CRONOLOGIA (dal gr. χρόνος "tempo" e λόγος "discorso")
Oriente. - Meno di un secolo fa i sussidî per la cronologia dei popoli dell'antico Oriente, oltre ai libri biblici, erano dati principalmente dai frammenti superstiti delle opere cronologiche del caldeo Beroso (v.) e dell'egiziano Manetone (v.), ambedue del sec. III a. C. Le grandi scoperte filologiche del sec. XIX, come la decifrazione dei geroglifici e dei cuneiformi, e le campagne di scavo in Mesopotamia, Persia, Siria, Palestina ed Egitto, permisero fra gli altri risultati di fissare anche qualche punto fermo nella cronologia orientale, aprendo al tempo stesso numerosi problemi, alla cui soluzione spesso contrastata attesero orientalisti come G. Maspero e L.W. King, W. M. Flinders Petrie e J. Usher, E. Meyer e il Thompson Campbell. Rimandando alle voci calendario ed era per una rassegna dei principali elementi cronologici e dei problemi relativi alle varie civiltà, ricordiamo qui solo che le date dedotte dalla cronologia biblica tradizionale risultano in generale assai più basse di quelle che si raccolgono dall'egiziana e dall'assiro-babilonese, l'ultima delle quali può dirsi veramente fondamentale per quella siro-palestinese, per la valutazione di quella egiziana, e in generale perno di tutta la storia più antica dell'Asia anteriore. Dell'altra grande cronologia orientale, tluella egiziana (per cui v. egitto), è da ricordare qui, come problema tuttora aperto e discusso, la questione delle cosiddette "cronologia lunga" e "cronologia corta", due sistemi moderni di fissare la datazione dell'Impero di mezzo, differenti fra loro di più di un millennio.
Grecia e Roma. - Sappiamo che, nel sec. V a. C., Ellanico di Lesbo aveva composto una storia di tutta la Grecia, ordinando la materia in forma annalistica e ponendo a base della sua cronologia la lista delle sacerdotesse di Era Argiva, la quale evidentemente doveva essere usata a scopo di riferimento cronologico anche fuori dell'Argolide (cfr. Tucid., II, 2; IV, 133); nel secolo seguente, Eforo pare abbia dato per primo l'esempio di riferirsi al computo delle Olimpiadi, poi definitivamente introdotto nella storiografia da Timeo (v. eforo; ellanico; timeo). Ma di veri lavori cronografici anteriori al sec. III a. C., quasi nulla ci resta e ben poco sappiamo (cfr. F. Jacoby, Fragm. d. griech. Histor., II, 3, p. 329 segg.).
Dei lavori cronografici dell'antichità, il più antico che sia arrivato fino a noi è la cosiddetta Cronaca di Paro o Marmo Pario iscrizione proveniente. da Paro (ma rinvenuta a Smirne) e risalente all'anno 264-3 a. C.: essa non è che un breve compendio dei più notevoli fatti della storia politica e letteraria della Grecia, di ciascuno dei quali è indicata la data col numero degli anni intercorsi da quell'avvenimento alla composizione della cronaca stessa (ed. F. Jacoby, Berlino 1904). Dal sec. III in poi abbondano gli studî di cronografia, specialmente letterarî; ce ne porge l'esempio un frammento di papiro rinvenuto or non è molto, contenente parte di una cronografia composta al tempo degli ultimi Tolomei o al principio dell'Impero; la reliquia conservataci si estende dall'anno 355-4 al 316-5, con qualche lacuna, e fu pubblicata nel 1898 (Oxyrhynchus Papyri, I, 25, segg.; F. Jacoby, Fragm. d. gr. Histor., II, 225). Ma anche di questi studî più tardi i più sono andati perduti: tale è stata la sorte delle opere di Eratostene e di Apollodoro e di quell'ignoto cronografo del sec. I d. C., del quale si servì Diodoro Siculo per l'orditura cronografica della sua Bibliotheca. Eratostene di Cirene lavorò nella seconda metà del sec. III a. C.: col suo trattato, egli intese di porre le basi della scienza della cronologia, fissando, in base alle sue investigazioni, la data di certi avvenimenti fondamentali della storia greca, come la caduta di Troia (1184-3 a. C.), la migrazione dei Dori (1104-3), la reggenza di Licurgo (885-4), la prima Olimpiade (776-5), ecc. Su queste basi Apollodoro di Atene (v.) compilò, nel sec. II a. C., un'opera in trimeta giambici in 4 libri, intitolata Χρονικά, comprendente la serie di tutti gli avvenimenti principali dal 1184 al 144 a. C. Agli scritti di Eratostene e di Apollodoro attinsero di preferenza gli scrittori cristiani, attraverso i quali pertanto ci giungono i risultati dell'indagine cronologica degli studiosi alessandrini.
Perduta è la Cronologia universale in 5 libri di Sesto Giulio Africano, prete ad Atene nel sec. III d. C.; ma ad essa attinse Eusebio, vescovo di Cesarea di Palestina dal 314 al 340. Egli fu autore di una tavola dei vincitori olimpici ('Ολυμπιάδων ἀξαγραϕαί) e di una Chronica, composta di due parti: nella seconda, o Canone, erano dati i sincronismi in base alle diverse ere, allo scopo di porre in armonia la cronologia biblica e quella profana: l'era posta a base del Canone comincia con la nascita di Abramo, e la nascita di Cristo viene posta all'anno 2015 di quest'era, corrispondente all'anno olimpico 194,4 (per la difficile ricostruzione della Cronica v. eusebio).
