CURCI
Famiglia di editori e organizzatori musicali.
Capostipite di una ancor attiva dinastia di editori musicali italiani fu Francesco che, nato ad Avellino nel 1823, si trasferì a Napoli ove, nel 1860, in piazzetta Trinità degli Spagnoli, aprì un negozio per la vendita di strumenti musicali con annessa copisteria di musica. La bottega, situata nel quartiere di Montecalvario, divenne ben presto popolare negli ambienti musicali della città e "don Francesco" entrò in rapporti di cordiale amicizia con i compositori che popolavano il suggestivo quartiere e svolgevano la loro attività come maestri di cappella nelle numerose chiese napoletane. La prima attività di Francesco fu indirizzata verso la pubblicazione di litanie e composizioni sacre di carattere popolare che circolavano manoscritte a Napoli e nei dintorni. Sposata Raimonda Pomarico, dalla quale ebbe i figli Pasquale, Achille e Concetta, rimase presto vedovo e dovette provvedere alla cura dei figli oltre che all'attività della bottega, la quale vide rapidamente accrescere la propria clientela tanto da richiedere la collaborazione del figlio maggiore Pasquale. Francesco fu tra l'altro appassionato cultore di statuine da presepio e mise insieme una preziosa collezione da lui donata alla chiesa di S. Francesca. Morì a Napoli nel 1911.
Il figlio Pasquale, nato a Napoli nel 1855, rivelò giovanissimo un particolare interesse per gli strumenti musicali tanto che il padre volle affidarlo ad un cittadino svizzero, certo Fistner, impiegato presso la fabbrica di pianoforti del viennese H. Sievers, che, stabilitosi a Napoli qualche anno prima, aveva fondato anche una scuola di strumenti a tastiera. Fu proprio il Fistner a notare con quale passione Pasquale, appena quindicenne, si interessasse alla musica ed in particolare agli strumenti, alla loro costruzione, al loro funzionamento. Entrato a far parte della scuola del Sievers, ne divenne l'allievo prediletto e, appena ventenne fu nominato "ingestrino" degli allievi, sostituendo spesso il maestro nelle lezioni pratiche. Affiancatosi al padre nella conduzione della bottega, collaborò anche attivamente al buon andamento dell'azienda che nel 1880, desideroso di accrescere la clientela, trasferì da Trinità degli Spagnoli al numero 6 di via Tre Re a Toledo. Iniziò da questo momento la fortuna della ditta che andò acquistando prestigio nel mondo musicale italiano, anche grazie alla collaborazione del fratello Achille (1864-1935), provetto incisore, e della sorella Concetta (1870-1934), ottima musicista, allieva di C. Palumbo, alla quale venne affidata l'amministrazione della ditta che da questo momento assunse. la ragione sociale di "Fratelli Curci".
Dal matrimonio di Pasquale con Clotilde Miloi avvenuto intorno al 1880, nacquero quattro figli: Giuseppe (1884-1953), che dedicò l'intera vita all'attività della ditta, contribuendo al suo successo e alla sua affermazione anche in campo internazionale grazie all'esperienza acquisita durante gli anni di permanenza all'estero per motivi di studio; Alberto (1886-1973); Alfredo, nato a Napoli il 14 agosto 1891 e morto a Milano l'11 febbr. 1952, il quale, dopo aver conseguito il diploma in arpa e pianoforte e successivamente anche in ragioneria, collaborò con il fratello Giuseppe all'amministrazione della ditta; infine Arturo (n. 1892), che si dedicò alla medicina, pur non trascurando di interessarsi alla fortuna dell'azienda. Affermatasi in un periodo di particolare fermento culturale per la vita della "piccola Parigi" partenopea, la ditta dei Fratelli Curci conobbe, tra il 1880 e i primi anni del '900, un momento di straordinaria popolarità per i rapporti intrattenuti con i nomi più prestigiosi del firmamento culturale della città: assidui frequentatori della ormai rinomata bottega futono infatti S. Di Giacomo, F. Verdinois, E. Scarfoglio, G. D'Annunzio e soprattutto Matilde Serao, allora caporedattrice del Giorno, che, legata da rapporti di grande amicizia con Pasquale, ricorse costantemente ai consigli tecnici dei fratelli C. per le sue Tattinate musicali. Tra l'altro la vicinanza della redazione del giornale napoletano con i locali dell'azienda rese possibile l'instaurarsi di uno stretto rapporto culturale, in cui vennero ad essere ben presto coinvolti non soltanto i nomi più autorevoli del giornalismo napoletano ma quelli non meno importanti dei mondo musicale della città, tra cui P. Serrao, il violinista S. Pinto, B. Cesi, B. Carelli, F. Rossomandi, V. e L. Romaniello, A. Longo, F. Cilea, U. Giordano, E. de Leva e tanti altri, divenuti preziosi clienti ed amici della ditta. E ad essi si aggiunsero i nomi più illustri dell'aristocrazia napoletana e del mondo politico come F. S. Nitti.
