle ambulanze e degli ospedali militari e del personale addettovi; concesse immunità ai privati che portassero soccorso ai feriti; affermò il diritto dei feriti di qualunque nazione d'essere raccolti e curati; e adottò il segno di neutralità, la croce rossa in campo bianco. La Convenzione fu rielaborata nel 1906: e vi fu ribadito il principio che, sotto riserva delle cure da prestar loro, i feriti e i malati di un esercito, caduti in potere dell'altro belligerante, sono prigionieri di guerra, e che a essi si applicano le regole generali del diritto delle genti. Nella Conferenza di Ginevra del luglio 1929, che emendò sulla scorta degl'insegnamenti della guerra il testo del 1906, fu precisato che, se il personale delle sanità militari e delle società private di assistenza, debitamente riconosciute dalle autorità militari, cade in potere del nemico, non deve essere trattato come prigioniero di guerra e deve essere restituito all'esercito belligerante al quale appartiene, appena le esigenze militari lo permettano. In attesa, continua a esercitare i proprî uffici sotto la direzione del nemico e, di preferenza, viene impiegato a curare feriti e malati dell'esercito del quale esso stesso fa parte. I belligeranti gli assicureranno, mentre è in loro potere, lo stesso alloggio, gli stessi assegni e lo stesso soldo che spetta al personale corrispondente del loro esercito rispettivo. Nella stessa conferenza, la delegazione italiana propose che la protezione e la cura dei grandi feriti e dei malati gravi in guerra si integrino con la dichiarazione della loro neutralità, finora concessa al personale sanitario. Questa proposta fu accolta in forma di voto ai governi: "La Conférence exprime le voeu que la question soit examinée si des garanties nouvelles ne pourraient être statuées en faveur des grands blessés et des malades graves tombés au pouvoir de l'ennemi, et ce jusqu'à la fin de leur hospitalisation". Fu risollevata così, in una grande riunione internazionale di plenipotenziarî e di esperti, la proposta iniziale di F. Palasciano.
La Croce Rossa Internazionale. - Costituita all'Aja, nell'ottobre 1928, dalla XIII conferenza delle società nazionali di Croce Rossa, comprende tutte le società nazionali, il Comitato internazionale della Croce Rossa e la Lega delle Società di Croce Rossa. Autorità deliberante della C. R. I. è la Conferenza internazionale, composta delle delegazioni di tutte le società nazionali, di delegati degli stati partecipanti alla Convenzione di Ginevra, e di delegati del Comitato e della Lega. Si riunisce ogni quattro anni.
Abbiamo già indicato sopra l'origine del Comitato internazionale della Croce Rossa, fondato nel 1863 a Ginevra, e costituito in associazione, in conformità del codice civile svizzero, con personalità civile. Ha lo scopo di sviluppare i rapporti delle società nazionali di C. R. fra loro; di mantenere i principî fondamentali e uniformi dell'istituzione della C. R. - imparzialità, indipendenza politica, confessionale ed economica, universalità ed eguaglianza - di riconoscere i titoli delle società stesse; d'essere intermediario neutro in caso di guerra, di guerra civile o di torbidi interni; di ricevere qualunque reclamo su pretese infrazioni alle convenzioni internazionali; di coordinare gli sforzi per aiutare le vittime della guerra e delle calamità civili; di adoperarsi per lo sviluppo e la preparazione del materiale sanitario necessario alla Croce Rossa e in tempo di guerra, ecc. I membri del comitato si reclutano per cooptazione fra i cittadini svizzeri, in numero di 25.
La Lega delle società di Croce Rossa, promossa dopo la guerra da Henry Davison, presidente della Croce Rossa americana, fu fondata a Cannes il 5 maggio 1919 da un congresso di delegati delle Società di C. R. dell'America, Gran Bretagna, Francia, Giappone, Italia. Ha per scopo di facilitare in ogni occasione l'azione umanitaria di soccorso della C. R., epperò deve incoraggiare e favorire in ogni paese la fondazione e lo sviluppo di un'organizzazione nazionale della C. R.; collaborare con le stesse società, per migliorare la salute e prevenire le malattie mettendo alla portata delle popolazioni il beneficio delle scoperte e delle applicazioni sanitarie; costituire un intermediario che coordini gli sforzi delle opere di assistenza in caso di calamità nazionali o internazionali. Alla Lega aderirono 56 società nazionali di C. R.
