Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
L’alto Medioevo segna la nascita della figura del “povero”, assente dal mondo ideale delle città antiche, e del sentimento della caritas, l’assistenza da prestare ai più deboli, che ne deriva e che permea la dottrina cristiana che va sviluppandosi. Come concretizzazione di ciò, nell’Impero romano d’Oriente nasce verso il VI secolo l’istituzione dell’ospedale, inteso non come semplice ospizio per poveri e viandanti (come invece era in Occidente), bensì strutture almeno parzialmente specializzate in grado di fornire assistenza diagnostica e terapeutica.
Una novità dottrinale che contribuisce potentemente alla diffusione del cristianesimo è l’elaborazione e l’applicazione pratica della dottrina della caritas, intesa come assistenza da prestare ai membri più deboli della comunità, e dunque anche ai malati. La stessa creazione e articolazione della figura del povero, assente dal mondo ideale delle città antiche, dimostra come una nuova sensibilità si sia diffusa molto rapidamente nell’impero, accentuata anche delle turbolenze politiche, civili ed economiche della tarda antichità.
La concretizzazione di queste novità dottrinali produce un’istituzione che presenta caratteristiche singolari e del tutto innovative rispetto all’antichità: l’ospedale. Nell’impero romano d’Oriente, rimasto più ricco e pacifico dell’Occidente, l’ospedale si sviluppa a partire dal VI secolo e per iniziativa di diverse figure di religiosi, ricevendo il riconoscimento formale dell’imperatore Giustiniano. Non semplici ospizi per poveri e viandanti, come in Occidente, gli ospedali bizantini sono preceduti nelle città da una serie di istituzioni caritatevoli, ma la loro esistenza è sicuramente attestata a partire dal VII secolo; vi sono evidenze di istituzioni simili, nello stesso periodo, anche presso le sinagoghe e le comunità ebraiche, a testimonianza della fortuna del modello.
Dotati di reparti almeno parzialmente specializzati – ad esempio in oftalmologia, o per categorie specifiche di pazienti, come le donne – di personale anch’esso specializzato (medici ma anche infermieri, assistenti e amministratori) gli ospedali offrono assistenza diagnostica e terapeutica, anche con degenze prolungate, a pazienti di classi sociali diverse. La presenza in molti centri urbani di corporazioni di infermieri (hypourgoi) testimonia come gli ospedali abbiano contribuito alla professionalizzazione dei praticanti la medicina a diversi livelli. Il medico e il curante antico, infatti, operano presso il paziente, o possiedono in alcuni casi una bottega. Ma l’assistenza a diversi pazienti riuniti, e l’individuazione di una classe di pazienti poveri o comunque bisognosi e degni di assistenza pubblica, è una novità significativa che ha avuto riflessi importanti anche sul piano della professionalizzazione del medico, che trova in ospedale la possibilità di un impiego stabile e un’occasione di promozione sociale.
Tra i testi di età bizantina che attendono ancora un’edizione si trovano diverse raccolte di casi osservati in ospedale, con commenti. Più controversa invece è la questione dell’utilizzazione dell’ospedale a fini didattici: attestata con certezza per il periodo tardo (XIII-XV secolo), è dubbio che le strutture ospedaliere e la loro complessa organizzazione siano stati utilizzati per l’educazione del medico in un’età precoce, come suggerito da alcuni storici (T. S. Miller). Sull’evoluzione dell’ospedale bizantino, nonché sull’elaborazione della categoria del povero, è in corso una vivace discussione storiografica: si è tra l’altro sottolineato come l’istituzione ospedaliera abbia sicuramente occupato un luogo importante nelle città, sia sul piano simbolico che su quello reale, ma sia stata forse meno presente nelle aree rurali e comunque fuori dai centri urbani maggiori. Quello che è certo è che i medici bizantini, in generale, godevano sul piano sociale di una posizione buona se non privilegiata, derivante dall’aver ricevuto un’istruzione di alto livello e, in alcuni casi, dalla prossimità alla corte imperiale.
In Occidente gli ospedali invece, avranno vita breve e risentiranno del generale impoverimento della vita urbana, rimanendo legati alla funzione di assistenza ai poveri e ai pellegrini. Essi si diffondono però nelle culture del Vicino Oriente, in area persiana e soprattutto islamica, anche se in modo non lineare e con notevoli discontinuità cronologiche.