In Francia si erano intanto andati affermando i pianoforti della ditta Erard, fondata a Parigi nel 1777, e poi prodotti dalla casa Pleyel, richiesti dai pianisti che popolavano il mondo concertistico europeo. Pasquale si recò a Parigi e riuscì ad assicurarsi l'esclusiva per l'Italia meridionale di questi strumenti che contribuirone al prestigio della ditta, divenuta da questo momento Casa internazionale di pianoforti, musica e strumenti musicali; ulteriormente ampliata, dispose di un attrezzato laboratorio per strumenti musicali, che le garantì una clientela sempre più qualificata. Intensificati i rapporti con l'estero, Pasquale riuscì ancora una volta ad assicurarsi l'esclusiva di strumenti molto ambiti e richiesti, come i pianoforti Bechstein e Steinway. Frattanto nei nuovi locali di via Tre Re era stata realizzata una piccola sala per audizioni, la cosiddetta "saletta bianca" adibita alle esibizioni di giovani artisti divenuti poi famosi, come F. Capuana, T. Filippone, P. Denza, A. Votto, V. Bellezza e tanti altri. Tra l'altro nella "saletta bianca" si ebbe la prima esecuzione a Napoli della Sonata per violino e pianoforte di Richard Strauss, avvenuta il 4 febbr. 1908 nell'interpretazione del violinista G. Fusella e del pianista L. Finizio, alla presenza dell'autore.
L'affermazione in campo internazionale delle composizioni di Alberto, in particolare di operette di stile viennese, diede nuovo impulso all'attività editoriale dei fratelli C., i quali nel 1912 crearono la società C.E.D.O.V. (Casa editrice di operette e vaudevilles), di cui Alfredo divenne amministratore, facendo pubblicare e rappresentare anche durante il periodo bellico lavori teatrali di autori italiani come E. Bellini, D. Rulli, G. Pietri, F. Capuana. Nel 1918, al termine del conflitto mondiale, la casa editrice, ripresi i rapporti con gli ambienti austriaci, intensificò la propria attività pubblicando operette di O. Straus, E. Kálmán, F. Doelle, J. Gilbert, E. v. Dohnányi. Questa iniziativa diede nuovo impulso ai fratelli C., che nel 1919 trasferirono la loro sede in via Roma e, rinnovata l'azienda, diedero vita all'istituzione "Amici della musica" con l'intento di far conoscere al pubblico napoletano i maggiori protagonisti del mondo concertistico internazionale, molti dei quali apparvero per la prima volta in Italia.
Nel frattempo l'affermazione della cinematografia aprì nuove strade alle iniziative dei fratelli C., di Alfredo e Alberto in particolare, che, dopo la pubblicazione in coedizione con case editrici straniere di musica per film, realizzarono varie collezioni, come "Cinemusica" e "Kinoteca", ricche ben presto di migliaia di brani appositamente composti. Tale attività acquistò una più ampia dimensione con l'avvento del cinema sonoro, cui collaborarono compositori come G. Mulè, R. Rossellini, A. Cicognini, A. Veretti e molti altri. Con l'accrescersi delle attività, si estese la rete organizzativa della ditta, che nel 1932 istituì un ufficio romano, cui venne affidato, oltre alla diffusione delle numerose edizioni, un diretto rapporto con le case cinematografiche e con la Società italiana autori ed editori.
Nello stesso anno, sempre per impulso dei fratelli Alfredo e Alberto, cui il padre Pasquale aveva affidato l'incarico di reggere le sorti della casa, fu istituita la sede di Milano che, meglio organizzata - anche sotto il profilo di un più efficiente e moderno servizio di tipografia e incisoria -, poté disporre di una più vasta rete di diffusione commerciale. Venne incrementato il nascente catalogo di musica classica, caratterizzato fin dagli inizi dalla collaborazione dei più prestigiosi nomi della didattica internazionale che diedero lustro alla collana, rapidamente affermatasi per la seria impostazione e l'autorevolezza delle revisioni, affidate spesso a protagonisti tra i più insigni del concertismo internazionale.
Nacque contemporaneamente un settore dedicato alla musica leggera italiana e straniera che accrebbe il prestigio della casa, rendendo necessario il definitivo trasferimento della sede a Milano in Galleria del Corso (dove si trova tuttora), avvenuto per iniziativa di Alfredo nel 1936. Nel 1937 moriva a Napoli Pasquale. Giuseppe, rimasto a Napoli a tutelare gli interessi della ditta negli anni del conflitto mondiale, riuscì a salvarne il patrimonio e resse le sue sorti fino alla morte sopraggiunta nel 1953. L'altro figlio, Alfredo, ne divenne prezioso e instancabile collaboratore. Allievo del conservatorio S. Pietro a Maiella di Napoli, ove nel 1907 si era diplomato in arpa e pianoforte, diresse la sede milanese dal 1936 alla morte. Recatosi più volte in Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti, fece parte del Consiglio di amministrazione della Società italiana autori ed editori: nel 1949 fu nominato presidente della sezione musica. Particolarmente attivo, si divise tra Napoli, Roma e Milano, curando personalmente le edizioni di musica sia classica sia leggera, secondo una tradizione ormai consolidata, presentate con gusto tipografico particolarmente curato. Alla fine della seconda guerra mondiale venne fondato il Gruppo editoriale Curci, che portò alla creazione di tre sottocase: l'Accordo, la D'Anzi, e l'Italcanto. Alfredo, particolarmente interessato all'attività della S.I.A.E. e alla difesa dei diritti dei compositori, partecipò con P. Mascagni, M. Labroca e P. Giordano a un incontro con altri editori, organizzato a Budapest per stabilire il cosiddetto "cartello" fra le società di autori francese, inglese, austriaca e italiana, allo scopo di garantire all'estero una regola per la giusta corresponsione dei diritti d'autore. Fu inoltre membro della commissione dell'operetta e della sezione del P.D.M. (Piccolo diritto musicale) e prese parte al primo Consiglio di amministrazione della Cassa di previdenza dei soci.