Il Patto della Società delle Nazioni nel suo articolo 25 stabilisce: "Les membres de la Société s'engagent à encourager et favoriser l'établissement et la coopération des organisations volontaires nationales de la Croix-Rouge, dûment autorisées, qui ont pour objet l'amélioration de la santé, la défense préventive contre la maladie et l'adoucissement de la souffrance dans le monde".
La Croce Rossa in Italia. - Si costituì a Milano, poco dopo la convenzione di Ginevra del 1864, per iniziativa dell'Associazione medica di quella città. Le prime organizzazioni sanitarie della Croce Rossa italiana (C. R. I.) seguirono le truppe combattenti nella guerra del 1866, furono a Monterotondo e a Mentana nel 1867 ed entrarono a Roma con le nostre truppe nel 1870. Durante la guerra franco-prussiana i 19 comitati italiani della C. R. I. già costituiti inviarono numerosi mezzi di soccorso ai feriti dei due eserciti. Riunitasi finalmente Roma all'Italia, il comitato milanese promosse la costituzione d'un comitato romano, al quale poi cedè l'alta direzione e i diritti di comitato centrale. Da allora l'organizzazione della C. R. I. andò sempre più estendendosi nel regno fino a una decisiva determinazione dei suoi compiti, dopo la ratifica italiana della convenzione di Ginevra del 6 luglio 1906. La C. R. I. fu eretta in corpo morale nel 1884. Nel 1895 seguì le truppe in Eritrea e organizzò uno speciale servizio per il rimpatrio dei nostri prigionieri; partecipò largamente nel 1911-12 alla guerra italo-turca in Libia con 9 ospedali da guerra e 10 ambulanze di montagna, una nave ospedale e cinque magazzini di rifornimento. Negli anni della guerra europea 1915-18 mobilitò 2539 ufficiali medici, 318 farmacisti, 630 di amministrazione, 349 cappellani, 10.000 infermiere volontarie, 14.650 sottufficiali e militi, oltre a 4122 borghesi aggregati. Il Re conferì alla C. R. I. la medaglia d'argento al valor militare, con questa motivazione: "nell'adempimento della sua nobilissima e pietosa missione dimostrò in tutta la guerra mirabile spirito d'abnegazione, generoso ardore, sereno valore, costante devozione al dovere. 1915-18". Altra medaglia d'argento al valore aveva ottenuto la C. R. I. nella campagna di Libia. Oltre alla sua efficace partecipazione nelle varie guerre, la C. R. I., fin dalla sua istituzione, mantenne sempre in efficienza un servizio di pronto soccorso per i casi di calamità, servizio che si segnalò dopo il terremoto in Calabria del 1905 e il calabro-siculo del 1908; dopo quello della Marsica del 1915 e quello della Garfagnana e Lunigiana del 1920; in missioni di soccorso per la carestia in Russia, per l'incendio di Smirne nel 1922 e per il terremoto del Giappone nel 1923.
La Croce Rossa Italiana si è pure specializzata nella lotta contro la tubercolosi e contro la malaria. Dal 1900 creò stazioni antimalariche permanenti e temporanee, ambulatorî antimalarici e autoambulanze antimalariche nelle Paludi Pontine, nell'Agro Romano, in Sicilia, nella Sardegna e in provincia di Foggia.
Nel 1929 fece funzionare 18 stazioni antimalariche, per circa 50.000 contadini. Fondò ed esercita importanti sanatorî antitubercolari: a Roma, a Eremo di Lanzo presso Torino, a Cuasso al Monte presso Varese, nel Golfo di Oltra presso Trieste. Nel 1929 vi accolse complessivamente circa 2000 malati, in 730 letti, e ne curò circa 4000 in 9 dispensarî antitubercolari. Per difendere e salvare dallo stesso flagello l'infanzia, esercita preventorî a Roma, a Fara Sabina, a Bettona presso Perugia, a Villa Camerata presso Firenze, a Pozzuoli presso Napoli, a Montebelluna, ad Ariccia. A questi istituti la presidenza generale va sempre più dedicando di anno in anno sollecitudine di cure, larghezza di fondi, perfezionamenti tecnici e scientifici. La C. R. I. esercita pure 4 dispensarî antitracomatosi, compie un servizio medico scolastico nelle scuole rurali dell'Italia centrale e meridionale, ecc.
