cronologia
Il problema della c. nasce con la storiografia stessa in quanto rievocazione di fatti ordinati secondo una successione temporale. Anche in narrazioni storiche molto semplici è normale che si faccia riferimento a elementi ordinatori di natura empirica quali, per es., le generazioni. Con il complicarsi dei racconti e l’affermarsi della necessità di maggiore precisione assume importanza una riflessione a carattere più scientifico che prende come base calcoli astronomico-matematici, più o meno elaborati, in relazione al succedersi dei giorni, dei mesi e degli anni. Tra i più importanti lavori cronografici dell’antichità è la cosiddetta Cronaca di Paro o Marmo Pario, iscrizione risalente all’anno 264-263 a.C.: essa non è che un breve compendio dei più notevoli fatti della storia politica e letteraria della Grecia, di ciascuno dei quali è indicata la data col numero degli anni intercorsi da quell’avvenimento alla composizione della cronaca stessa. In generale, i sistemi di computo cronologico erano vari perché legati alla cultura delle regioni in cui sorsero; questo fatto pose ardui problemi a quanti vollero uscire dagli orizzonti di una storia locale per tentare un racconto di carattere più complesso. Da queste esperienze sorse l’esigenza di un raccordo tra i diversi sistemi di c., che è il compito precipuo della cronografia. Particolarmente interessante in questo campo, soprattutto per l’influsso esercitato durante il Medioevo, fu il Chronicon di Eusebio, vescovo di Cesarea in Palestina dal 314 al 340, grande tentativo di armonizzare, sulla base dei testi biblici, la c. sacra e quella profana.Tra 5° e 6° sec. a Roma il monaco Dionigi il Piccolo, famoso anche per aver affrontato il difficile problema del computo della Pasqua, stabilì la data della nascita di Gesù nell’anno 753 dalla fondazione di Roma e diede così inizio alla numerazione degli anni detta dell’Anno Domini (A.D.), tutt’oggi la più diffusa nel mondo. Il problema dell’armonizzazione tra c. diverse si ripropose nel Cinquecento e Seicento, quando, ampliatesi le conoscenze geografiche, la c. eusebiana venne in conflitto con quella di popoli di antichissima civiltà quali, per es., quello cinese. I problemi che ne sorsero portarono alle contrastanti soluzioni di G.C. Scaligero (De emendatione temporum, 1583) e di D. Petavio (Rationarium temporum, 1633) dove c. classica e c. biblica cercavano un difficile equilibrio. L’art de vérifier les dates (1770) dei maurini M. d’Antine, Ch. Clément e U. Durand propose invece una soluzione più approfondita su scala universale, basandosi sullo studio autonomo dei singoli calendari, riportati poi a un’unica cronologia convenzionale. L’opera ebbe successive edizioni ed elaborazioni e aprì la via ai più persuasivi risultati della scienza moderna.