CRONASSIA (dal gr. χρόνος "tempo" e ἀξία "valore")
Nuovo metodo d'indagine dell'eccitabilità elettrica dei nervi e dei muscoli, nel quale, oltre a tener conto dell'intensità della corrente stimolante, come nel comune esame elettrodiagnostico, si valuta anche il tempo durante il quale avviene il passaggio di corrente. Il valore quindi della cronassia, è il prodotto dell'intensità per il tempo, cioè è una quantità nel senso matematico. L. Lapicque avendo dato il nome di reobase alle intensità necessarie per ottenere la più piccola contrazione (soglia della contrazione) di un nervo o di un muscolo con il classico metodo di elettrodiagnosi, chiamò cronassia il tempo di passaggio di corrente necessario a ottenere la soglia della contrazione con un'intensità doppia della reobase. L'istrumentario usato da G. Bourguignon risulta di due circuiti inseribili separatamente, uno dei quali è costituito da un circuito galvanico comune, mentre l'altro è formato da un insieme di condensatori a capacità variabile da o,1 a 60 microfarads.
La tecnica è, in breve, la seguente: si cerca la soglia galvanica con il metodo classico, inserendo il circuito galvanico e usando correnti di brevissima durata e invertendo i poli più volte in modo da distruggere gli effetti della polarizzazione e della corrente sui tessuti. Si dà però valore al risultato ottenuto con il catodo e si legge sul voltimetro la forza elettromotrice adoperata per avere la soglia galvanica: questa è la reobase. Quindi si inserisce il circuito dei condensatori e si ricerca quale sia la capacità che dà la soglia con un voltaggio doppio di quello della reobase. Per ottenere la cronassia non resta allora che moltiplicare il valore della capacità per il coefficiente fisso di Lapicque (0,37), donde C. 0,37 = τ (cronassia in decimillesimi di secondo).
Per quanto lo studio delle variazioni della cronassia sia in via di svolgimento, pure dalla grande messe di risultati ottenuti dal Lapique sugli animali e dal Bourguignon sull'uomo scaturiscono leggi generali di fisiologia normale e patologica di grande interesse. Queste tendono a sostituire al concetto anatomico della distribuzione radicolare dei nervi e dei muscoli quello della funzione dei medesimi: così negli arti la cronassia del nervo è eguale a quella del muscolo cui si distribuisce (isocronismo del nervo motore e del muscolo di Lapicque), nello stesso segmento la cronassia è eguale per tutti i muscoli sinergici di una stessa funzione; i flessori, che nell'avambraccio sono muscoli predominanti, hanno una cronassia più piccola degli estensori, ecc. Quando un muscolo degenera, s'ottengono valori diversi di cronassia a seconda che si eccitano fibre più o meno lese, tanto più alti e più uniformi quanto più la totalità del muscolo è compromessa. La degenerazione parziale di un muscolo non va più intesa, come nel concetto dei classici, nel senso del grado, ma in quello di numero maggiore o minore di fibre degenerate, cui corrispondono valori diversi di cronassia, più vicini o lontani dalla norma. La delicatezza del metodo ha in casi speciali permesso agli autori di stabilire la malattia di un muscolo prima che altri segni clinici obiettivi la mettessero in evidenza.