Ordinamento dell'associazione. - La Croce Rossa italiana è oggi ordinata e disciplinata dallo statuto e dal regolamento generale approvati con r. decr.-legge 10 agosto 1928, 21 gennaio 1929, 12 febbraio 1930. Essa è posta sotto l'alto patronato delle LL. MM. il Re e la Regina, ed è assoggettata all'alta tutela e sorveglianza dei ministri per l'interno e per la guerra. L'associazione è rappresentata da un presidente generale e amministrata da un comitato centrale, il cui consiglio direttivo è composto, oltre che del presidente, di un vice-presidente e di dodici consiglieri. Il presidente, il vice-presidente e sei consiglieri sono nominati per decreto reale su proposta del ministro dell'interno di concerto col ministro della guerra. Gli altri sei consiglieri sono delegati da opere umanitarie e da ministeri interessati. L'associazione è ordinata perifericamente, nel regno, in comitati provinciali, in sotto-comitati e in delegazioni comunali. Per il funzionamento dei suoi servizî di guerra e per quelli del tempo di pace che richiedono una soggezione alla disciplina militare, ha facoltà di arruolare un apposito personale volontario fra i cittadini esenti dagli obblighi di leva. Essa ha pure un personale di infermiere volontarie e professionali, e di assistenti sanitarie disciplinate da regolamento e formate in apposite scuole. Fa parte dell'associazione una C. R. I. giovanile, che ha la funzione parascolastica di organizzare i fanciulli e gli adolescenti per promuoverne l'educazione igienico-sanitaria e la pratica dei fini umanitarî della Croce Rossa. All'estero la Croce Rossa Italiana può essere rappresentata da delegati nominati dal presidente. Dalla costituzione in ente morale della C. R. I. a oggi, si sono succeduti come presidenti: Enrico Guicciardini (1879-1884); Raffaele Cadorna (1884-1886); Gian Luca Cavazzi Della Somaglia (1886-1896); Rinaldo Taverna (1896-1913); Gian Giacomo Cavazzi Della Somaglia (1913-1918); Giuseppe Frascara (1918-1919); Giovanni Ciraolo (1919-1925); Carlo Centurione Scotto (1925-1927); Filippo Cremonesi (in carica dall'ottobre 1928). V. tavv. XI e XII.
Bibl.: G. Moynier, La Croix-Rouge, son passé et son avenir, Ginevra 1882; F. Palasciano, Memorie e osservazioni, voll. 5, Napoli 1896-99; J. H. Dunant, Un souvenir de Solferino, Ginevra 1928; G. Mazzoni, La neutralità dei feriti in guerra, Napoli 1895; F. Cremonesi, in Croce Rossa, rivista della C. R. I., 1929, 1930, 1931; Revue Intern. de la Croix-Rouge, Ginevra; Vers la Santé, Revue et Bulletin de la Ligue des S. d. C. R., Parigi.
L'Unione internazionale di soccorso e la Croce Rossa. - Nella X conferenza internazionale della C. R. dell'aprile 1921, a Ginevra, il senatore Giovanni Ciraolo, presidente della C. R. I., propose la costituzione di un patto di mutualità fra gli stati, per assicurare a ogni popolazione, che, colpita da calamità gravi, non possa salvarsene coi proprî mezzi, un soccorso urgente proporzionato al bisogno, preordinato tecnicamente da grandi società di assistenza, e specialmente dalla Croce Rossa, tenendo presenti i tipi e i ritmi dei fenomeni naturali, segnalati dall'esperienza storica e geografica come più frequenti e temibili in ogni zona geografica. L'opera da istituire a tal fine avrebbe dovuto unire gli stati in federazione di difesa contro il caos degli elementi; trasformare il soccorso alle popolazioni da aleatorio, parziale e caritativo, in servizio pubblico internazionale e in funzione del diritto delle genti; presidiare con comuni facilitazioni e concorsi le società ammesse a cooperarvi; raccogliere un fondo di solidarietà internazionale; preparare il riconoscimento di un diritto dei popoli colpiti, al soccorso da parte degli immuni. La proposta ripresentata alla Conferenza economica internazionale di Genova nel maggio 1922, e dalla stessa rinviata alla Società delle Nazioni, fu da questa studiata e accolta in principio, e da una conferenza diplomatica attuata nella convenzione del 12 luglio 1927, che diede vita all'Unione Internazionale di Soccorso. La Convenzione fu subito firmata da trenta stati. E fino ad oggi la ratificarono o vi aderirono: Albania, Bulgaria, Belgio, Danzica, Egitto, Equatore, Finlandia, Germania, Grecia, India, Italia, Monaco, Polonia, Romania, San Marino, Ungheria, Venezuela, Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Sudan, Svizzera.
