Crostacei
I dominatori dell'ambiente acquatico
Gamberi, granchi, paguri, aragoste, porcellini di Sant'Antonio, lupicanti, canocchie, scampi, cicale di mare, soltanto questi sono i nomi dei Crostacei che conosciamo. La nostra competenza, per lo più, non va oltre il menù di un ristorante di specialità marinare, ma in realtà si conoscono oltre 50.000 specie diverse di Crostacei, che popolano tutti gli ambienti acquatici e in qualche caso anche gli ambienti terrestri. Alcune di queste specie sono formate da un numero inimmaginabile di individui, e ognuna ha una sua complicata storia da raccontare
Grazie alle fotografie che ci inviano i satelliti o le stazioni orbitali, il colore dominante della Terra vista da lontano ci appare azzurro, l'azzurro degli oceani. Quasi i tre quarti della sua superficie, infatti, sono coperti dal mare; alle terre emerse, ai continenti, resta solo un misero 30%. Gli organismi che dominano le terre emerse sono gli insetti, che con un numero strabiliante di specie diverse vivono in tutti gli ambienti terrestri possibili. Dominatori occulti, si potrebbe dire, perché a causa delle loro ridotte dimensioni sono meno appariscenti: siamo più impressionati da un elefante o da uno stormo di uccelli piuttosto che dall'infinito brulichio degli insetti, ma gli insetti sono molto più numerosi e vivono dovunque.
Nel mare questo ruolo di dominatori è occupato dai Crostacei. Malgrado si possa essere più impressionati da una grande balena o da un branco di tonni, i Crostacei sono molto più numerosi e vivono in tutti gli ambienti acquatici. Come gli insetti, i Crostacei sono Artropodi, hanno cioè i piedi, o meglio le zampe, formati da segmenti articolati tra loro. E trattandosi di Artropodi hanno uno scheletro esterno in cui sono racchiusi gli organi, che consiste in una specie di involucro rigido formato da una serie di segmenti, l'esoscheletro. Questa specie di scatola che racchiude gli organi impedirebbe loro di accrescersi se non ci fosse il meccanismo della muta. Ogni tanto il loro esoscheletro si apre, proprio come una scatola, e ne esce il crostaceo che vi era racchiuso. La scatola vuota si chiama esuvia: spesso se ne vedono sulle spiagge mucchi portati dalle correnti. Il crostaceo, che appena uscito ha il corpo molliccio, si accresce un po' e assume dimensioni un poco più grandi di quelle che aveva prima della muta. Poi, quando diventa di dimensioni maggiori, il suo nuovo esoscheletro ridiventa rigido e duro. Questo sistema di accrescimento a scatti funziona, allo stesso modo, per tutti gli Artropodi (insetti in fase larvale, ragni, scorpioni e millepiedi).
I Crostacei, salvo alcune eccezioni, iniziano il loro ciclo biologico con una caratteristica fase larvale che si chiama nauplio e che costituisce un po' la firma dei Crostacei: anche se da adulti avranno le forme più diverse, come i balani che vivono attaccati alle rocce o come alcuni parassiti che vivono col corpo immerso nei muscoli dei pesci, noi possiamo riconoscerli come Crostacei proprio perché, appena nati, sono dei naupli. Appena escono dall'uovo hanno tutti solo tre paia di zampettine per nuotare e un unico occhio anteriore, l'occhio naupliare. Poi, crescendo, aumenterà pian piano il numero dei segmenti del corpo e le prime due paia di zampine si trasformeranno, muta dopo muta, in due paia di antenne, mentre il terzo in un paio in mandibole. E poi continuerà la trasformazione fino alla fase adulta, che sarà aragosta, copepode o balano.
Nei porcellini di terra, quegli animaletti grigi che si trovano spesso sotto le pietre o sotto i vasi da fiore e che si appallottolano quando vengono scoperti, manca invece la fase di larva nauplio. Il fatto è che le femmine posseggono un vero e proprio marsupio sulla pancia. Dentro questo marsupio le uova rimangono protette fino a che i piccoli non hanno raggiunto uno stadio molto simile a quello adulto della madre, dopodiché possono abbandonarla per avventurarsi nel mondo esterno. È grazie a questa eccezionale modalità di sviluppo che alcune specie di porcellini di terra (ma ce ne sono moltissime che vivono in mare e nelle acque dolci) hanno potuto adattarsi definitivamente all'ambiente terrestre: sulla terra, infatti, una larva nauplio non potrebbe sopravvivere.
