culla
Due occorrenze, in due luoghi assai diversi come ispirazione e come linguaggio; nella grande canzone della liberalità (CVI 78 Maladetta tua culla, / che lusingò cotanti sonni invano! / Maladetto lo tuo perduto pane, / che non si perde al cane!) il giudizio di D. sull'avaro giunge a maledire la sua c. e i suoi sonni di lattante, a maledire il pane che ha mangiato per tutta la vita (si noti la forma tuo in luogo di ‛ da te ': v. Pg XXVI 98 i miei miglior, i migliori di me); in Pd XV 121 L'una vegghiava a studio de la culla, siamo al momento saliente della rievocazione della Firenze antica da parte di Cacciaguida, e all'esaltazione delle virtù morali dei cittadini di allora. Vedi anche CUNA.