crossmedialita
crossmedialità s. f. inv. La caratteristica di fondere canali d’informazione e modalità di fruizione diversi.
• La crossmedialità spinta, per ora, è un trend sostenuto da una minoranza qualificata (18%) di soggetti molto attivi, prevalentemente giovani adulti, esperti nell’uso del mezzo e di elevata scolarità. Interessante notare anche il profilo aperto, con una relazionalità esterna alla rete elevata e una caratterizzazione geografica centro meridionale. (Loredana Grimaldi, Sole 24 Ore, 28 gennaio 2010, Nòva24, p. 10) • Lo show di [Rosario] Fiorello conferma la sua crossmedialità: un altro spezzone del programma fa 186.324 views. (Federico Mello, Fatto Quotidiano, 18 novembre 2011, p. 17, Tecnologie) • «Il my time è la tendenza a gestire un proprio palinsesto attraverso la crossmedialità. Un tempo dovevo aspettare l’ora del tg, oggi trovo le notizie dove voglio: in tv nei canali allnews, online, sullo smartphone. I nativi digitali passano da un mezzo all’altro in modo indifferente: non importa che cosa ma chi glielo dà. La tv generalista invece considera il pubblico in modo passivo» (Francesco Siliato intervistato da A[lessandro] Bel[trami], Avvenire, 16 giugno 2013, p. 17, Agorà).
- Derivato dall’agg. crossmediale con l’aggiunta del suffisso -ità.
- Già attestato nella Stampa del 22 novembre 2002, p. 18 (Pier Domenico Garrone intervistato da Gianpaolo Marro).