Anche i granchi e i gamberi che vivono nei fiumi e nei torrenti hanno perduto la larva nauplio: questa larva deve vivere, infatti, nel plancton, mentre nei fiumi verrebbe inesorabilmente trascinata dalla corrente verso la foce. Gamberi e granchi di fiume hanno quindi dovuto modificare la loro modalità di sviluppo per conquistare gli ambienti delle acque correnti. Ma si tratta di eccezioni, la larva nauplio resta comunque una delle caratteristiche esclusive dei Crostacei.
Due paia di antenne, ecco un'altra caratteristica, oltre al nauplio, comune a tutti i Crostacei e solo a loro: degli altri Artropodi, gli insetti e i millepiedi ne hanno un solo paio, i ragni e gli scorpioni neanche quello. Per questo i Crostacei si chiamano anche diantennati, cioè con due paia di antenne. I Crostacei vengono chiamati pure antennobranchiati perché, essendo acquatici, respirano mediante le branchie.
Oltre alle due paia di antenne, tutti i Crostacei, a parte qualche rara e interessante eccezione, hanno due paia di mandibole a completare l'organizzazione del capo, che gli studiosi, nei Crostacei appunto, chiamano cephalon. Queste caratteristiche consentono di distinguere facilmente un crostaceo da qualunque altro artropode, anche in casi molto particolari come nei porcellini di terra, che sembrano infatti possedere un solo paio di antenne: in realtà c'è anche il secondo, solo che è piccolissimo e serve una buona lente per vederlo. Nei Crostacei il numero e la forma dei segmenti del resto del corpo, invece, variano nello stadio adulto a seconda dei vari raggruppamenti. Ogni segmento del corpo porta un paio di appendici che, nella maggior parte dei casi, sono semplici zampe per camminare o nuotare, ma molto spesso sono trasformate in vario modo. In alcuni casi hanno assunto la forma di mascelle, come nella canocchia (Squilla mantis), che ha un complicatissimo apparato boccale formato, oltre che da mascelle e mandibole, da ben cinque paia di zampe trasformate appunto in mascelle (piedi mascellari). Nelle aragoste, nei gamberi, nei granchi, di piedi mascellari ce ne sono tre paia che, insieme a mascelle e mandibole, vanno a formare una macchina molto complicata per triturare il cibo. In altri casi le appendici del corpo sono trasformate in chele, come si vede nei granchi, negli astici ‒ detti anche lupicanti (Homarus gammarus) ‒ o anche nei paguri.
Altra caratteristica che spesso si osserva nei Crostacei è il carapace: è una ripiegatura ‒ una specie di mantellina rigida come una corazza ‒ dello scheletro esterno che può ricoprire completamente, o solo in parte, il corpo di un crostaceo. Nei granchi e nei gamberi ricopre solo la parte centrale del corpo, il torace (che gli studiosi di questi animali chiamano pereion), dove si trovano le zampe e che ha la funzione di proteggere le branchie. I segmenti del resto del corpo, l'addome, o pleon, restano liberi. Nei gamberi e nelle aragoste l'addome ha una potente muscolatura, che poi è quella che si mangia, e questi animali se ne servono per scappar via all'indietro con violenti scatti. Nei granchi, invece l'addome è ridotto a una lamina sottile ripiegata sul ventre e le femmine se ne servono per proteggere le uova. Negli Ostracodi il carapace avvolge invece tutto il corpo, come fosse una conchiglia. In molti Crostacei, come le artemie o i Copepodi, il carapace è del tutto assente. I Crostacei si presentano, a seconda dei gruppi, con forme assai diverse, come risultato di lunghe e differenti storie evolutive. Di conseguenza la classificazione delle oltre 50.000 specie conosciute è molto complicata: gruppi importanti di questa vasta classe animale sono i Branchiopodi (artemie e pulci d'acqua), i Cirripedi (denti di cane), i Copepodi, i Remipedi e i Malacostraci (granchi, gamberi e aragoste).