CROTONTIGLIO (lat. sc. Croton tiglium L., Tiglium officinale Kl.; fr. croton; sp. crotontiglio; ted. Crotonbaum; ingl. crotonoil plant)
Pianta della famiglia Euforbiacee, che vive spontanea nelle Indie, in Cina, Cocincina, a Malacca, a Ceylon, alle Molucche ed è coltivata in alcuni paesi tropicali. È un arbusto o un alberetto alto 4-6 m., con foglie alterne, ovoidi acuminate, seghettate, lungamente picciolate. I fiori sono diclini monoici riuniti in infiorescenza con gli staminiferi in alto e i pistilliferi in basso. Il frutto è una capsula tricocca che contiene un seme per ogni valva.
La droga è fornita dai semi ovoidi oblunghi della grossezza d'un piccolo fagiolo, quasi quadrangolari, giallastri a causa dell'epidermide (epitesta) che li ricopre, nerastri quando questa è tolta. Da questi semi si ricava un olio grasso che è l'olio di croton officinale.
Questo ha un color giallo, più o meno scuro a seconda della data di preparazione. Oltre ai soliti trigliceridi degli acidi stearico, palmitico, miristico, laurinico, ecc., il seme di croton contiene circa il 10% d'una resina che sarebbe il suo componente attivo (Dunstan e Boole 1895), poiché da questa s'avrebbero tutti gl'identici effetti che s'ottengono dall'olio (Kobert 1890). Anche trattato con alcool e reso neutro, e senza azione irritante, l'olio possiede un'energica azione purgativa, già in dosi di cinque centigrammi. Non purificato dall'alcool, ha azione irritante locale e vescicatoria, anche sulla cute, e non può essere usato in dosi superiori a mezza o un quarto di goccia; perciò bisogna diluirlo con olio d'oliva. Evidentemente il suo meccanismo d'azione è quello irritativo e però esso non deve essere usato in caso di lesioni infiammatorie del tubo digerente.
Noto da tempo, l'olio di croton fu dimenticato e poi rimesso in onore dal Puccinotti al principio del sec. XIX, ma oggi s'usa in terapia solo in casi d'estrema atonia intestinale (avvelenamento da piombo) e nei pazienti incoscienti (coma diabetico, uremia, apoplessia). Venti gocce sono considerate mortali, e la morte avviene in stato di collasso. Diluito con olio d'oliva, o associato a trementina, spirito canforato, s'adopera esternamente come energico rivulsivo cutaneo.