La sua opera non si arrestò a queste iniziative rivolte alla tutela dei diritti d'autore, in cui si rivelò degno continuatore del lavoro svolto dal fratello Giuseppe, come testimonia un journal di rapporti di viaggio, conservato negli archivi della casa, in cui è scrupolosamente registrata la sua laboriosa e feconda attività in questo campo. Uomo particolarmente volitivo e laborioso, fu sorretto da un singolare spirito d'iniziativa che, oltre alla ulteriore affermazione della sua azienda, gli consentì di sostenere con successo varie lotte intraprese con la S.I.A.E., in cui ricoprì vari incarichi a tutela dei diritti degli autori e degli editori, ottenendo sin dal 1929 che venisse assicurata la fedeltà dei programmi musicali nonché la definizione della cessione dei diritti all'estero per la riedizione di composizioni musicali soprattutto nel campo della musica leggera. Fu tra l'altro vicepresidente della S.I.D.E. (Società incassi diritti editoriali), fondata nel 1926 per la tutela del diritto di riproduzione fonomeccanica; per la sua competenza in questo settore e quale vicepresidente della S.I.A.E., fu chiamato come consulente di analoghe società straniere come il B.I.E.M. (Bureau international éditions mécaniques) di Parigi. Alla sua morte nel 1952 la direzione della casa fu assunta dal genero Giuseppe Gramitto Ricci, con una fitta schiera di collaboratori, tra cui Lino Curci, scrittore e giornalista, figlio del fratello Giuseppe, e il fratello Alberto, che divise la sua attività di compositore con quella di consigliere artistico della valorosa casa editrice.
L'attività editoriale di Alfredo fu particolarmente significativa nel settore della musica leggera per la sua abilità nell'assicurarsi la collaborazione dei più celebri autori di canzoni italiane, poeti e compositori. La collaborazione portò a una copiosa produzione di canzoni napoletane; oltre a vari pezzi staccati, furono pubblicati quattro fascicoli di Piedigrotta tra il 1937 e il 1940 che animarono un concorso radiofonico.
Tra le canzoni di maggior successo si ricordano in particolare: Che t'aggia di'?, 'o mese d' 'e rrose, Te stò aspettanno, Luna caprese, Resta cu me, oltre a numerose altre, tra cui: Desiderio 'e sole (1952); Varca lucente (1952), Suonno d'ammore (1954), Semplicità (1954), Ddoje stelle so' cadute (1955), Guaglione (1956), Lazzarella (1957), Napule, sole mio! (1957), Tu si' na cosa grande (1964), Bella (1966). Non meno fortunata fu la produzione in lingua, di cui si ricordano: Tu, solamente tu!, Quel motivetto che mi piace tanto, Bambina innamorata, Non dimenticar le mie parole, Silenzioso slow, Ma l'amore no, Mattinata fiorentina, Camminando sotto la pioggia, È troppo bello per essere vero, A zonzo, Se fossi milionario, Tu sei la musica, La canzone del boscaiolo, La serenata del somarello, Canzone d'amore, Eternamente, Tintarella di luna e molte altre divenute popolarissime nel primo dopoguerra, fra cui: Viale d'autunno (1953), Nel blu dipinto di blu (1958), Piove (1959), Io sono il vento (1959), Libero (1960). Particolarmente indovinata la diffusione di canzoni americane da film di successo che, rielaborate dalle colonne originali, furono lanciate in Italia e ritornarono ai luoghi d'origine come successi internazionali, grazie anche a una organizzatissima e fitta rete propagandistica.
Tra le iniziative culturali legate alla figura di Alfredo vi fu nel 1947 la creazione di un periodico di cultura e attualità musicali, la Rassegna musicale Curci tuttora pubblicata e diretta da G. Gramitto Ricci.
Bibl.: C. Sartori, Diz. deglieditori musicali italiani, Firenze 1958, pp. 53 s.; I cento anni della Casa musicale Curci, 1860-1960, Milano 1960; E. De Mura, Enc. della canzone napoletana, I, Napoli 1969, pp. 450, 452 s.; Enc. della musica Rizzoli Ricordi, II, p. 221.