Degli studî pubblicati nei secoli più vicini a noi nel campo della cronologia greca e romana, la maggior parte sono dedicati più propriamente alle indagini sul calendario e sui cicli degli antichi, e di essi si parla pertanto sotto le relative voci: queste ricerche ebbero inizio, alla fine del Rinascimento, con Giuseppe Scaligero, la cui opera De emendatione temporum fu pubblicata, nella prima edizione, a Parigi nel 1583; ma più specificamente alla ricerca cronologica fu dedicato il lavoro del successore e avversario dello Scaligero, Denis Petau (Petavius), il De doctrina temporum, pubblicato a Parigi nel 1607, in 3 volumi. Ma le basi della moderna ricerca cronologica furono poste da Ludwig Ideler, astronomo e filologo, autore di un Handbuch der mathematischen und technischen Chronologie, uscito a Berlino nel 1825 e 1826, in due volumi, dedicati rispettivamente alla cronologia greca e a quella romana. Contemporaneamente H. F. Clinton cominciava a pubblicare i suoi Fasti Hellenici, raccolta di speciali ricerche di cronologia applicata, fino ad Augusto (Oxford 1824-1851).
Frattanto la progredita critica dei testi e l'accresciuto materiale epigrafico permettevano di correggere e di integrare molte delle vedute dell'Ideler. Nel 1859 usciva la seconda rdizione della Römische Chronologie bis auf Caesar di Th. Mommsen, e nel 1883 la Griechische Chronologie di A. Mommsen, rivolta però specialmente allo studio del calendario ateniese. Altre opere fondamentali, dopo di queste, furono quelle di Adolf Schmidt sulla cronologia greca (1888), di L. Holzapfel (1885), di H. Matzat (1883), di W. Soltau (1889) sulla cronologia romana. Della massima utilità per indagini cronologiche sono le due opere di F. K. Ginzel, Handbuch der mathem. und techn. Chronologie (voll. 2, Lipsia 1906,1914), tabelle dei novilunî e plenilunî, delle eclissi, del sorgere e tramontare delle stelle principali, dell'inizio del solstizio d'estate; e Spemeller Kanon der Sonnenund Mondfinsternisse für das Ländergebiet der klass. Altertumswiss., Berlino 1899. Per ulteriore bibl. v. Calendario; era.
Medioevo ed età moderna. - La grande varietà che si riscontro durante tutto il Medioevo fin quasi alle soglie dell'età moderna nei modi di indi- care la data fece ben presto sentire la necessità di manuali, coi quali si potessero ridurre al proprio computo gli elementi cronologici. Fra i più antichi sono quelli già citati dello Scaligero e del Petau, che si considerano a ragione gl'iniziatori della scienza cronologica, quantunque le loro opere non abbiano più al precente alcuna pratica utilità. Fra le innumerevoli opere del sec. XVIII, divenute egualmente inutili, merita un cenno la grande opera cronologica dei benedettini, cominciata da D. Maur d'Antine e continuata da Ch. Clémencet e Ursin Durand, pubblicata a Parigi nel 1750 col titolo L'Art de vérifier les dates, ripubblicata con correzioni e aggiunte a cura di François Clément nel 1770 a Parigi. Lo stesso Clément curò poi anche una terza edizione uscita in 3 voll., negli anni 1783-1787, aggiungendovi delle liste cronologiche che ne fanno una specie di storia universale. Una 4ª edizione, con la cronologia anteriore all'epoca cristiana e con l'aggiornamento delle liste cronologiche, vide la luce dal 1818 al 1844. Nel sec. XIX tennero alto il prestigio delle tradizioni francesi in questo campo N. De Wailly, Éléments de paléographie (voll. 2, Parigi 1838), dove la prima parte è consacrata alla cronologia, e soprattutto L. De Mas-Latrie, Dictionnaire de statistique religieuse et de l'art de vérifier les dates (Parigi 1851, Encycl. religieuse del Migne), e Trésor de chronologie, d'histoire et de géographie pour l'étude et l'emplo; des documents du moyen-âge (Parigi 1889). In quest'ultima opera la parte relativa alla cronologia tecnica è riportata testualmente dall'Art de vérifier les dates. Un'ottima trattazione della cronologia tecnica si ebbe poi in Francia con A. Giry, Manuel de diplomatique (Parigi 1894; 2ª ed., 1925), dove ad essa è dedicato tutto il libro secondo. Anche in Italia nel manuale di C. Paoli, Programma scolastico di paleografia latina e diplomatica, III: Diplomatica (Firenze 1898, p. 159 e segg.) si ebbe un buon riassunto di quanto era stato pubblicato fino allora in argomento.
Certamente nel Giry e nel Paoli la trattazione non ebbe quello sviluppo che invece ebbe in altre pubblicazioni, specialmente tedesche, dedicate esclusivamente alla cronologia. Tra queste le più importanti sono quelle di H. Grotefend, Handbuch der histor. Chronologie des deutschen Mittelalters und der Nauzeit (Hannover 1872); Zeitrechnung des deutschen Mittelalters und der Neuzeit, I (Hannover 1891); Abriss der Chronolooie des deutschen Mittelalters und der Neuzeit, 2ª ed. (Grundriss der Geschichtswissenschaft di A. Meister, I, 111. Lipsia-Berlino 1912). Nell'ultima si ha la completa bibliografia sull'argomento. Sono tuttavia degni di essere ricordati anche l'ottimo lavoro di F. Rühl, Chronologie des Mittelalter und der Neuzeit (Berlino 1897) e quello del Ginzel, Handbuch der mathematischen und technischen Chronologie, sopra citato. Per l'Italia devono ricordarsi due manuali di molto pratica utilità, quello cioè di G. C. Carraresi, Cronologia generale dell'èra volgare dall'anno 1 all'anno 2000 (Firenze 1875) e quello di A. Cappelli, Cronologia e calendario perpetuo (Milano, 1ª ed. 1906; P ed. 1930).