CROMO (XII, p. 26; App. II, 1, p. 735)
Accanto a una notevole espansione dei consumi della ferrolega va registrata da tempo anche una crescente domanda di c. di elevata purezza e, soprattutto, esente da carbonio. È, d'altronde, di questa qualità di metallo che si ha bisogno per usarlo come alligante nella fabbricazione di molti acciai speciali, per es., quelli inossidabili austenitici a bassissimo tenore di carbonio, delle leghe a base di nichel, come Inconel, Nimonic, Hastelloy, Chromel, Illium e simili e delle leghe di cobalto del tipo Stellite.
Ciò ha spinto, da un lato, a migliorare i classici procedimenti di estrazione e, dall'altro, a realizzarne di nuovi di tipo elettrolitico. Così all'antico processo Goldschmidt di riduzione con alluminio si è affiancato quello analogo con silicio che, presentando una minore esotermicità rispetto al primo, risulta preferibile in quanto permette di governare meglio la reazione e quindi di farla svolgere in forni elettrici con forte aumento della capacità produttiva e, in sostanza, con riduzione dei costi.
Dei procedimenti elettrolitici, che sono poi gli unici in grado di dare un metallo a 99,8% o più, due risultano particolarmente diffusi. L'uno utilizza come materia prima la comune ferrolega di c. e, attraverso numerosi stadi di lisciviazione, precipitazione e purificazione, perviene a una soluzione pura di allume di cromo, NH4 Cr (SO4)2, sulla quale effettuare l'elettrolisi in speciali celle con rese di corrente del 50% circa. In figura è riportato lo schema delle operazioni di un impianto di questo tipo. L'altro procedimento parte direttamente dalla cromite e, sempre con più stadi di lisciviazione e purificazione, giunge a una soluzione cromica acida con costi, ovviamente, molto minori; l'elettrolisi di questa soluzione, però, comporta rendimenti di corrente molto modesti, dell'ordine di 10%.
Per quanto riguarda la produzione, gli unici dati attendibili si riferiscono alla quantità di minerali di c., lavorati in tutto il mondo, che sono state 6.810.200 t nel 1973 rispetto a 4.900.000 t nel 1965 e 3.800.000 t nel 1955. Di queste solo il 70% circa si può ritenere destinato alla fabbricazione della ferrolega e, in piccolissima parte, del metallo puro.
Bibl.: A. H. Sully, E. A. Brandes, Chromium, Londra 19672; Metallgesellschaft, Metal statistics, Francoforte s. M. (pubblicazione annuale in varie lingue).