Gli stati contraenti costituiscono una Unione internazionale di soccorso, della quale sono membri gli stati, associati o no alla Società delle Nazioni. L'U. I. S. ha per scopo: 1. nelle calamità dovute a casi di forza maggiore e la cui gravità eccezionale superi le facoltà o le riserve della popolazione colpita, fornire a questa i primi soccorsi raccogliendo doni, mezzi e concorsi di ogni specie; 2. in tutte le calamità pubbliche, coordinare, se occorre, gli sforzi fatti dalle organizzazioni di soccorso, e, in linea generale, incoraggiare gli studî e i provvedimenti preventivi, e intervenire perché tutti i popoli pratichino la mutualità internazionale.
L'U. I. S. esercita la propria azione in favore di qualunque popolazione colpita negli stati aderenti, e purché il governo di questa ne gradisca l'intervento. La sua costituzione e il suo funzionamento comportano il libero concorso della Croce Rossa nazionale e internazionale, e di ogni altra organizzazione pubblica o privata che possa esercitare, in favore delle popolazioni colpite, le stesse attività, possibilmente in collaborazione con la Croce Rossa. La sede dell'U. I. S. è nella città dove è stabilita la Società delle Nazioni; ma essa può avere una parte dei proprî servizî amministrativi in altri luoghi designati dal suo Comitato esecutivo. Ogni stato-membro versa una quota iniziale al fondo comune; garantisce sul proprio territorio alle società collaboranti immunità, facilitazioni, franchigie per l'installazione e la circolazione del personale, del materiale, per le operazioni di soccorso e per la pubblicità degli appelli; può ricorrere alla Corte permanente di giustizia internazionale dell'Aja per ogni questione che sorga fra le parti contraenti, circa l'interpretazione e l'applicazione della convenzione. L'U. I. S. è retta da un Consiglio generale di delegati degli stati-membri, che si riunisce ogni due anni.
La Croce Rossa Internazionale fornisce il segretariato al Consiglio e al Comitato esecutivo. Le società nazionali di Croce Rossa e le società di assistenza collaboranti, eseguono in ogni zona, per conto dell'U. I. S., l'opera di soccorso, preparandola adeguatamente in tempo utile, in conformità delle direttive e con l'ausilio di questa federazione interstatale. La convenzione e lo statuto 12 luglio 1927 stabiliscono norme per il finanziamento dell'opera.
Come la convenzione di Ginevra del 1864-1906-1929 riconobbe e protesse l'opera di guerra delle società private di assistenza, e specialmente della Croce Rossa; così la convenzione dell'U. I. S. del 1927 riconosce e protegge l'opera di pace delle società stesse, fungendo da carta della mutualità interstatale, e inaugurando nuovi istituti umanitari nel diritto pubblico internazionale.
Bibl.: G. Ciraolo, L'Unione internazionale di soccorso. Dal Progetto italiano alla Convenzione 12 luglio 1927, R. Accademia dei Lincei, Roma 1931; Journal Officiel de la Société des Nations, Atti della V, VI, VII, VIII Assemblea, e delle sue Commissioni II e V; Documents e Procès-verbaux de la Conférence internationale pour la création de l'Union Internationale de Secours, Ginevra 1927; Comptes-rendus de X-XI-XII-XIII-XIV Conférences internationales de la Croix-Rouge, Ginevra, C. I. C. R.; Commission mixte du Comité I. C. R. et de la Ligue S. d. C. R., Vers l'Union Internationale contre les calamités. Le Projet Ciraolo, Parigi 1925; R. Montandon, Pour une coordination de l'effort scientifique dans la lutte contre les calamités, Ginevra 1927; F. Cremonesi, L'Unione I. S. e la C. R., Roma 1928; Matériaux pour l'étude des calamités (rivista), Ginevra, dal 1924.