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cupo

di Lucia Onder - Enciclopedia Dantesca (1970)
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cupo

Lucia Onder

Con il valore di " profondo " (Parodi, Lingua 279), l'aggettivo si trova adoperato in If XVIII 109 Lo fondo è cupo sì, che non ci basta / loco a veder santa montare al dosso. In Pg XIV 52 l'idea della profondità, già implicita nel termine pelaghi, è ribadita dall'aggettivo cupi (in rima con lupi e occupi); in Pd III 123 vanio / come per acqua cupa cosa grave, s'intuisce anche dal lento ‛ vanire ' del corpo pesante.

Figuratamente, la fame " insaziabile " della lupa, di cui D. aveva detto che dopo 'l pasto ha più fame che pria (If I 99), appare sanza fine cupa (Pg XX 12, in rima con occupa e lupa) per analogia con un abisso infinitamente profondo e perciò incolmabile.

Il termine ha valore di sostantivo e conserva il senso di " luogo profondo ", in If VII 10 Non è sanza cagion l'andare al cupo (in rima con lupo e con strupo), dove D. allude alla profonda cavità infernale.

Vocabolario
cupo
cupo agg. [affine al lat. cupa «botte»]. – 1. a. Profondo: una c. voragine; i c. abissi del mare; c. caverne; dal fondo d’un pozzo molto c. (Galilei); fig.: Per la tua fame sanza fine cupa (Dante), profonda, cioè insaziabile. b. Nell’uso...
calcantite
calcantite s. f. [der. di calcanto]. – Minerale, solfato di rame idrato, triclino, di colore azzurro cupo, abbondante nel Cile.
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