CUPRAMARITTIMA (Κοῦπρα μαριτίμα, Cupra maritĭma)
Antica città del Piceno, situata sulla costa adriatica tra il Gastellum Firmanorum e il Castrum Truentum, sorgeva su una zona collinosa prossima al mare (Civita di Marano) lungo il torrente Menocchia a km 1,500 dall'attuale abitato, ove tratti delle mura urbane, resti di un tempio, ed avanzi palesi e nascosti di edifici di età imperiale ed iscrizioni, tra cui numerosi frammenti di un Calendario e dei Fasti pubblici di Roma e municipali della Colonia, attestano l'esistenza del centro romano.
Menzionata da Strabone (v, iv, 2, p. 241), da Mela (ii, 65), da Plinio (Nat. hist., iii, 13, p. 18), da Tolomeo (iii, 1, par. 21) e dal Liber Colon. (2, 65), prese il nome dal frequentatissimo tempio della Dea Cupra o Cupra Mater, corrispondente alla Bona dea dei Latini, ricordato da Silio Italico (viii, 433) e da un'iscrizione per un restauro di Adriano, del quale sul principio del secolo scorso furono disotterrati varî resti. Fu colonia di Augusto (Liber Colon., p. 226) e pare sia stata iscritta alla tribù Velina, per quanto ricorra anche la Maecia. Le iscrizioni ci rivelano l'ordinamento municipale consueto, menzionandovisi un duovir, aediles, quinquennales e decuriones.
Un bel serbatoio d'acqua, noto come "Bagni di Nerone", è in contrada Folignano; altri avanzi di probabile edificio pubblico, in cui da alcuni si vorrebbero vedere i resti del tempio della Dea Cupra, si trovano sotto la chiesa di S. Martino presso Grottammare, mentre poco lontano si conserva una grande vasca rotonda, detta "Bagno della regina". La città era lambita dal mare che giungeva fino ai piedi del colle, come è accertato da tracce del molo romano con ormeggi emerse anni or sono da scavi a N della Statale.
Si vuole dalla tradizione saccheggiata nel 554 da Leutari, mentre la sua distruzione dovette avvenire nel IX secolo.
Nel Medioevo il centro abitato formatosi presso le rovine di Cupra fu detto Castrum Marianum, donde Marano.
Il preesistente abitato piceno di cui si ignora il nome, era situato tra Grottammare e Cupramarittima sul Colle di S. Andrea, nei tempi antichi incombente sulla marina che formava una insenatura, come in punto dominante. Attorno a questo colle si sviluppava la necropoli picena che ha restituito dal 1867 ad oggi un gran numero di tombe.
Bibl.: C. I. L., IX, p. 502, n. 5286-5347; Smith, Dict. of Greek and Roman Geography; Nissen, Italische Landeskunde, Berlino 1902, II, p. 425; E. De Ruggiero, Diz., s. v.; C. Hülsen, in Pauly-Wissowa, IV, 1901, c. 1760, s. v.; S. F. Gamazzini, in Not. Scavi, 1895, p. 18-22; von Duhn-Messerschmidt, Ialische Gräberkunde, II, Heidelberg 1939, p. 243-248.